Il vescovo delle diocesi di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto ha incontrato gli ospiti della struttura della cooperativa sociale Ama Aquilone, condividendo ascolto, dialogo e vicinanza
Monsignor Gianpiero Palmieri, vescovo delle diocesi di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, ha fatto visita a Casa Ama, struttura della cooperativa sociale Ama Aquilone che da decenni opera nel campo della cura, dell’inclusione e dell’accoglienza delle persone con dipendenze patologiche.
Ad accoglierlo la presidente di Ama Aquilone, Mariapaola Modestini insieme a Diana Vitali, responsabile della struttura. Presente anche Marco Perosa da anni vicino alla cooperativa sociale. Nel corso della visita, il vescovo ha incontrato i ragazzi della Comunità per conoscerli e dialogare con loro, condividendo poi il pranzo in un clima di ascolto, partecipazione e profonda umanità. Molti hanno scelto di raccontare la propria storia personale, testimoniando il valore del percorso di recupero intrapreso all’interno della comunità. Un confronto intenso e autentico, che ha messo in luce la consapevolezza e il desiderio di riscatto dei ragazzi.
«Tornare a Casa Ama è sempre un dono – ha dichiarato il vescovo Gianpiero Palmieri –. Dai loro sguardi e dalle loro parole emerge con chiarezza quanto sia efficace e importante il servizio di accoglienza portato avanti dalla cooperativa sociale Ama Aquilone, un servizio che rafforza la dignità di chi combatte ogni giorno la difficile battaglia contro la dipendenza patologica da sostanze. Ho condiviso alcuni momenti con i ragazzi, dialogando e pranzando insieme a loro. Molti hanno sentito il bisogno di raccontare la propria storia, qualcuno si è anche commosso. Per me è stata una grande ricchezza incontrarli e ascoltarli».
Il vescovo ha inoltre sottolineato il valore educativo e sociale della Comunità: «In loro ho colto una profonda consapevolezza: sanno che la loro testimonianza potrebbe essere preziosa per tanti adolescenti, per aiutarli a non cadere negli stessi errori. Credo sinceramente che la cooperativa stia facendo il massimo per questi ragazzi e per il loro futuro reinserimento nella vita sociale. In questi giorni alcuni di loro trascorreranno il Natale all’interno della struttura, che molti sentono ormai come una seconda casa. Questo dice molto del valore umano ed educativo di Casa Ama, segno concreto di speranza per il nostro territorio».