Alle prime ore dell’alba i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ascoli Piceno, supportati da quelli dei Comandi Provinciali di Teramo, Pavia, Padova, hanno dato esecuzione ad una misura cautelare restrittiva nei confronti di 7 indagati tutti ritenuti responsabili, ognuno per parte e ruolo di competenza del reato previsto dall’articolo 416 c.p., associazione a delinquere finalizzata alla commissione di numerosi ingenti furti con danneggiamento ai danni di colonnine bancomat e self-service adibite al pagamento ed erogazione di carburante installate all’interno di aree di servizio, nonché di automezzi e casseforti all’interno di capannoni di aziende ubicate in diverse Provincie dal sud al nord della penisola.
L’indagine “TITIREZ” (in italiano “trottola”, ovvero soggetti iperattivi, girovaghi sul territorio nazionale per la commissione di reati contro il patrimonio soprannome in lingua rumena con il quale veniva chiamato uno degli indagati, dai suoi correi, per il suo atteggiamento iperattivo) veniva avviata dal Nucleo Investigativo, dallo sviluppo di elementi investigativi raccolti a seguito di un ingente furto in danno della postazione bancomat della Banca Cooperativa Picena filiale di Offida, in data 15 ottobre 2014, dove i malviventi dopo aver rubato un camion autocompattatatore parcato all’interno di un deposito della società “PicenaAmbiente”, forzavano la porta del vano in cui era posizionata la colonnina bancomat e dopo averla cinta con un cavo d’acciaio agganciato al camion la sradicavano e la trasportavano poco distante depredandola del denaro contenuto all’interno, poco più di 10.000 euro.
L’attenta visione delle immagini registrate dalle video camere di sicurezza permetteva di evidenziare un dettaglio dopo rivelatosi curioso ma utile per le investigazioni, i malviventi avevano agito con il volto e la testa coperti da “boxer da uomo” utilizzati come passamontagna.
Infatti, nell’ambito dei successivi servizi di prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio posti in atto dal personale del Nucleo Investigativo, si procedeva al controllo di un’autovettura e dei suoi occupanti nel territorio del comune di Monteprandone (AP), i precedenti specifici di polizia dei cittadini rumeni controllati ed il rinvenimento di diversi
arnesi idonei all’effrazione e numerosi paia di “boxer da uomo” custoditi all’interno di una busta occultati nel bagagliaio dell’autovettura, rafforzavano l’ipotesi che i soggetti potessero costituire un sodalizio teso alla commissione di reati contro il patrimonio. Proprio grazie alla presenza di quegli indumenti intimi nascosti tra gli attrezzi da scasso e l’intuito investigativo dei militari impegnati nel controllo si riusciva a collegare gli occupanti del mezzo, al furto alla postazione bancomat di Offida.
Al fine di raccogliere utili elementi circa il coinvolgimento dei sospettati in episodi criminosi registrati nella giurisdizione del Comando Provinciale, nonché monitorare eventuali azioni future, venivano avviate, di concerto con l’Autorità Giudiziaria di Ascoli Piceno, nella persona del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ascoli Piceno Dott. Alessandro DESTRO, mirate attività investigative.
Il particolare modus operandi con cui la banda operava ha messo in evidenza una solida struttura organizzativa, capace di ripetere in maniera seriale i loro colpi soprattutto ai danni di distributori di carburanti: operavano sempre in ore notturne e dopo aver raggiunto il luogo prescelto per l’incursione ed aver predisposto un apposito servizio di copertura, si munivano di automezzi pesanti ( camion della spazzatura, furgoni delle Poste Italiane etc.) sottratti in danno di aziende locali pubbliche o private, utilizzando quei mezzi per scardinare il dispositivo preso di mira (bancomat o self-service) e trasportarlo in altro luogo per procedere alla sua apertura con apposita mola o fiamma ossidrica e successiva sottrazione della somma di denaro contenuta.
Dalle attività investigative sviluppate si riusciva a registrare e ricostruire molteplici episodi predatori commessi ai danni di aziende commerciali, in prevalenza distributori di carburanti, dislocate sull’intero territorio nazionale, colpi messi a segno con impressionante cadenza temporale sempre con lo stesso modus operandi, in particolare :