A fare il punto è la Cia Agricoltori provinciale di Ascoli, Fermo e Macerata che torna a puntare il dito sul cambiamento climatico che sta avendo ripercussioni negative nelle campagne.
Cia Agricoltori provinciale: “Per quanto riguarda la raccolta si prevede una diminuzione di circa il 50, 60% rispetto a due anni fa”.
Parte in ritardo la raccolta delle castagne in alcune aree del Piceno.
Tra le cause le precipitazioni registrate la scorsa primavera e la siccità dei
mesi estivi. A fare il punto è la Cia Agricoltori provinciale di Ascoli, Fermo
e Macerata che torna a puntare il dito sul cambiamento climatico che sta avendo
ripercussioni negative nelle campagne.
In
particolare Gianluca Rossi dell'azienda Agricola Sibillini Renaissance di
Montegallo tra gli associati della Cia Agricoltori sottolinea: «Le piogge
primaverili di maggio e giugno unitamente alla siccità registrata questa estate
hanno di fatto ritardato l'apertura dei ricci. Una situazione però che è a
macchia di leopardo. In alcune zone dell'entroterra ascolano la fase di
raccolta è già iniziata mentre nella mia area il ritardo è di circa venti
giorni».
Per quanto
riguarda la raccolta si prevede una diminuzione di circa il 50, 60% rispetto a
due anni fa, mentre la qualità sarà particolarmente buona «in quanto le
castagne si presentano con un buon tenore zuccherino - precisa Rossi –
Mentre per quanto riguarda i prezzi non subiranno variazioni rispetto allo
scorso anno». Intanto gli agricoltori sono in attesa che la Regione
Marche riapra il bando castagneti, una misura economica che fa parte
del Psr Marche dedicata al recupero delle aree boschive sul
territorio e alla produzione di castagne e che può far bene al territorio del
Piceno. Questo perché in tale area c’è la maggior estensione di castagneti sul
territorio: ben il 96% degli ettari di produzione marchigiana di
castagne secondo i dati Istat.
Nello specifico i castagneti sorgono nei comuni di Ascoli, Acquasanta, Arquata, Montemonaco, Roccafluvione, Montegallo, Comunanza e Rotella.