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"LA VALLATA DEL TRONTO DA PARADISO A DISCARICA", LETTERA APERTA DI GIULIA PANICHI PIGNATELLI

"LA VALLATA DEL TRONTO DA PARADISO A DISCARICA", LETTERA APERTA DI GIULIA PANICHI PIGNATELLI

Al Sindaco di Ascoli Piceno

Marco Fioravanti

Assessore con delega alla Qualità della Vita

Dr.ssa Maria Luisa Volponi

Assessore alla Cultura

Dott.ssa Donatella Ferretti

Assessore con Delega al Turismo

Dott.ssa Monica Acciarri

Assessore Sport e Commercio

Dott. Nico Stallone 

Oggetto: LA VALLATA DEL TRONTO, DA PARADISO A DISCARICA

Gentile Sindaco, Gentili Assessori,

sono molto felice di leggere di leggere sul Corriere Adriatico le parole del Dott. Nico Stallone : “la nostra non sarà una squadra a chiacchiere, questa sarà la più grande rivoluzione politica dell’Amministrazione Comunale degli ultimi quarant’anni.” Me lo auguro davvero per tutto il territorio ed i cittadini di Ascoli Piceno.

Io, vecchia signora di 76 anni, sono testimone oculare dello sfacelo che si è compiuto nella Vallata del Tronto e vorrei morire vedendo che qualcosa si è fatto per rimediar e allo scempio operato su questa povera terra massacrata. Negli anni ’60 (quando avevo 17 anni) il ben noto storico dell’arte Pietro Zampetti ancora la chiamava “La Vallata dell’Eden”. Ricca di acqua era abitati da caprioli, volpi, lepri ed una quantità di uccelli. La terra nera e sabbiosa consentiva moltissime coltivazioni: dal pomodoro incannato alle barbabietole da zucchero, dalla canapa al tabacco, dall’insalata ai cavolfiori per non parlare delle nostre coltivazioni forti come il grano, l’ulivo e le viti. Tutto distrutto, assieme a tante case coloniche che sì, avevano decisamente bisogno di ristrutturazione, ma non di totale abbattimento.

La Cassa del Mezzogiorno, arrivò come la salvatrice del territorio, progettando un industrializzazione intensiva che ormai da anni in Francia, in Germania ed altri paesi Eruopei non si attuava più preferendo mischiare in modo meno agressivo abitativo ed industriale. Cosa ci ritroviamo ora? Dopo 60 anni di questa politica industriale fallimentare? Capannoni diroccati, in disuso, fabbriche fantasma che, per il 60% non funzionano più, ma che continuano ad inquinare a livello paesaggistico, culturale, la qualità della vita di tutta la zona. Per questo preciso motivo, la puzza che intossica la vallata, (non si capisce ancora se proveniente da una fabbrica o da una discarica) è l’obiettivo prioritario della vostra Amministrazione.

L’Assessore al Turismo, alla Cultura ed alla Qualità della Vita devono, nella maniera più assoluta, farsi carico di risolvere questo vergognoso problema. Non parlo solo come cittadina, ma come operatore turistico / culturale che da più di 20 anni si arrabbatta per vendere in tutto il mondo, il prodotto “Ascoli e Dintorni”. E constatando molto spesso l’espressione di disgusto sui visi dei turisti e operatori del settore alla visione della vallata. Addirittura molti di loro arrivano e ripartono immediatamente per questo motivo.

Alla distruzione paesaggistica si aggiunge anche, di quando in quando, un terremoto, più o meno forte, ora anche la puzza insopportabile di non si sa quale provenienza. Francamente è comprensibile che Ascoli si spopoli ed i dintorni abbiano il fiato corto sulle prospettive future. Il buon turismo e la Cultura del Territorio hanno bisogno di maggiore attenzione e soprattutto di meno chiacchiere.

Vederemo cosa sarà capace questa Amministrazione, oltre che, come sempre, a chiacchierare. Ringraziando per l’attenzione invio un auguriod i buon lavoro.

Giulia Panichi Pignatelli, Presidente Associazione Le Marche Segrete
        

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