Resti di una domus romana e un pezzo del decumano massimo. Sono i reperti storici ritrovati ad Ascoli ed esaminati dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche sotto corso Trento e Trieste nel sondaggio preliminare agli scavi prima della sistemazione dell'importante arteria ormai ridotta ad un buca continua. Lo ha annunciato lo stesso sindaco Fioravanti nella sua diretta social promettendo di salvaguardare e valorizzare la cultura ascolana ma anche di velocizzare per quanto possibile i lavori per restituire la via alla sua funzione.
Il segmento del decumano riportato alla luce -secondo l'Ansa- rivela il tratto urbano della via consolare Salaria, che attraversava la città in senso est-ovest. Gli scavi hanno evidenziato un tratto di basolato in grossi conci di travertino delimitato su un lato dal marciapiede, realizzato con un battuto di laterizio e hanno permesso di datare la strada, e il suo mantenimento nell'assetto viario della città, tra il I e il IV sec. d.C. Tra gli elementi di maggiore interesse, una soglia, che originariamente doveva condurre in una bottega artigiana e i solchi lasciati dalle ruote dei carri, ancora ben leggibili sul basolato. Della domus sono state riportate alla luce alcune porzioni di sei stanze decorate con pregevoli intonaci affrescati, dai colori ancora brillanti. L'edificio, che ha subito vari ristrutturazioni, potrebbe risalire al II sec. a.C., cioè in un momento precedente al definitivo controllo di Roma sulla città di Ascoli.
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