/ITALIA NOSTRA, CONSIDERAZIONI SU ASCOLI E L’ITALIA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
ITALIA NOSTRA, CONSIDERAZIONI SU ASCOLI E L’ITALIA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
ITALIA NOSTRA, CONSIDERAZIONI SU ASCOLI E L’ITALIA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
Considerazioni e Proposte della Sezione Italia Nostra “William Scalabroni” di Ascoli Piceno.
La malefica nera nube del Corona Virus sta oscurando il cielo d’Italia e progressivamente quello dell’Europa e del mondo intero, infliggendo, forse , una ferita mortale alla solidità della costruzione del liberismo sfrenato e della globalizzazione senza limiti e regole, voluti dalle corporazioni della finanza internazionale e delle multinazionali.
Così ciò che non era riuscito ad ottenere la crisi finanziaria del 2008, superata in qualche modo dalla immissione forsennata di liquidità nei sistemi economici, lo sta ottenendo, con effetti drammatici, un microscopico insignificante virus proveniente da qualche sperduto angolo dell’immenso continente asiatico.
L’Italia e il resto del mondo sono apparsi completamente impreparati ad affrontare questa sfida, che potrebbe rivelarsi addirittura letale.
E’ potuto, così, accadere che, mentre per soggiacere alle leggi infauste della globalizzazione totalizzante, si sia rinunziato a conservare la capacità di produzione degli strumenti indispensabili ad affrontare l’aggressione del terribile virus, costringendo tutti a lottare contro la terribile pandemia quasi a mani nude, determinando la morte di migliaia di innocenti, non si sia, invece, rinunziato alla produzione di armi di distruzione o di altri prodotti non necessari.
E’ evidente che al termine di questa immane tragedia, nulla potrà essere come prima e non si dovrà assolutamente fare in modo, che, come affermato nel romanzo “Il Gattopardo” ,“tutto cambi perché nulla cambi”.
Si dovranno invece e necessariamente individuare le attività, i modi di comportamento, i presidi da dichiarare indispensabili a livello nazionale e, se l’Europa dovesse sopravvivere alle spinte egoistiche che ne stanno minando la solidità, a livello continentale.
Probabilmente una risposta , fondamentale anche per assicurare l’immediata occupazione dei tanti che la crisi del corona virus espellerà del ciclo produttivo, potrebbe rivelarsi il progetto di una nuova modalità di utilizzazione degli occupati riducendo progressivamente le ore di lavoro e aumentando il salario reale rispetto a quello nominale, utilizzando i risparmi così ottenuti per fornire alla comunità servizi collettivi in grado di aumentare concretamente il livello e la qualità della vita e la sicurezza delle comunità , rendendo in concreto più elevato il valore del salario percepito , permettendo contestualmente in maniera inimmaginabile il numero degli occupati. E’ evidente che si dovranno individuare, contestualmente, le modalità di forme di contribuzione da parte dei ceti più abbienti che usufruirebbero, al pari dei lavoratori,dei servizi forniti in maniera più efficace e diffusa.
Non è certamente necessario indicare ciò che si potrebbe fare. Ognuno, con un minimo di perspicacia,potrà individuare quali interventi si potrebbero effettuate, incrementando tutti i servizi collettivi che attualmente appaiono drammaticamente carenti.
Quindi migliore qualità della vita, maggiore sicurezza, alta occupazione, più ricerca, più innovazione.
Ma altri interventi sono possibili per superare questa crisi di indubbia travolgente gravità. E questi interventi potrebbero vedere il coinvolgimento specie delle arre marginali, n condizione di crisi già prima che si verificasse il fenomeno della pandemia e che forse proprio per il loro isolamento e per trovarsi alla periferia delle aree sviluppate più aperte ai contatti , non sono state la preda più appetibile del contagio del corona virus.
Ascoli e le aree interne del Centro Italia sono caratterizzate da questa condizione di crisi, condizione di sostanziale deprivazione già aggravata,peraltro, dalla sequela degli eventi sismici, a cui la virulenza drammatica della pandemia ha inferto forse il colpo definitivo e mortale minacciando la stessa sopravvivenza del sistema economico e sociale.
E, quindi, proprio qui andrebbe fatto un esperimento innovativo e per certi aspetti rivoluzionario : avviare cioè un processo di “valorizzazione sistemica “ delle risorse tipiche ed uniche dei territori di queste aree marginali , realizzando in concreto ciò che viene indicato con il termine “glocalism”, neologismo con cui si condensa in una sola locuzione la scelta di legare il “locale “ al “globale”.
In questo caso si valorizzerebbero in maniera sistemica le risorse tipiche locali, che per essere tali sono uniche e non copiabili da altre realtà e per questo fornirebbero una vantaggio competitivo solido e duraturo.
Questa valorizzazione sistemica prevede il rispetto di quattro principi irrinunciabili e cioè la “Tutela Attiva, la Conservazione, la Responsabile Fruizione e la Generazione di nuova Cultura per la Società della Conoscenza, della Creatività, della Innovazione e della Tolleranza” .
La Sezione di Italia Nostra, che già aveva elaborato una Ipotesi di Proposta di Legge per la realizzazione degli Studi di fattibilità dei Distretti delle Risorse Culturali per tutta l’ Italia, ne ha ora elaborato una che prevede l’effettuazione di questi Studi limitando l’esperimento alle Sette Province del Centro Italia, coinvolte nella drammatica sequela degli eventi sismici, allo scopo di far uscire dalla condizione di marginalità queste aree periferiche; di valorizzare in maniera innovativa un mondo dotato di risorse preziose ed uniche; di evitarne la definitiva morte demografica ed economica e l’ulteriore scivolamento delle attività verso le aree già eccessivamente antropizzate; di creare le condizioni per uno sviluppo più equilibrato ; di fornire risposte innovative e resilienti ai problemi posti dalla pandemia.
Tra l’altro questo tipo di sviluppo consentirebbe di avviare finalmente quel processo indispensabile capace di favorire lo sviluppo di un nuovo modello di turismo, non fatto più solo ed esclusivamente di grandi numeri, di veloci e fameliche ondate di escursionismo aggressivo, privilegiando invece il turismo residenziale della cultura e della conoscenza in grado di favorire un rapporto stabile, emotivo e coinvolgente del visitatore che diventa , per un adeguato periodo di tempo, un cittadino del territorio, in grado di entrare in un rapporto di un proficuo e vitale scambio culturale con la comunità ospitante.
E’ augurabile che sulla congruità e correttezza delle proposte formulate nella Ipotesi di Proposta di Legge, di cui si allega il testo, si apra un confronto collaborativo e proficuo con tutti i portatori d’interesse pubblici e privati e che si indichino le manchevolezze, le integrazioni necessarie, gli eventuali errori , per poter alla fine invitare i sensibili rappresentanti istituzionali del territorio coinvolto nell’iniziativa a presentare in Parlamento questa innovativa proposta per consentire l’avvio di un esperimento dal costo contenuto per estenderlo poi eventualmente in tutto il resto del paese.
La Sezione Italia Nostra di Ascoli Piceno “William Scalabroni”
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