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Ascoli, presentato il “Primo trittico di Valle Castellana”, del Crivelli restaurato

Ascoli, presentato il “Primo trittico di Valle Castellana”, del Crivelli restaurato

“La Natura nel cuore di…” festeggia 10 anni con la conclusione del restauro del “Primo trittico di Valle Castellana” di Carlo Crivelli alla Pinacoteca Civica di Ascoli

A poco più di sei mesi dall’avvio dei lavori, si è concluso con
successo il restauro del Primo trittico di Valle Castellana di Carlo Crivelli, custodito nella Pinacoteca
Civica di Ascoli Piceno. L’intervento ha rappresentato l’ottava tappa del progetto di valorizzazione
“La natura nel cuore di…”, promosso da Rigoni di Asiago in collaborazione con Fondaco Italia.
L’iniziativa, nata nel 2015 in occasione dell’EXPO di Milano, festeggia quest’anno dieci anni di
attività, durante i quali Rigoni di Asiago ha costruito un “museo diffuso” lungo tutta la penisola,
unendo idealmente otto città italiane da nord a sud, per offrire alle persone che viaggiano un modo
diverso di vedere e interpretare l’arte, di apprezzare opere che purtroppo non godono della giusta
attenzione, proprio perché il patrimonio artistico del nostro Paese è tanto vasto e molto spesso
sconosciuto.
Il progetto “La natura nel cuore di…”, è iniziato con l’importante intervento di recupero dell’Atrio
dei Gesuiti (l’entrata storica del prestigioso Palazzo di Brera a Milano); nel 2016/2017 con il
restauro dell’originale della statua di San Teodoro (il primo Patrono di Venezia) in Palazzo Ducale
a Venezia; nel 2018 con il restauro della fontana “Venezia sposa il mare” nel cortile di Palazzo
Venezia a Roma; nel 2019 con il restauro della Chiesa rupestre di San Giovanni in Monterrone
a Matera; nel 2020 con i dipinti delle lunette lato est ed angolo sud del Chiostro Grande di Santa
Maria Novella a Firenze; nel 2021/2022 a Bergamo, con il restauro della Fontana Contarini in
Piazza Vecchia, a Napoli con il restauro della Fontana in porfido rosso al MANN ed infine oggi ad
Ascoli con la straordinaria opera di Carlo Crivelli.
Il trittico, datato intorno al 1470 e da tempo bisognoso di un intervento conservativo, è stato restituito
oggi alla città con una nuova luce. Il lavoro ha permesso di ricucire le parti danneggiate e di far
emergere la qualità pittorica delle sezioni meglio conservate, restituendo l’unità visiva a un
capolavoro riconosciuto come una delle espressioni più alte della cultura artistica adriatica. Di
particolare rilievo la figura di San Giacomo della Marca, unico ritratto eseguito mentre il frate era
ancora in vita.
La rinnovata bellezza del trittico di Carlo Crivelli sarà, quindi, nuovamente visibile al pubblico,
all’interno del percorso espositivo della Pinacoteca Civica.
Un sentito ringraziamento per l’entusiasmo con cui è stata accolta questa operazione al
sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti e a Stefano Papetti, direttore della Pinacoteca
Civica.
DICHIARAZIONI:
Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno
“Ormai considerata a pieno titolo una città d’arte, Ascoli Piceno racchiude uno straordinario patrimonio storico
artistico che intendiamo conservare e valorizzare a vantaggio dell’economia di un intero territorio. Grazie al
mecenatismo di Rigoni di Asiago ed alla collaborazione con Fondaco Italia, è stato possibile recuperare un
altro tassello di questo immenso mosaico che racconta la storia di una città dal periodo piceno ad oggi,
evidenziandone la grande attrattiva che può esercitare sul turismo culturale”.
Andrea Rigoni, Presidente di Rigoni di Asiago Srl
"Il progetto "La natura nel cuore di..." festeggia dieci anni di attività con la conclusione del restauro del trittico
di Carlo Crivelli, custodito nella Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno. La nostra non è solo un'iniziativa culturale,
ma un vero e proprio gesto d'amore e di responsabilità verso l'Italia e le sue città d'arte. Rigoni di Asiago ha
contribuito alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano, creando un "museo diffuso" che unisce otto città
italiane da nord a sud. Questo impegno riflette una visione di responsabilità sociale d'impresa che riconosce
nel valore culturale un capitale condiviso, in linea con gli obiettivi dell'Agenda ONU 2030. Il restauro del trittico
ha permesso di restituire l'opera alla città con una nuova luce, evidenziando la qualità pittorica delle sezioni
meglio conservate e restituendo l'unità visiva a un capolavoro riconosciuto come una delle espressioni più alte
della cultura artistica delle Marche”.
Stefano Papetti, direttore della Pinacoteca Civica
“Grazie alla sensibilità mostrata da Rigoni di Asiago un intervento di restauro magistralmente condotto dalla
professoressa Daphne De Luca restituisce alla comunità ascolana un capolavoro di Carlo Crivelli per lunghi
anni rimasto ai margini degli studi sul grande pittore veneto per il suo precario stato di conservazione. Si tratta
di un’opera che racconta non solo l’operato di un grande maestro, ma la vita stessa di un centro appenninico
oggi segnato dai danni provocati dal sisma del 2016 e dallo spopolamento che riguarda tutte le aree interne,
mostrando come l’arte possa essere un volano per lo sviluppo ed un sostegno alla resilienza di quanti ancora
abitano quei luoghi”.
Enrico Bressan, Presidente di Fondaco Italia
“Dopo dieci anni di cammino, possiamo dire che 'La natura nel cuore di…' non è solo un progetto culturale,
ma un vero e proprio gesto d’amore e di responsabilità verso l’Italia e le sue città d’arte. Operare in luoghi
come Ascoli significa contribuire al racconto di un’Italia autentica e affascinante, capace di sorprendere
ancora, lontano dai riflettori delle mete più note. In un momento storico in cui la cultura rappresenta sempre
più un investimento strategico per la crescita sostenibile dei territori, iniziative come questa testimoniano il
ruolo fondamentale del mecenatismo privato nella tutela del patrimonio artistico. Il sostegno di Rigoni di Asiago
al restauro del trittico si inserisce in una visione di responsabilità sociale d’impresa che riconosce nel valore
culturale un capitale condiviso. Un impegno che risponde pienamente agli indirizzi dell’Agenda ONU 2030, e
in particolare all’Obiettivo 11, che promuove la protezione del patrimonio culturale e naturale come parte
integrante di comunità inclusive, sicure e resilienti. Investire nella conservazione dell’arte significa infatti
rafforzare l’identità dei luoghi, generare valore economico e sociale, e contribuire alla qualità della vita delle
generazioni presenti e future.”
APPUNTI DI RESTAURO
Il restauro del “Primo Trittico di Valle Castellana” dipinto da Carlo Crivelli è stato eseguito durante i mesi di
febbraio-giugno 2025 presso il laboratorio di restauro di Daphne De Luca in Roma.
Il complesso intervento ha confermato il disastroso stato di conservazione del manufatto, nonostante l’ultimo
restauro degli anni ’70, durante il quale l’opera è stata sottoposta a una pulitura e a una cospicua
reintegrazione pittorica completata dall’applicazione di vari strati di vernice sovrapposta, purtroppo oggi
fortemente ingiallita. Il restauro appena concluso ha quindi mirato alla completa rimozione della vernice e dei
ritocchi largamente debordanti sulla pellicola pittorica originale e vistosamente alterati.
Nonostante il vistoso degrado della materia, è possibile apprezzare la delicata cromia degli incarnati
crivelleschi e la raffinatezza di numerosi dettagli. Particolarmente sorprendente è la capigliatura di San
Sebastiano, apparsa di colore biondo e non castano, come osservato in precedenza per via del colore nero
degli strati di colla.
Dal punto di vista tecnico, l’opera ha rivelato numerose sorprese degne di nota, quali ad esempio la presenza
di un’incamottatura sotto lo strato preparatorio, ovvero una tela applicata direttamente sui supporti lignei per
limitarne i movimenti repentini in caso di variazione delle condizioni termoigrometriche. Nonostante
l’incamottatura (o impannatura) delle tavole sia molto frequente dal ‘200 al ‘400, è tuttavia molto rara nei
dipinti di Carlo Crivelli. Ma la sorpresa risiede soprattutto nella tipologia di tela riscontrata, che di solito
si presenta a tela abbastanza rada. Nel caso del trittico di Valle Castellana, siamo invece di fronte a una tela
di colore chiarissimo e dalla trama molto fitta. Il tessuto è incredibilmente simile alla tela raffigurante la
“Madonna con il Bambino” conservata nei musei civici di Macerata, dipinta da Carlo Crivelli verso il 1490 e
restaurata sempre da Daphne De Luca qualche anno fa. La tela scelta da Crivelli per il piccolo dipinto di
Macerata è la famosa tela Rensa (la stessa usata dal Mantegna per il Cristo morto della Pinacoteca di Brera
a Milano), tessuto pregiato e costosissimo proveniente dalla ricca città di Reims in Francia.
Lo studio approfondito dei materiali costitutivi e delle tecniche pittoriche impiegate nei capolavori del grande
maestro veneziano, condotto in occasione dei restauri, si conferma passaggio imprescindibile per una più
piena comprensione del suo modus operandi e per restituire alle opere il loro significato storico e materiale.
L’intervento di restauro è stato eseguito dalla Prof.ssa Daphne De Luca sotto l’alta sorveglianza della
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.
Collaboratrici:
Emilia Allegri
Giulia Catalfamo
Petra Farioli
Maddalena Gazzetta
Federica Lopardo