I dati emergono da una ricerca dell’Agenzia Logos per CIA
Nel corso della campagna olearia 2024-2025, la produzione di olio nelle Marche ha fatto registrare un incremento straordinario: +198% rispetto all’annata precedente. La produzione regionale ha raggiunto quota 4.320 tonnellate, contro le 1.452 del 2023, ben al di sopra della media registrata tra il 2020 e il 2023 (3.005 tonnellate).
I dati emergono da una ricerca dell’Agenzia Logos per CIA – Agricoltori Italiani delle Marche, su elaborazioni ISMEA su base AGEA – Dichiarazioni dei frantoi.
Complessivamente, nelle Marche sono stati coinvolti 155 frantoi, che hanno prodotto oltre 40,8 milioni di chili di olive, per una resa media dell’11% e una produzione totale superiore ai 4,3 milioni di chili di olio. Nel dettaglio provinciale, ad Ancona i 35 frantoi hanno prodotto 966.636 chili di olio a fronte di oltre 10 milioni di chili di olive molite, con una resa del 10%. In provincia di Ascoli Piceno i frantoi sono stati 31, per una produzione di 850.347 chili di olio e una resa del 12%, la più alta della regione. A Fermo i 27 frantoi hanno raggiunto una produzione di 861.859 chili di olio con una resa dell’11%. A Macerata i frantoi coinvolti sono stati 45, con 1.127.466 chili di olio e una resa dell’11%. Infine, in provincia di Pesaro Urbino, i 17 frantoi hanno prodotto 514.093 chili di olio, con una resa del 10%.
Mauro Moreschini, direttore Cia Ascoli-Fermo-Macerata, ha detto: “Il comparto olivicolo marchigiano, in special modo del sud delle Marche, nell'anno 2024 ha ottenuto una buona produzione per quanto riguarda sia il prodotto che la qualità dell'olio. Il 2025 sarà più difficile, anche a causa di attacchi patogeni come quello della mosca. In realtà, per i produttori l’ostacolo principale è sempre il prezzo, anche a causa del prodotto estero che continua ad arrivare sui nostri mercati e dell'aumento dei costi di produzione delle materie prime, che comunque sono un problema non indifferente”.
La campagna 2024-2025 si inserisce in un contesto nazionale complesso, caratterizzato da una “annata di scarica” che ha visto la produzione italiana scendere sotto le 250 mila tonnellate, pari a un calo del 24% rispetto al 2023. La dinamica produttiva ha mostrato un’Italia divisa in due: al Sud la produzione ha subito una forte contrazione, mentre al Centro-Nord si sono registrati incrementi significativi, con volumi più che raddoppiati rispetto a un 2023 particolarmente scarso.
Sul fronte dei prezzi, dopo due anni di rialzi record, l’autunno 2024 ha visto un crollo delle quotazioni internazionali. L’olio extravergine spagnolo è passato in pochi mesi da quasi 9 euro al chilo a 3,60 euro a giugno 2025, trascinando verso il basso anche il prodotto greco e tunisino. Diversa la situazione per l’extravergine italiano, che ha mantenuto una quotazione media sopra i 9 euro al chilo. A incidere sono stati sia la scarsità di prodotto, dovuta all’annata di scarica e alle basse giacenze di inizio campagna, sia l’elemento qualità, che continua a rappresentare una discriminante fondamentale sul mercato. Il segmento del lampante, invece, ha seguito l’andamento flessivo registrato anche a livello internazionale.
Giacomo Senzacqua, titolare dell’omonima azienda agricola, descrive l’andamento produttivo degli ultimi anni: “ La produzione è stata positiva fino al 2023. Non eccezionale, ma magari legata molto a una buona pratica, una buona gestione degli oliveti. Il 2024 ha visto invece una produzione eccezionale su tutto il territorio marchigiano, quindi anche nella nostra azienda. Determinate variabili si sono allineate per far sì che il raccolto fosse eccezionale sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. Abbiamo avuto una buona fioritura nel 2024, seguita da un'ottima allegagione. Successivamente, nessun problema significativo da un punto di vista fitosanitario, nessun grande problema con la mosca e quindi siamo andati al raccolto in condizioni ottimali. Quest'anno abbiamo una situazione un po’ più a macchia di leopardo su tutto il territorio marchigiano, quindi mi aspetto sicuramente una minor produzione: la fioritura si è mostrata inizialmente buona, ma poi le temperature leggermente più basse rispetto alla media stagionale hanno fatto sì che la fioritura sia stata ritardata di qualche di qualche settimana”.