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COL VENEZIA UN PAREGGIO CHE SA DI RAMMARICO

COL VENEZIA UN PAREGGIO CHE SA DI RAMMARICO

Due volte in vantaggio e due volte raggiunti. Alla fine non vincere può solo lasciare qualche rammarico. E' quello che è successo all'Ascoli nel 3-3 col Venezia che alla fine poteva tingersi anche di  beffa. Bene la fase offensiva stavolta per il Picchio, male quella difensiva con la tattica del fuorigioco che quasi mai è scattata a tempo. E poi l'ingenuità, colossale, di fermarsi per un fallo laterale non sbandierato e nemmeno certo. Una fesseria collettiva, tanto che il vantaggio ospite di Zigoni sembrava essere stato realizzato a gioco fermo. Bravo l'Ascoli a ripartire di getto nella ripresa e a ribaltare il risultato col piattone sinistro di Carpani e la zampata di Favilli che si è finalmente sbloccato. Qui c'è stato un calo di concentrazione di cui il Venezia ha subito approfittato con Marsura. I bianconeri si trovavano in difficoltà sulla fascia difensiva sinistra dove Pinto non riusciva quasi mai ad arginare le folate avversarie e l'ex Falzerano imperversava. L'errore del portiere Audero che tentava un dribbling su Favilli spalancava la porta per la doppietta personale del centravanti. E qui, col senno del poi è facile, ci metteva del suo anche la panchina. Fiorin e Maresca inserivano sul 3-2 D'Urso al posto dell'affaticato Bianchi. Ma forse era meglio togliere Varela perché la squadra si ritrovava praticamente con quattro giocatori prettamente offensivi e un vantaggio da difendere. O addirittura inserire Cinaglia. Il pareggio arrivava con Gejo dopo che Falzerano aveva scherzato mezzo reparto arretrato bianconero. Entrambe le squadre provavano a vincere fino alla fine e, nel recupero, un contropiede di Marsura veniva salvato sulla linea da Padella. Finiva però 3-3.

Applausi finali della curva che aveva esposto durante la gara due striscioni. "Seppur morto, egli arde. Reno eterno" in ricordo di Nazzareno Filippini. E poi: "Ciao Signora Franca, salutaci la storia" per onorare la scomparsa della moglie del presidentissimo Costantino Rozzi.
        

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