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ANPI, CORONA D'ALLORO SUL CIPPO A PORTA ROMANA IN RICORDO DI MARINI E RABITTI

ANPI, CORONA D'ALLORO SUL CIPPO A PORTA ROMANA IN RICORDO DI MARINI E RABITTI

Anche oggi, 1^ Maggio 2020, è stato concesso all’ANPI Provinciale di Ascoli Piceno la deposizione di una corona d’alloro ai piedi del cippo che ricorda la fucilazione di Marcello Marini, anconetano, e Mario Rabitti, entrambi diciannovenni, ai quali è stata concessa la medaglia d’argento al valor militare alla memoria.

Marini Marcello, n. a Ancona il 07/12/1925, paternità Gualtiero, qualifica Partigiano caduto, Gruppo Decio Filipponi (20/09/1943 -01/05/1944), grado Ispettore btg – Sotto tenente, riconosciutagli il 26/03/1946 ad Ancona.

Rabitti Mario, n. a Modena il 3/11/1925, paternità Giovanni, qualifica Partigiano caduto, Banda Decio Filipponi, grado Commissario Distaccamento – Sotto tenente, riconosciutagli il 7/05/1946 ad Ancona.

I partigiani Rabitti e Marini operavano con la banda Decio Filipponi, al comando di Rani d’Ancal.

La sera del 27 aprile parteciparono a un’azione nel piccolo centro di Falerone, dove una volta bloccati tutti gli accessi, furono rese inutilizzabili le automobili civili che erano state requisite dai tedeschi, ma che non erano ancora state portate via perché mancavano delle gomme.

Furono inoltre organizzati dei posti di blocco sulle strade vicine al paese, per affermare il controllo del territorio. Tuttavia l’inesperienza e l’ingenuità fu fatale ai due membri del gruppo: Marini e Rabitti.

Il 30 aprile fermarono una macchina sospetta nei pressi di Penna San Giovanni.

I due occupanti dichiararono loro che stavano per raggiungere il proprietario dell’autovettura a Piane di Falerone, pertanto i partigiani salirono e decisero di verificarlo di persona.

In realtà il proprietario era uno dei due uomini, che alla fine li condusse dalla milizia fascista che quel giorno era riunita a Piane per proteggere un raduno di bestiame per i tedeschi.

I partigiani furono catturati, trasferiti ad Ascoli Piceno e fucilati il mattino successivo.

Il comandante d’Ancal tentò invano uno scambio con due ostaggi, che alla fine vennero uccisi.
        

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