Matteo Carboni presidente Cia provinciale: “Le piogge di questi giorni rappresentano un ristoro, ma la situazione va monitorata”
«Le piogge di questi giorni rappresentano un ristoro, soprattutto per
le semine, ma la situazione va monitorata anche in vista dell’estate». E’
quanto afferma il presidente provinciale della Cia Agricoltori, Matteo Carboni.
«Sicuramente
le recenti precipitazioni, così come la neve nelle scorse settimane, sono un
aiuto per gran parte delle nostre produzioni agricole – precisa il presidente
Carboni - In particolare in questo momento a risentirne sono i seminativi.
Certo bisogna vedere come sarà la prossima stagione estiva, se calda e arida
come quella degli anni precedenti. Poiché poi le conseguenze della scarsità di
acqua ricadranno su frutta e ortaggi».
A
riguardo il presidente della Cia provinciale sottolinea come: «che le piogge di
questi giorni dimostrano ancora di più l'importanza di realizzare nuovi invasi,
pure di piccole dimensioni, all'interno delle aziende agricole, anche in
collaborazione tra più aziende, al fine di trattenere l’acqua piovana di questi
giorni da poter poi riutilizzare in estate in caso di forte siccità».
Per
affrontare una siccità ormai strutturale, servono risposte rapide, organiche ed
efficienti secondo la Cia, Agricoltori italiani accoglie, quindi, con favore
l’istituzione a Palazzo Chigi di una Cabina di regia per affrontare la crisi
idrica. Ora le tempistiche sono fondamentali: le dichiarazioni uscite dal
tavolo interministeriale, presieduto dalla premier Giorgia Meloni, devono
portare subito ad azioni concrete, dall’individuazione veloce di un Commissario
straordinario dell’annunciato provvedimento normativo urgente con deroghe e
semplificazioni per accelerare i lavori essenziali a far fronte
all’emergenza.
Senza
interventi e risorse adeguate, infatti, il settore primario, già in difficoltà
per la crisi idrica, tra maggiori costi produttivi e danni sui campi, è
destinato a una nuova estate di grande deficit con crolli produttivi del 10%
per gli ortaggi e fino al 30%, in alcuni areali, per colture importanti come
mais e riso. Ovviamente, non si può continuare a lavorare solo in una logica
emergenziale, ma occorre una strategia e pianificazione di lungo periodo,
considerati i cambiamenti climatici in atto.
Secondo Cia, occorre in particolare: sbloccare e favorire il riutilizzo a uso agricolo delle acque reflue depurate; realizzare serbatoi artificiali, ad uso multifunzionale, per la capitalizzazione dell’acqua (in eccesso, di riuso, di pioggia); avviare una rete di piccoli laghetti e invasi, “smart” sotto il profilo tecnologico e amministrativo, diffusi su tutto il territorio.