Audizione presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati del Consorzio Tutela Vini Piceni sulla questione Montepulciano nell'etichetta del Rosso Piceno DOP.
Si è svolta ieri, lunedì 18
dicembre 2023, l’audizione alla XIII commissione agricoltura della Camera dei Deputati,
presieduta dall’Onorevole Carloni, vista anche la richiesta del Consorzio Vini
Piceni di poter esporre pubblicamente ed ufficialmente le motivazioni che lo
spingono a sostenere la modifica dell’art 44 della Legge sul Testo Unico vite e
vino che riammetterebbe l’utilizzo dei vitigni che fanno parte integrante di un
vino DOP tra cui il Montepulciano.
Le audizioni sono state
articolate nel corso della giornata, coinvolgendo rappresentanti chiave
dell'agricoltura e della produzione vinicola: Tito Cieri, funzionario del
Dipartimento agricoltura della regione Abruzzo; rappresentanti dei produttori
di vino Montepulciano della regione Abruzzo; Andrea Maria Antonini, Assessore
all’agricoltura della regione Marche; vari rappresentanti dei produttori di
vino Montepulciano delle regioni Lazio, Marche, Molise, Puglia e Umbria.
“Essere riusciti ad esprimere la nostra opinione nella commissione parlamentare apposita è stato un grade traguardo. - Ha dichiarato il presidente del Consorzio di Tutala vini Piceno Giorgio Savini chiamato ieri a Montecitorio insieme al direttore Armando Falcioni. - In audizione abbiamo spiegato ai membri che la possibilità di indicare il termine ‘Montepulciano’ sull’etichetta dei nostri vini significa soltanto rispettare uno specifico regolamento UE, il 33 del 2019, il quale recita che i vitigni non sono proprietà privata bensì patrimonio di tutti. Siamo stati a Roma per difendere questo diritto dei produttori delle nostre denominazioni di origine, in particolare nel Rosso Piceno DOP, il rosso più diffuso delle Marche, e nell’Offida Rosso DOCG, tutelati da questo Consorzio, di far conoscere realmente la composizione ampelografia delle nostre D.O.
Riteniamo paradossale che all'atto della descrizione dei vitigni che sono alla base dei nostri disciplinari, dove il Montepulciano può arrivare fino all'85%, dovremmo glissare come generico vitigno a bacca rossa. Tra l'altro la norma da noi auspicata ammetterebbe solo una descrizione generica, in maniera discorsiva e senza evidenziazioni di carattere e non campeggerebbe di fianco al nome della denominazione.
La nostra è una battaglia in
difesa della trasparenza e correttezza nei confronti del consumatore delle
nostre dop che ha il diritto di conoscere la reale composizione dei nostri vini
e, quindi, non è un affronto al comparto abruzzese a cui, nelle misure in cui
il termine ‘Montepulciano’ viene ammesso, non può far concorrenza o creare
confusione. La confusione verrebbe creata solamente se si ammettesse il suo
sinonimo, ovvero il ‘Cordisco’, nome riesumato dal dimenticatoio, di cui non si
rileva traccia nei nostri disciplinari, e probabilmente sconosciuto anche a
molti del comparto del Montepulciano d’Abruzzo.”
Oltre al Consorzio Vini Piceni, a
supportarci in questa missione e a rafforzare tale tesi, erano presenti gli
esponenti dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini ed autorevoli esponenti del
mondo vitivinicolo.
“Ringrazio l’Onorevole Carloni,
presidente della XIII commissione, per la disponibilità ad ascoltare le nostre
tesi, visto che noi piceni rappresentiamo in termini di numeri, il comparto
maggiormente coinvolto - ha concluso Giorgio Savini - così come tutti
gli esponenti di altre realtà vinicole che hanno confermato tale posizione.
Insieme abbiamo ritenuto che a questo punto sarebbe opportuno chiedere un
incontro con il Ministro Lollobrigida per confermare quanto da noi sostenuto.
Ringrazio anche l’assessore regionale all’agricoltura Antonini e tutti quei
parlamentari ed esponenti politici del territorio piceno che hanno ritenuto,
con specifiche azioni politiche, questo cammino giusto perché vicino al lavoro
del mondo vitivinicolo piceno ed alle esigenze del consumatore finale.”
Il presidente del Consorzio
Tutela Vini Piceni, Giorgio Savini, ha eloquentemente condiviso le posizioni e
le prospettive del Consorzio durante la sua partecipazione all'audizione. Per
ascoltare la sua dichiarazione completa e approfondire le argomentazioni del
Consorzio, invitiamo a visitare il nostro canale YouTube ufficiale: https://youtu.be/NEiw1oLBwt4
L'evento si è concluso con una
degustazione, abbracciando i sapori unici dei prodotti DOC d'Italia, tra cui i
vini del Consorzio Tutela Vini Piceni. Questa iniziativa ha offerto non solo un
contesto di discussione, ma anche un'occasione unica di apprezzare la diversità
e la qualità dei vini italiani.
Il Consorzio di Tutela Vini
Piceni
Il Consorzio di Tutela Vini Piceni nasce, nel 2002, con l’obiettivo di valorizzare la produzione enologica del Piceno. Ad oggi, la realtà del Consorzio è composta da 56 soci, tra aziende agricole e cantine Picene, per un totale di circa 700 viticoltori coinvolti.
E può vantare il vino DOCG più diffuso delle Marche, l’Offida, nelle tipologie Pecorino, Passerina e Rosso. Ma anche tre vini DOC: il Rosso Piceno (anche nella tipologia Superiore), il rosso maggiormente prodotto nella regione, il Falerio (anche nella tipologia Pecorino) ed il Terre di Offida nelle versioni Passerina Spumante e Passito. Nell’anno trascorso sono state circa 7,5 milioni le bottiglie prodotte.