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IMPRESA ASCOLI, BATTUTE LE "STREGHE" DI BENEVENTO (FOTOGALLERY)

IMPRESA ASCOLI, BATTUTE LE "STREGHE" DI BENEVENTO (FOTOGALLERY)

Dopo il Verona l’Ascoli trafigge anche il Benevento. Un’impresa, un’autentica impresa. I bianconeri passano per 1-2 in casa delle Streghe  e danno una prima impronta al loro campionato. Impronta più che positiva, quasi esaltante. Finisce con la grande festa dell’Ascoli sotto il settore dei tifosi ospiti che sono stati veramente il dodicesimo uomo in campo.

Stadio Vigorito ribollente di tifo come al solito. Al piano inferiore del settore ospite quasi trecento tifosi bianconeri con diversi striscioni: fra gli altri Ultras 1898, Avg, Porto San Giorgio, Monte Urano, Strakaos, Caldaie, Cecco vive, Spallacce, Castignano, Seguaci del Picchio. In campo, invece, mister Vivarini conferma il modulo offensivo 4-3-1-2 inserendo rispetto al Verona Laverone, Beretta e Frattesi. Ancora in panchina Cavion.

Partita difficile contro una pretendente diretta alla serie A e allora tanto vale giocarsela ha pensato Vivarini. Serata calda, venti gradi al fischio d’inizio, gran tifo sugli spalti con più di 10.000 spettatori. La serata ideale per giocare al calcio. Anche i supporters dell’Ascoli si fanno sentire ma trascorre appena un minuto e il Benevento passa già in vantaggio. Diagonale di sinistro di Insigne, nemmeno troppo angolato, Perucchini smanaccia con la mano sinistra in tuffo e Coda tutto solo insacca praticamente a porta vuota. Reparto arretrato imbambolato. Ascoli leggero, leggerissimo, nel frangente: il portiere ha le sue responsabilità ma tutti gli altri difensori dov’erano?

La squadra di Vivarini ha il merito di non abbattersi e, spinta dal gran tifo bianconero, guadagna metri e campo fino al pareggio (18’) su perfetto cross rasoterra di Laverone: forse il pallone entra senza tocchi ma più probabilmente è stato deviato da Volta che anticipa Beretta in scivolata quasi sulla linea. Un pari che dà coraggio alla formazione ascolana che va vicino al raddoppio con un destro a giro di Ninkovic e un colpo di testa di Beretta. C’è da dire però che l’arbitraggio è quasi a senso unico nella gestione dei cartellini: Volpi ci ripensa su uno sacrosanto ai giallorossi quando aveva già la mano in tasca, poi ammonisce Ngombo, Addae e Brosco per chiudere con la chicca del giallo a Perucchini. Un portiere ammonito per perdita di tempo già nel primo tempo è cosa più unica che rara. Senza dire che ad ogni cross in area l’arbitro fischia sistematicamente un fallo a favore del Benevento. Ninkovic ci prova con una splendida girata al volo deviata in angolo da Puggioni  allo spirare del primo tempo, poi addirittura vengono concessi quattro minuti di recupero. Il primo tempo si chiude in parità e l’Ascoli si dimostra all’altezza anche se la marcatura su Coda dovrebbe essere senz’altro più stretta di quanto Brosco e Valentini abbiano fatto finora.

La ripresa inizia al contrario del primo tempo. E’ l’Ascoli a passare in vantaggio al primo minuto grazie a Ninkovic abile ad infilarsi al limite dell’area e a battere Puggioni con un destro violento. Per lui secondo gol in campionato. Incessante il sostegno dei tifosi bianconeri che a volte riesce anche a sovrastare quello di casa. Ngombo viene portato fuori in barella ed entra Kuspiz. Vivarini passa al 4-4-1-1. L’Ascoli soffre ma lo si sapeva che sarebbe stato così. D’altra parte il Benevento non ha più nulla da perdere ed attacca a testa bassa, i bianconeri però non perdono la testa. Esce Troiano fra gli applausi del pubblico bianconero e i fischi di quello di casa: rispolverato Zebli in regia. Era assente dalla seconda giornata. Incredibili i tifosi dell’Ascoli, in coro pressoché dal primo minuto. A cinque minuti dalla fine, ma si prevede un corposo recupero, entra Padella applaudito dal Vigorito per i suoi trascorsi da ex. L’Ascoli ormai è chiuso nel fortino e il Benevento attacca a testa bassa trovando spazi soprattutto sulla sinistra. Sei i minuti di recupero decretati da Volpi, in tutto questo Benevento-Ascoli toccherà i 100. Un’eternità che l’Ascoli sconfigge passando con cuore e merito: finisce 1-2.
        

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