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Sanità, i sindacati incontrano i sindaci del Piceno

Sanità, i sindacati incontrano i sindaci del Piceno

incontro con i Sindaci del Piceno


FP CGIL, CISL FP, NURSING UP, FIALS e UGL Salute ringraziano tutti i Sindaci che oggi pomeriggio sono intervenuti alla riunione, indetta dalle scriventi, finalizzata ad informare i Primi Cittadini sulle cause della disastrosa situazione in cui versa la sanità pubblica Picena.
I Sindaci, nel prendere atto delle reiterate violazioni dei diritti dei dipendenti, così come illustrate dai rappresentanti dei lavoratori, dei sottodimensionati finanziamenti destinati a questo territorio e della ridotta dotazione organica, causa di macroscopiche disfunzioni organizzative, hanno espresso forte preoccupazione per il conseguente, costante, inarrestabile depauperamento dei servizi sanitari pubblici in danno alla collettività amministrata ed hanno assicurato il loro sostegno alle iniziative posti in essere da queste rappresentanze sindacali.
In sintesi, di seguito, queste OO.SS. riportano la relazione introduttiva illustrata ai Primi Cittadini.
E' evidente che quando parliamo di Salute e quindi di servizi alla persona ed in particolare di prestazioni sanitarie e socio sanitarie, il fattore dirimente per la sua riuscita è quello del personale, ovvero dei professionisti che quei servizi li erogano direttamente.
Eppure, quello che constatiamo, rilevata la situazione di fatto nel Piceno, è che, quando si parla di sanità ospedaliera o territoriale, l'ultimo degli argomenti riguarda proprio i professionisti della salute.
Oggi siamo qui dunque, in vista della Conferenza dei sindaci prevista per domani, proprio perché, non essendoci stata data la possibilità di replica alle affermazioni della Direttrice Generale dell’AST che, poche settimane fa in seno all’Organismo, ha ritenuto di rappresentare una realtà distorta rispetto all’organizzazione dell’AST di Ascoli Piceno, nonché dei traguardi che questa Direzione avrebbe raggiunto a favore del personale, è doveroso da parte nostra, per il rispetto che il personale sanitario richiede, esporre la situazione di fatto soprattutto a voi, primi cittadini, che in quanto tali siete responsabili della salute dei vostri concittadini e dovete dunque conoscere le criticità che riscontriamo quotidianamente e che passano invece costantemente in sordina.
Quando infatti dichiariamo che nel Piceno, più che in tutte le altre Province della Regione Marche, il Privato sta scavalcando il Pubblico nella gestione dei Servizi sanitari, lo facciamo analizzando la realtà del territorio: gli enti privati accreditati o convenzionati, sono quelli che più di tutti gestiscono questi servizi con le Residenze Protette, le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), le Case di Riposo, i Centri Diurni, le Comunità per disabili nonchè con l'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), per la quale il Piceno tra l’altro è stato precursore nell’esternalizzazione ormai diversi anni fa.
Ciò che forse sfugge è che però il confine tra l’ambito pubblico e privato va spostandosi di giorno in giorno a vantaggio di quest’ultimo per le scelte economiche ed organizzative che nel Piceno continuano ad andare avanti senza una battuta d’arresto.
Da anni queste Organizzazioni Sindacali lamentano che il salario dei lavoratori dell’allora AV5, oggi AST, è più basso di quello dei colleghi delle altre Province in media di €700.00, e seppure, dopo tante battaglie, tale fatto sia stato ammesso addirittura dai vertici regionali, ad oggi nessuno si è speso perché tale gap venga colmato.
Mai, in questo anno e mezzo di gestione, abbiamo sentito la Dottoressa Natalini, che pure si espone pubblicamente molto spesso, pronunciare una parola su questo tema rivendicando nei tavoli regionali preposti più risorse per i suoi dipendenti.
Ma non solo, la stessa Direttrice, seppure dichiari di aver pagato molti arretrati ai lavoratori, dimentica di citare che sebbene il contratto nazionale lo preveda sin dal 2018 e sebbene vi sia un accordo sottoscritto ormai 3 anni fa per il riconoscimento dei tempi di vestizione al personale sanitario dell’AST di Ascoli - accordo che per un mero cavillo burocratico non è mai stato reso efficace - lei stessa ha ritenuto convintamente di non volergli dare seguito, asserendo che quella partita non la riguarderebbe affatto.
Dunque, essendo i tempi di vestizione riconosciuti dalla normativa quale orario di lavoro, la Dottoressa Natalini starebbe perpetrando, come i suoi predecessori, una condotta illecita negando, quale datore di lavoro, la retribuzione per l’attività lavorativa prestata dagli operatori sanitari e socio-sanitari.
Non solo, ma pur consapevole di dover erogare i buoni pasto in carenza di mensa aziendale, la stessa Direzione sta, giorno dopo giorno, continuando ad alimentare il debito che nutre nei confronti di lavoratrici e lavoratori continuando a negarlo e rifiutandosi di trovare con la delegazione trattante una quadra per predisporre un regolamento di merito.
Ed è sempre dal lato economico che questa Direzione interviene per tenere sotto scacco il proprio personale e ciò lo si capisce in maniera lampante guardando al pagamento delle produttività: non solo quest’anno le valutazioni della performance dei dipendenti sono state in larga scala peggiorate a fronte di richieste di sacrifici sempre più alti, ma la Direzione ha addirittura interrotto il pagamento della produttività a tutti coloro che ne hanno poi chiesto il riesame convinti di aver subito una valutazione ingiusta. A questi lavoratori, non solo è stata negata la produttività individuale, ma pure quella collettiva ed il messaggio è molto chiaro: un diritto sancito dalla normativa legislativa, non è realmente esigibile nell’AST di Ascoli Piceno perché il lavoratore che provi a controbattere, viene privato di un emolumento contrattuale secondo una scelta totalmente illegittima del datore di lavoro.
Moltissime altre sono le mancanze economiche di questo datore di lavoro che, seppure è il più grande ed importante del Piceno, nonché di natura Pubblica, continua per la sua strada senza mettersi minimamente in discussione.
Ma, purtroppo, non sono solo di natura economica le gravi criticità che riscontriamo.
Innanzitutto, dovete sapere che la Direttrice ha deciso, deliberatamente, di interrompere totalmente le relazioni sindacali: le delegazioni trattanti non vengono convocate da ormai due mesi sebbene vi fosse l’impegno di una convocazione bisettimanale e sebbene la contrattazione integrativa sia tragicamente in ritardo rispetto alle tempistiche che detta il contratto nazionale e, oltretutto, alle istanze di chiarimento che trasmettiamo, non viene mai dato alcun tipo di riscontro. Eppure il tempo ci sarebbe, visto che la Direzione è spesso impegnata a rendere dichiarazioni alle testate giornalistiche.
Questa condotta, oltre ad essere illegittima, ci restituisce chiaramente il disegno di questa Direzione: ignorare i problemi e chi li evidenzia, vendendo alla collettività l’immagine di un’Azienda perfetta, gestita nel migliore dei modi.
Ed invece questa Direzione continua a gestire il personale secondo suo gusto, decidendo, in spregio ai regolamenti vigenti, a chi offrire delle opportunità ed a chi no. Basti vedere da ultimo le mobilità interne esperite, tra le quali solo una è stata predisposta tramite avviso al personale mentre le altre sono state condotte con una selezione diretta dalla Direzione e dalla Dirigenza che, senza alcun requisito di trasparenza e di criteri certi, ha decretato a chi offrire posti vacanti o addirittura master retribuiti.
Questo è il contesto in cui ci muoviamo nel Piceno e non può dunque destare stupore se poi, quando si tratta di spesa per il personale, le scelte siano quelle della riduzione sistematica della spesa.
Non dimentichiamo che, quando lamentavamo che ASUR, con il suo ultimo atto, aveva programmato per il Piceno una riduzione di personale pari a €1.800.000, tutte le Organizzazioni Sindacali e la collettività si erano indignati e mobilitati perché tale programmazione venisse modificata.
Eppure, con l’avvento dell’AST, tali scelte non solo sono state confermate, ma addirittura peggiorate tanto che con l’ultima versione del PIAO del 13 maggio scorso, sebbene nella determina venga affermato non vi siano modifiche negli atti di programmazione del personale, approfondendo gli atti allegati emerge esattamente l’opposto: solo nel 2024, rispetto a quanto sancito da Asur Marche, l’attuale Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale, prevede ben 171 unità di personale in meno alla stessa data.
Di fatto, dunque, secondo la programmazione di questa Direzione, la spesa per il personale continuerà a subire tagli importanti e l’AST di Ascoli Piceno risparmierà dalle cessazioni di
personale più di quanto sosterrà per le assunzioni, continuando a perseguire l’obiettivo dello smantellamento della Sanità Pubblica Picena.
Ma non ci si limita esclusivamente a ridurre i fabbisogni negli atti, bensì, si ritiene addirittura di non assumere neppure il numero di professionisti previsto proprio in quegli atti, lasciando a casa precari, vincitori di mobilità e di concorso.
Poco importa se poi invece il bisogno reale di professionisti è altissimo e per correre ai ripari si attinge alle agenzie interinali. Poco importa se quel personale poi, totalmente disaffezionato al servizio pubblico in quanto non legato ad esso neppure da un rapporto di lavoro, viene rimbalzato da una unità operativa ad un’altra dalla sera alla mattina negandogli continuità, crescita di competenze e dignità professionale.
E’ quanto avvenuto, per esempio, da ultimo presso l’OSCO, l’ospedale di comunità la cui apertura è stata tanto decantata sulla stampa.
Mentre infatti le altre AST si accingevano ad assumere personale per l’apertura del servizio e la sua strutturazione, qui si trovavano degli spazi presso lo Stabilimento Ospedaliero esistente, si ritagliava personale da altre UU.OO. e si dichiarava l’apertura nei tempi previsti dal PNRR con scadenza 30 giugno 2024. Di fatto, in realtà, si apriva nuovamente, come spesso abbiamo visto negli anni, l’ennesimo servizio ad isorisorse.
Non stupiamoci allora se le liste di attesa per le prestazioni sanitarie continuano ad allungarsi, se le uniche alternative per la popolazione del Piceno sono troppo spesso le prestazioni private e se spesso queste vengono addirittura suggerite proprio dall’Azienda Pubblica.
Sono veri i dati che la Direzione riporta rispetto ai numeri di prestazioni eseguite, eppure perché non vengono citate quelle che l’AST non è riuscita ad evadere? Semplicemente perché non sono tracciate.
Sarà capitato anche a voi, o ad un vostro parente o concittadino di presentarsi al cup per prenotare una prestazione sanitaria senza riuscirci. Eppure, quella impegnativa, in alcun modo viene scansita dal sistema ed è così che, i dati che ci vengono raccontati, non sono utili perché sono privi dell’elemento fondamentale per un’analisi realistica: qual è la domanda di servizio sulla base della quale calibrare l’offerta? Non ci sono sistemi di tracciamento che possano dircelo.
In definitiva, siamo a sottolineare che il degrado della Sanità Pubblica Picena sta continuando a crescere sempre di più ed è per questo che riteniamo sia fondamentale che voi, primi cittadini, siate in prima linea con noi per pretendere condizioni di lavoro più dignitose per i nostri sanitari perché senza una retribuzione equa, senza un’organizzazione efficiente e senza un quantitativo di personale idoneo, il Servizio Sanitario Pubblico non potrà che peggiorare, continuando a lasciare spazio sia nella medicina territoriale che in quella ospedaliera, alle logiche del mercato privato.
Se davvero intendiamo salvaguardare l’art. 32 della Costituzione, dobbiamo investire nel Pubblico e nel personale del Pubblico mediante stabilizzazioni, assunzioni stabili e una reale presa in carico del problema delle liste di attesa e della Sanità Territoriale, onde evitare che il sistema di cure sia garantito esclusivamente dal fattore denaro e che il diritto alla salute diventi definitivamente proporzionale alla capacità di spesa del cittadino.


Ascoli Piceno, 21 ottobre 2024
FP CGIL CISL FP NURSING UP FIALS UGL SALUTE
f.to V. Rossi G. Cipollini R. Tassi F. Menzietti B. Rossi