Battista, gestione incontrollata specie faunistiche invasive mette a rischio produzioni agricole e pubblica incolumità
MAGGIORE IMPEGNO SU INDENNIZZI
"Una gestione incontrollata delle specie
faunistiche invasive, oltre a rappresentare un concreto pericolo per le
produzioni agricole, comporta numerose problematiche di carattere
igienico-sanitario, a livello animale ma anche umano, e mette inoltre a serio
rischio la pubblica incolumità, come dimostrano i numerosi fatti di cronaca che
vedono protagonisti in particolar modo i cinghiali, che in sempre più casi
imperversano nelle immediate vicinanze o addirittura all’interno degli abitati
e delle zone centrali, anche delle grandi città”. Lo sottolinea il presidente
della Copagri Tommaso Battista, esprimendo soddisfazione per il via
libera, previsto dalla manovra, alla caccia della fauna selvatica
anche nelle zone dove è vietata l’attività venatoria, comprese le aree protette
e quelle urbane.
“Ringraziamo
la maggioranza per aver prontamente accolto una nostra sollecitazione, dando
una concreta risposta alle legittime istanze dei tantissimi produttori agricoli
da tempo vessati da una problematica atavica, che affonda le sue radici nella
necessità di mettere mano con sempre maggiore urgenza ai superati e datati
contenuti della legge 157/1992, risalente ad oltre trent’anni fa e ormai
inadatta a conciliare le esigenze della fauna selvatica con quelle
dell’agricoltura”, aggiunge Battista, evidenziando che “soltanto nell’ultimo
decennio, il numero di ungulati nel nostro Paese è passato dai 900.000 capi del
2010 agli oltre 2 milioni del 2020, con un significativo e preoccupante aumento
del 111%, percentuale sulla quale ha inoltre inciso lo stop alle attività
venatorie arrivato durante la drammatica fase pandemica”.
“Mi
preme ribadire, come ho già avuto modo di fare durante diversi incontri con i
vertici della politica agricola del Paese, che l’attuale sistema normativo non
sembra garantire un reale bilanciamento tra l’agricoltura e la fauna selvatica;
gli interventi di controllo delle popolazioni attuati negli ultimi anni,
infatti, hanno prodotto scarsissimi risultati, tanto da portare al proliferare
incontrollato della popolazione di cinghiali”, rimarca il presidente, secondo
cui “è positiva anche l’introduzione di un Piano straordinario quinquennale per
la gestione e il contenimento della faune selvatica, da intendersi quale
strumento fondamentale per puntare sulla prevenzione, agendo quindi per evitare
il danno ancora prima che si verifichi”.
“E’ bene ricordare che quanto inserito in manovra non corrisponde a una deregolamentazione della caccia, in quanto l’abbattimento, oltre che pianificato e concordato, sarà consentito solo ai cacciatori iscritti agli ATC e dovrà essere autorizzato dagli enti preposti”, fa notare Battista, chiedendo un maggiore impegno sul versante degli indennizzi a favore dei produttori agricoli, che “da anni assistono impotenti alla distruzione di percentuali significative dei propri raccolti ad opera di ungulati e altre specie invasive”.