Una chiesa situata in posizione strategica, appunto, tra il capoluogo e la frazione di Borgo, nei pressi della Salaria e quindi raggiungibile anche da Trisungo.
Il primo regalo di Associazione Arquata Potest alla comunità di Arquata del Tronto per il 2024: la riapertura del sentiero che dai piedi del capoluogo (ad oggi zona rossa) conduce ai ruderi della chiesa terremotata del SS. Salvatore, patrono del Comune.
Una chiesa situata in posizione strategica, appunto, tra il capoluogo e la
frazione di Borgo, nei pressi della Salaria e quindi raggiungibile anche da
Trisungo.
Un simbolo del territorio a tutti gli effetti, anche perché le sue condizioni
ricordano quelle in cui tutt’ora versa mezzo comune di Arquata con le sue frazioni
perimetrate (incluso il capoluogo stesso, totalmente privo di cantieri).
E pensare che questa chiesa era in procinto di chiudere il cantiere del proprio
restauro a cavallo dell’agosto 2016, quando invece il terribile sisma del 24
agosto portò morte e distruzione in tutto il territorio, buttando a terra anche
questo edificio di culto. Lo testimonia tutt’ora l’impalcatura che ad oggi fa
da corona alla chiesa crollata sotto il proprio tetto.
L’iniziativa di Arquata Potest si lega ad un lavoro dietro le quinte iniziato ad
inizio 2023, quando in concerto con le associazioni “Arquata Futura” e “Arquata
Proprietari Capoluogo” erano stati chiesti chiarimenti alla Diocesi di Ascoli
Piceno (soggetto attuatore in quanto proprietario dell’edificio), alla
Struttura Commissariale e all’USR in merito all’assenza della chiesa sia
dall’ordinanza speciale nr. 19 del 15.07.2021 relativa ad Arquata capoluogo,
sia dall’ ordinanza nr. 132 del 30.12.2022 contenente l’elenco degli edifici di
culto la cui ricostruzione era stata approvata.
La mancanza della suddetta chiesa aveva insospettito non poco le associazioni,
che nei mesi scorsi hanno continuato a relazionarsi con gli uffici competenti,
grazie al supporto del Comune di Arquata del Tronto, al fine di avere maggiori
informazioni in merito.
La Chiesa, del resto non ha altri edifici danneggiati intorno, e pertanto il
cantiere potrebbe potenzialmente essere avviato anche da subito: di certo questo
potrebbe essere un bel segnale per la comunità, considerando che ad oggi non
sono presenti chiese in muratura ricostruite nei paesi di Borgo e Arquata.
Ecco, quindi, il contesto in cui si inserisce l’iniziativa di Arquata
Potest (non certo nuova a questo genere di azioni), portata stavolta a termine
grazie all’impegno dei volontari Vittorio Camacci, Giuseppe Virgili, Fernando
Cortellesi, Vincenzo Nespeca, Kozeta Tagani, Giovanni Chiesa, Susan Thomas,
Salvatore, Riccardo e Carlo Ambrosi.
La volontà, pertanto, rimane quella di mantenere accesi i fari su questo luogo
di culto, permettendo anche l’accesso ai tecnici per eventuali sopralluoghi, in
attesa che alle rassicurazioni verbali ricevute finora segua poi a tutti gli
effetti l’inserimento della chiesa all’interno della rispettiva ordinanza,
mettendo finalmente nero su bianco la necessità di restituire al più presto ad
Arquata uno dei suoi luoghi simbolo.
(foto A. Vagnoni e Arquata Potest)