“Sono nato in un paese che era pieno di bunker: in Albania ogni gruppo di case doveva essere dotato di bunker, tale era l’ossessione del nemico” afferma il cantautore
“Sono nato in un paese che era pieno di bunker: in
Albania ogni gruppo di case doveva essere dotato di bunker, tale era
l’ossessione del nemico” afferma il cantautore
«Sono nato in un Paese che era pieno di
bunker: in Albania ogni gruppo di case doveva essere dotato di bunker, tale era
l’ossessione del nemico». Inizia così la lunga riflessione che Ermal Meta
affida alle pagine di Itaca, il semestrale gratuito della Cooperativa Ama
Aquilone fra le realtà più rappresentative delle Marche, attiva su diversi
fronti del terzo settore, operante da oltre quarant’anni nel mondo
socio-sanitario e socio-assistenziale.
«I bunker però sono stati i miei primi spazi di libertà:
ci richiudevamo con i miei amici, ce n’era sempre qualcuno che aveva un padre
custode con le chiavi – prosegue - Dentro si facevano giochi di coraggio, nei
meandri bui. Nel bunker per la prima volta, di nascosto, ho potuto ascoltare
una cassetta con le canzoni di Michael Jackson. Mi stregarono e decisi in
cuor mio che quella sarebbe stata la mia vita».
In particolare sul numero “Noi, Casa” il cantautore
ripercorre gli eventi che dall’Albania, sua terra natale, lo hanno portato fino
in Italia. «Quando sono arrivato in Italia, lasciando i miei amici in
Albania, mi è successo che non dormivo perché́ non avevo niente di cui
preoccuparmi; quella calma s’intonava male alla mia vita, ero in distonia con
quello che avevo intorno. Allora ho maturato questo pensiero nel mio intimo.
Tutti respiriamo per vivere, ma c’è un momento in cui anche il respiro è in
pausa, in cui rimane in silenzio».
Il magazine free press, ricco di rubriche e diretto dal giornalista Giuseppe Frangi, già direttore di “Vita non profit”, è consultabile sul sito della Cooperativa Ama Aquilone. E’ inoltre possibile riceverne una copia a casa, scrivendo una mail a comunicazione@ama-aquilone.it.