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ITALIA NOSTRA ASCOLI, RINALDI:

ITALIA NOSTRA ASCOLI, RINALDI:

Il complesso di San Domenico e il Centro della Documentazione della Pittura di Carlo Crivelli e dei Crivelleschi : “ Vox clamantis in deserto”.

Il complesso di San Domenico e il Centro della Documentazione della Pittura di Carlo Crivelli e dei Crivelleschi : “ Vox clamantis in deserto”. 

E’ proprio il caso di dire che la nostra è “ la voce di colui  che grida nel deserto”. Infatti mai che ci sia stato un minimo riscontro alle insistenti ripetute proposte della utilizzazione di  uno  dei tanti locali della città in condizione di abbandono quale sede del prestigioso Centro  di studio e documentazione della Pittura di Carlo Crivelli e dei Crivelleschi.

Già nel lontano 1994 fu formulata una prima proposta per la realizzazione di questo Centro , che trovò il consenso entusiasta del Prof. Pietro Zampetti il massimo studioso marchigiano della pittura adriatica rinascimentale.

Per il resto , a fronte delle successive  lettere e segnalazioni della Sezione, silenzio e disinteresse totale.

Sembra, ora,  che si voglia utilizzare il prestigioso complesso di San Domenico per realizzare abitazioni per persone anziane e per studenti della locale Università e forse si pensa di utilizzare allo scopo anche lo spazio dell’antica Chiesa del Complesso, già ristrutturato per renderne possibile la fruizione quale palestra di un Istituto Scolastico ospitato nell’antico complesso conventuale.

Eppure la chiesa era una delle più importanti della città e custodiva insigni opere d’arte, tra cui tre del maestro Carlo Crivelli, compreso il cosiddetto Polittico Demidoff  , ora esposto nella National Gallery di Londra, oltre a opere di Cola dell’Amatrice, di Simone De Magistris, di Ludovico Trasi , di Paolo di Visso oltre  a tre opere di grande valore custodite nella sagrestia. Di queste opere è avvenuta la progressiva dispersione senza limiti e fortunatamente almeno la sensibilità degli Inglesi  ha consentito di far comprendere per tempo l’importanza delle opere del Crivelli scongiurandone la totale scomparsa e consentendo invece l’esposizione  nella prestigiosa National Gallery.

Ma l’importanza del Complesso non si ferma qui. Va tenuta presente,infatti, anche l’eleganza del chiostro dove un tempo c’era un importane antichissima “libreria”( così viene indicata da Tullio Lazzari), di cui si è persa la memoria,  e la presenza delle  lunette affrescate        da Sebastiano Ghezzi padre del più famoso Giuseppe  accademico di San Luca e segretario di questa dotta assemblea.

Né va dimenticata la presenza di affreschi , compresa una commovente Crocifissione, di cui purtroppo mai è stata resa possibile la visione,   realizzati da artisti di Norcia forse nel 1300, nel  refettorio del convento e  di altri  probabilmente  presenti in altri locali sotto gli intonaci e tinteggiature .

E’ evidente che prima di procedere al completo stravolgimento della struttura muraria del complesso si dovranno effettuare tutti i controlli per evitare che dopo la dispersione dei lunghi secoli bui, si completi l’opera in un momento in cui a parole ci esaltiamo  per la stupefacente ricchezza del nostro patrimonio artistico e culturale  ma all’atto pratico niente facciamo per tutelarlo e valorizzarlo.

La Sezione ritiene che l’integrità del chiostro e degli  altri locali dove sono presenti gli affreschi vada assolutamente assicurata e che si debba utilizzare lo spazio della antica chiesa  per la realizzazione del Centro  di Studio e Documentazione della Pittura di Crivelli e dei  Crivelleschi proprio a ricordo delle opere del Maestro Carlo, compresi due polittici, realizzate per la Chiesa.

Così potremo almeno fra comprendere la ricchezza del patrimonio disperso , capire come ciò sia potuto accadere, far conoscere dove si trovano ora le opere, per incominciare finalmente a rimpiangere le antiche noncuranze e la drammatica sciatteria per prendere  finalmente coscienza di quanta bellezza ci siamo privati.

Siamo certi che il Soprintendente delle Marche Sud assicurerà la Sua  attenta consueta e rigorosa vigilanza perché , almeno in questo caso, non si permetta la completa privatizzazione dei beni comuni e si salvino le residue testimonianze di civiltà di un patrimonio irripetibile contribuendo a rendere possibile l’utilizzazione dell’antica chiesa quale sede del Centro di Studio e Documentazione della pittura di Crivelli e dei Crivelleschi.

E’ per questo che vorremmo sperare, almeno questa volta, che la nostra a voce non si perda nella vuota immensità  di un deserto di sabbia privo di vita.

Il Presidente della Sezione di Italia Nostra (Prof. Gaetano Rinaldi )