FIAB e Fondazione Michele Scarponi ricordano che la sicurezza stradale si costruisce anche in bicicletta
La Giornata mondiale in memoria delle vittime sulla strada, in programma domenica 16 novembre, diventa occasione per interrogarsi sulle cause e per individuare le soluzioni di una emergenza collettiva: quella delle morti sulle nostre strade.
Tra le cause, prima fra tutte è l’eccesso di velocità, fra le possibili soluzioni, per semplicità e immediatezza, è un utilizzo più diffuso della bicicletta. A ricordarlo sono FIAB, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta e Fondazione Michele Scarponi.
Quando si parla di sicurezza, l’attenzione tende a concentrarsi sui veicoli a motore, dimenticando che anche le bici fanno parte del traffico urbano e stanno conquistando sempre più spazio tra i mezzi scelti per gli spostamenti quotidiani. Un cambiamento importante, che però espone i ciclisti alle criticità di un sistema stradale vulnerabile e poco attento alla mobilità attiva: dall’inizio dell’anno l’Osservatorio Ciclisti ASAPS-SAPIDATA a oggi segnala già, nelle Marche, 5 decessi di ciclisti e 6 di persone a piedi, stessi dati registrati in tutto il 2024. Dati preoccupanti. Sebbene in diminuzione rispetto al 2023 che erano 7 ciclisti e 18 pedoni uccisi, ma ancora troppo alti.
“Il numero di vittime in bici è sempre paurosamente alto e c'è quindi ancora molto da fare per diffondere una diversa idea di sicurezza, all’insegna di consapevolezza ed educazione, su cui noi lavoriamo da oltre 40 anni, e che nel tempo sta dando risultati concreti”, dichiara Luigi Menna, Presidente FIAB Italia.
La parola “incidenti”, e il modo in cui spesso vengono raccontati, induce a pensare che si tratti di fatti inevitabili, connaturati alla vita stessa, tutt’al più dovuti al “tragico destino”. Non è così.
Le cause principali che li determinano sono la velocità, l'obsolescenza delle reti stradali e il comportamento umano, responsabile di oltre il 90% degli scontri.
“Chi investe e uccide è l’ultimo di tanti mandanti. Il tema della violenza stradale coinvolge ognuno di noi: nessuno è assolto – dice Marco Scarponi, Segretario generale Fondazione Michele Scarponi. Noi ce la mettiamo tutta per invertire la tendenza di un sistema al contrario: cerchiamo di spostare l’attenzione dal più forte al più fragile. La città deve essere un luogo dove respirare, giocare, crescere e confrontarsi. Una società che invece dà la priorità alla velocità delle auto piuttosto che ai bambini che giocano per strada è una società che non ha futuro. Crediamo e lavoriamo per una strada e una società senza barriere, in grado di salvaguardare e ospitare tutti.”
Secondo il codice della strada (art.142 comma 1), i limiti di velocità vanno stabiliti in base a un unico criterio: tutelare la vita umana, che, essendo il bene più prezioso, viene prima di ogni altro interesse. Nella Giornata mondiale in memoria delle vittime sulla strada, e ogni singolo giorno, FIAB e Fondazione Michele Scarponi si impegnano per una cultura della sicurezza che promuova e difenda la vita, anche sulla strada.