/DUE TUNISINI ARRESTATI: TENTATIVO DI AGGRESSIONE A UN MAGISTRATO
DUE TUNISINI ARRESTATI: TENTATIVO DI AGGRESSIONE A UN MAGISTRATO
DUE TUNISINI ARRESTATI: TENTATIVO DI AGGRESSIONE A UN MAGISTRATO
“PIANIFICANO, DAL CARCERE, UN TENTATIVO DI AGGRESSIONE NEI CONFRONTI DI UN MAGISTRATO DEL TRIBUNALE DI ASCOLI PICENO. DUE CITTADINI TUNISINI TRATTI IN ARRESTO IN ESECUZIONE DI MISURA CAUTELARE PER TENTATE LESIONI PERSONALE GRAVISSIME, AGGRAVATE ED IN CONCORSO.”
Il 13 febbraio 2015 un detenuto italiano ristretto all’interno di una cella della locale Casa Circondariale, subì un’aggressione all’esito della quale, qualche giorno dopo, avvenne il suo decesso per le gravi lesioni riportate. In quella occasione i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ascoli Piceno, in collaborazione con il Reparto di Polizia Penitenziaria, avviarono meticolose e complesse indagini nel corso delle quali riuscirono a ricostruire l’esatta dinamica dell’aggressione, identificando il colpevole in uno dei tunisini pure ristretto nella stessa cella.
Nei primi giorni di aprile 2015, sulla base degli elementi raccolti dai Carabinieri, la locale Procura della Repubblica richiese, ed ottenne, dal GIP di Ascoli Piceno, Dr.ssa FILIPPELLO, l’emissione di una misura custodiale in carcere nei confronti del tunisino 25enne B.A.M., ritenuto responsabile di omicidio preterintenzionale aggravato.
Nel corso della stessa attività investigativa, però, i Carabinieri di Ascoli Piceno e la Polizia Penitenziaria, poi supportati anche dai militari della Compagnia CC di L’Aquila, raccoglievano anche gravi ed univoci indizi di penale responsabilità nei confronti dello stesso tunisino, nonché di un suo connazionale compagno di cella, il 30enne B.F.A., per un tentativo di azioni lesive dell’integrità fisica della Dr.ssa FILIPPELLO, con contestuali gravi minacce di morte rivolte all’indirizzo del citato Magistrato.
I due tunisini erano già detenuti nello stesso carcere in forza di una misura cautelare emessa dallo stesso GIP di Ascoli Piceno, nel mese di gennaio 2015, per fatti di droga.
L’attività d’indagine eseguita dai Carabinieri consentiva di rilevare che l’attentato in danno del Magistrato verosimilmente sarebbe stato eseguito da un complice in libertà del B.F.A., al quale le disposizioni di dettaglio sarebbero state comunicate dalla moglie nel corso di un colloquio in carcere con il detenuto; l’azione delittuosa sarebbe stata eseguita o mediante il lancio di acido corrosivo sul volto del Magistrato, ovvero mediante investimento simulando un incidente stradale.
Per quanto riguarda l’altro detenuto invece, B.A.M., si comprendeva che l’attentato alla incolumità fisica della Dr.ssa FILIPPELLO sarebbe potuto avvenire nel corso dell’interrogatorio di garanzia successivo alla notifica della misura cautelare emessa dallo stesso Magistrato nel mese di aprile 2015, per l’omicidio preterintenzionale del detenuto italiano, allorquando il tunisino avrebbe voluto aggredire il Giudice con con una lametta opportunamente occultata nella cavità orale.
Ed infatti il 13 aprile 2015 B.A.M., sapendo di dover incontrare il Magistrato per l’interrogatorio, si presentava al controllo preliminare degli Agenti della Polizia Penitenziaria occultando nella cavità orale una lametta, ma grazie alle rafforzate misure tutorie già in atto nei confronti della Dr.ssa FILIPPELLO ed all’attento dispositivo di sicurezza predisposto dalla Polizia Penitenziaria, il detenuto desisteva dal piano delittuoso rifiutandosi di sostenere l’interrogatorio ed improvvisamente estraeva dal cavo orale una lametta da barba, minacciando di fare del male a sè stesso ed a chiunque gli si fosse avvicinato, per poi passare alle vie di fatto iniziadosi a procurare tagli al collo e alle braccia. Solo grazie al tempestivo intervento degli agenti penitenziari presenti si riusciva ad immobilizzare il tunisino, disarmandolo.
Sulla base delle risultanze investigative minuziosamente raccolte dal Nucleo Investigativo e puntualmente refertate alla Procura della Repubblica di L’Aquila, il P.M. titolare del fascicolo processuale, Dr. Stefano GALLO, avanzava al GIP del Tribunale abruzzese, Dr. Giuseppe Romano GARGARELLA richiesta di emissione di misura cautelare in carcere per i due detenuti tunisini, poi emessa in data 7 gennaio 2015. Il provvedimento è stato notificato ai due indagati, già ristretti presso gli istituti di pena di Trani e Viterbo, dai Carabinieri di Ascoli Piceno nella mattinata dell’11 gennaio.
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