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Federfarma, Meconi: "le soluzioni per la sanità delle aree interne anche delle Marche"

Federfarma, Meconi: "le soluzioni per la sanità delle aree interne anche delle Marche"

Qualificante è stato sostenere che accanto alla ricostruzione, è fondamentale il completo ripristino delle farmacie

La manifestazione organizzata da Federsanità Anci a Perugia, ha offerto spunto per ricercare soluzioni concrete per le aree interne di Marche – Umbria – Lazio ed Abruzzo, comprese nel quadrilatero dell’Appenino centrale “ferito” dal terremoto 2016.

Marco Meconi, presidente di Federfarma Marche, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di dare risposte concrete alle esigenze delle popolazioni - soprattutto persone anziane, spesso lontane dai presidi ospedalieri - delle aree interne per far si che la ricostruzione non sia vanificata dalla desertificazione intesa come   un progressivo fenomeno di spopolamento.

Ha sottolineato che “la farmacia, nella   nuova declinazione di erogatore di servizi sanitari, può dare risposte effettive e creare un positivo raccordo con le Istituzioni regionali preposte alla salute dei cittadini, favorendo la costituzione di una rete tra professionisti coinvolgendo anche medici di medicina generale, pediatri, infermieri e strutture del terzo settore “.  Piena condivisione da parte del segretario di Fimmg Marche Paolo Misericordia.

Dopo le valutazioni del presidente di Federfarma Marco Cossolo e del segretario nazionale di Fimmg Silvestro Scotti, sono apparse oltremodo incisive le valutazioni del Senatore Guido Castelli, commissario straordinario del Governo - Riparazione e Ricostruzione Sisma 2026 “le aree interne rappresentano una parte rilevante del nostro territorio nazionale in cui l’erogazione di servizi sociosanitari   spesso è più disagevole rispetto ad altre zone del Paese, specie   in Umbria e nelle Marche, con l’aggiunta degli effetti degli ultimi eventi sismici “. Qualificante è stato sostenere che “accanto alla ricostruzione, è fondamentale il completo ripristino delle farmacie visto che sono proprio queste strutture, erogatori di servizi alle popolazioni anche grazie alle reti di telemedicina, ad essere sempre più vicine   a persone con fragilità, disabilità e anziane.   Una sinergica offerta sanitaria - coinvolgendo anche   le cooperative di distribuzione dei farmaci - deve avere   l’obiettivo di contrastare il fenomeno di spopolamento a cui è soggetto l’Appennino centrale e, conseguentemente anche una funzione di    riparazione sociale ed economica di queste aree”. Auspicio di Castelli è che “le farmacie dell’Appennino centrale siano protagoniste, in pieno raccordo anche con l’Università per specifiche competenze, della sperimentazione di questi modelli di servizi destinati alle popolazioni delle aree interne, da suggerire anche  in altri territori nazionali “.