Farmaci equivalenti: la diffidenza costa ai marchigiani fino a 80mila euro in più al giorno
I farmaci equivalenti rappresentano un’opportunità di salute
per tutti, oltre ad essere un’opportunità di sostenibilità economica per il
Servizio sanitario nazionale grazie al prezzo “calmierato” rispetto ai farmaci
di marca , risultano anche strumento per limitare il disagio causato dalle
carenze di farmaci. Eppure queste certezze si scontrano ancora con una scarsa
informazione dei cittadini-pazienti sui farmaci equivalenti e i pregiudizi che
ruotano attorno al tema. E seppur il farmaco equivalente sia entrato nella vita
del paziente marchigiano, ogni giorno spende circa 80.000 euro in più
preferendo i farmaci di marca rispetto agli equivalenti. In un mese la spesa
dei cittadini marchigiani sfiora i 2.5 milioni di euro. Se ne è parlato nelle
Marche, a Senigallia, nell’evento “IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE:
CALL TO ACTION” organizzato da Motore Sanità.
“Dall’ultimo rapporto OsMed emerge che nelle Marche la quota
procapite di compartecipazione alla spesa si attesta su valori elevati rispetto
al reddito medio, causando quindi un impatto maggiore su fasce di popolazione
socialmente più deboli”, ha spiegato Francesco Freddo, Segretario
amministrativo SIMG - Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure
Primarie Ancona.
“Per questo è necessario intervenire, e sicuramente il
medico di famiglia ha un ruolo centrale nel promuovere comportamenti
prescrittivi efficaci, anche sotto l’aspetto farmaco-economico, essendo la
figura sanitaria di riferimento in grado di prendersi cura dei propri pazienti
a trecentosessanta gradi non solo dal punto di vista strettamente sanitario”.
Sulla sostenibilità e sulla valorizzazione della figura del farmacista a garanzia di una corretta informazione, Federfarma Marche, rappresentata dal vice presidente Marco Meconi, ha rimarcato, inoltre, che in una regione come le Marche, con 530 farmacie di cui quasi il 50% rurali, il ruolo del farmacista è basilare specie nel dialogo a supporto della popolazione più anziana e residente in aree interne distanti dagli ospedali.