Un decennio di numeri e storie che raccontano un cambiamento
La presidente Modestini: “Uno dei dati più significativi riguarda la trasformazione nelle sostanze d’abuso: cresce l’uso di cocaina”.
In occasione della presentazione del Bilancio sociale 2024, la cooperativa sociale Ama Aquilone, con sede a Castel di Lama, restituisce un’analisi approfondita dei dati raccolti tra il 2015 e il 2024 all’interno delle proprie strutture residenziali e semiresidenziali nel territorio del Piceno e del Fermano, luoghi di accoglienza per persone che vivono fragilità profonde: dipendenze patologiche, comorbidità psichiatriche, madri tossicodipendenti con figli. Un decennio di numeri e storie che raccontano un cambiamento. Le “case” di Ama Aquilone si confermano presìdi di cura e reintegrazione, ma anche osservatori privilegiati delle trasformazioni sociali e sanitarie che investono le nuove fragilità. «Abbiamo voluto leggere in profondità i dati degli ultimi dieci anni non per contare gli ospiti, ma per capire meglio chi sono oggi le persone che varcano le nostre porte – afferma Mariapaola Modestini, presidente della cooperativa – Le trasformazioni sociali, le nuove dipendenze, la crescente complessità dei bisogni ci chiedono di rimetterci continuamente in discussione, aggiornare i nostri strumenti e, soprattutto, rinnovare ogni giorno il nostro sguardo sulla possibilità di riscatto».
I principali trend del decennio: profili più adulti, più maschili e più fragili
Dipendenze: meno eroina, più cocaina e polidipendenza
Uno dei dati più significativi riguarda la trasformazione nelle sostanze d’abuso:
Questa complessità crescente impone un’evoluzione nei modelli terapeutici, che oggi devono affrontare quadri clinici multidimensionali e risposte più flessibili.
Salute mentale e medicalizzazione: una realtà consolidata
«Le diagnosi duali – aggiunge la presidente – sono ormai la norma. Il confine tra dipendenza e disturbo psichico è sempre più labile, ed è nostro compito prenderci cura di entrambe le dimensioni, in modo integrato e non giudicante».
Esiti terapeutici: più stabilità, meno drop-out
Nel 2024, per la prima volta, il numero di ospiti che conclude positivamente il programma (51%) supera quello di chi lo abbandona (drop-out). Una svolta significativa, a testimonianza della maggiore efficacia dei percorsi personalizzati e del lavoro di équipe multidisciplinari.
L’analisi degli esiti rivela alcune correlazioni rilevanti:
«I numeri ci parlano, ma non ci definiscono – conclude Modestini – La nostra missione resta la stessa: accogliere le fragilità con professionalità e rispetto. Ma ciò che cambia, e che dobbiamo sapere leggere, è la forma che quelle fragilità assumono oggi: più sfaccettate, più complesse, ma sempre più bisognose di comunità. Noi continueremo a esserci».