SISTEMA SICUREZZA A RISCHIO: CON UN FINTO INCIDENTE STRADALE, ASCOLI PICENO E SAN BENEDETTO DEL TRONTO SONO IN MANO AI CRIMINALI.
Non vogliamo assolutamente speculare sul tragico evento accaduto tre giorni fa a Genova e l’aspra polemica che ne è scaturita tra il Governo e l’ente Autostrade sulla mancata o scarsa manutenzione dei tratti Autostradali gestiti, ma certamente non possiamo non pensare alla forza e il potere che questo ente ha, e sempre ha avuto anche nei confronti del nostro Ministero.
I nostri vertici Ministeriali hanno sempre negato questa influenza, ma i fatti dimostrano l’esatto contrario.
Per essere più chiari riportiamo quello che accadde la sera del 1° ottobre del 2017 in località "Molini" nel comune di Fermo, dove un'autovettura con a bordo due persone anziane, per ragioni sconosciute fu coinvolta in un grave incidente stradale. Passeggero e conducente furono soccorsi dal personale del 118, purtroppo uno dei due feriti, non si sa bene se a conseguenza o meno dell’incidente, morì il giorno dopo. Ebbene, sul posto, in considerazione della mancanza di pattuglie sulla viabilità ordinaria, il sinistro non fu rilevato da nessun organo di Polizia.
Ma perché questo incidente non fu rilevato?
Ebbene in un mondo perfetto il servizio svolto dalla Polizia di Stato è un servizio pubblico rivolto alla collettività, quella collettività che, in quanto popolo e dunque Stato, si rappresenta e ci legittima nell’attività che giornalmente svolgiamo.
Lo dice lo stesso Dipartimento della Pubblica Sicurezza che, più volte, negli ultimi anni, ha utilizzato slogan quali “vicini tra la gente” “insieme alla gente”, che proprio a tale fine sembravano rivolti.
In un mondo perfetto tutto questo sarebbe prioritario, gli slogan sarebbero seguiti dai fatti.
Evidentemente non è perfetto il mondo Del Compartimento Polizia Stradale delle Marche e di conseguenza della Sezione Polizia Stradale di Ascoli Piceno da cui dipende, che per accordi quanto meno discutibili con la privata Società Autostrade, deve impiegare almeno 8 pattuglie giornaliere sul tratto autostradale A14 di propria competenza, pur essendo pienamente consapevole di non poter assicurare questo impegno, se non trascurando o abbandonando completamente in tutti i quadranti, soprattutto quelli serali e notturni le strade provinciali a discapito del servizio al cittadino, alla tutela della sua incolumità.
E nella logica oramai chiara che gli accordi con i privati, regolati dal denaro valgano più del giuramento di fedeltà ai cittadini ed ai loro bisogni.
La Polizia Stradale di Ascoli Piceno, invece di denunciare la scarsità di organico alla Sottosezione Autostradale di Porto San Giorgio (competente per il tratto autostradale A14) e invece di incrementarlo la sguarnisce con movimenti interni, nel contempo, preferisce, per non urtare la suscettibilità di chi volontariamente ignora tale criticità, distogliere le pattuglie dal servizio sulle strade provinciali per soddisfare le esigenze di una Società privata provocando l’ira dei cittadini che, ovviamente, viene sfogata sugli operatori della Polizia, sempre più abbandonati in trincea da “Generali”non curanti.-
La situazione di abbandono in cui versa il controllo del territorio della Provincia di Ascoli Piceno da parte della Polizia Stradale negli orari serali e notturni è in fondo, diciamocelo, sempre più lo specchio della società italiana; la priorità degli interessi privati anzitutto e ad ogni costo, anche a costo di abbandonare cittadini gravemente feriti al proprio destino sulle strade Provinciali dovendo assicurare la presenza delle pattuglie sulle Autostrade italiane. Addirittura è accaduto anche che per "far quadrare i conti", il Compartimento Polizia Stradale delle Marche ha impiegato sulla tratta autostradale una pattuglia del Distaccamento di Fabriano (AN) a cui è stato ordinato di portarsi presso la Sottosezione di Porto San Giorgio per sostituire l'auto di servizio con quella in carico alla sottosezione (fornita dalle autostrade), vigilare la tratta dell'A/14 Porto San Giorgio-Ancona Sud (100 KM), riconsegnare l'auto e rientrare in sede (ulteriori 125 km). Quindi tirando le somme, per vigilare il tratto di competenza autostradale sulle sei ore di servizio a disposizione, effettivamente per questo compito specifico il personale è stato impegnato poco meno di tre ore, con conseguente spesa inutile di denaro pubblico, stress psicofisico degli operatori ed usura elevata dei veicoli.
Purtroppo a tutto ciò si sta verificando un altro grave problema, ovvero quello che in assenza di pattuglie della Polizia Stradale, come già detto tutte dirottate in Autostrada, il rilevamento degli incidenti è ricaduto sul Personale della Squadra Volante.
Ed è qui che avviene il fatto grave: “basta un incidente, anche fittizio, ed Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto sono in mano ai criminali”.
Tutto ciò è deleterio per l’efficacia dei servizi di prevenzione e per la sicurezza stessa degli operatori durante il servizio di Volante, entrambe già compromesse con la presenza di UNA SOLA VOLANTE, che sarebbe in caso di impiego di un rilievo di un incidente stradale, distolta dal suo compito primario, il controllo del territorio.
Predetto personale è altamente formato e specializzato per il controllo del territorio con lo scopo di prevenire e reprimere i reati, ma non ha purtroppo le competenze tecniche per effettuare i rilievi degli incidenti stradali, in quanto mai formati o addestrati a questo, ma a nessuno importa tutto ciò, l’importante è mettere a posto le carte.
In una recente discussione tra lo scrivente ed il Dirigente del Compartimento della Polizia Stradale delle Marche Dirigente Superiore Dott. Leonardo Biagioli, cercando di sensibilizzarlo sulla reale problematica, lo stesso glissava, riferendo di attenersi scrupolosamente al Decreto Minniti, e quindi di non farsi carico di tutto ciò, lasciando di fatto in balia degli eventi gli operatori delle volanti della provincia di Ascoli Piceno.
Ebbene ricordare che in quel Decreto, lo stesso Ministro ha sì rappresentato la necessità di deputare il servizio di vigilanza della viabilità extraurbana ed autostradale alla Polizia Stradale ma nel contempo ha poi ribadito che spetterà alla Polizia Municipale rilevare gli incidenti stradali in ambito urbano garantendo servizi ad hoc nell’intero arco delle ventiquattro ore, previo accordo quadro con l’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani
In quei Decreti, venivano invitati i Sigg. Prefetti ad “incoraggiare i rappresentanti degli Enti Locali per la creazione di appositi Consorzi intercomunali che, soprattutto nelle fasce orarie notturne possano intervenire nella rilevazione degli incidenti stradali” ... iniziative, dunque, intese a ricondurre “la competenza dei rilievi foto planimetrici in occasione di sinistri stradali con esiti mortali o con lesioni gravi, in ambito urbano, in via prioritaria alla Polizia Locale o, in caso di indisponibilità, al reparto di Polizia Stradale competente”.
Ad oggi cosa hanno fatto i Prefetti? Questo sarebbe importante per noi saperlo.
E’ diventata purtroppo una guerra fra poveri, dove a pagarne le conseguenze non sono solo gli operatori di P.S. ma anche lo stesso cittadino, il quale non avrà più a completa disposizione una volante dedicata a trattare tutti quei compiti per i quali è destinata a svolgere ovvero, la “Prevenzione e Repressione dei reati”.
Per far ben comprendere la potenza dell’ente Autostrade, concludiamo con una semplice domanda: Se al posto di un ponte crollato in autostrada a Camerano (AN) poco più di un anno fa dove ci furono due morti o del grave incidente stradale avvenuto a Bologna di qualche giorno fa sempre con due morti ed un centinaio di feriti, questi fatti fossero avvenuti in strade ordinarie o secondarie, in quanto tempo sarebbero stati riaperti quei tratti stradali interessati dall’evento? Con certezza non lo sappiamo, ma possiamo affermare con altrettanta certezza che in meno di 24 ore, entrambi i tratti stradali sono stati riaperti, con tanto di pluri annunci mediatici, per timore che qualcuno non si servisse di queste importanti arterie.
D’altronde lo sanno tutti, “i soldi muovono il mondo” e ”il tempo è denaro”. A buon intenditor poche parole.
Crediamo fortemente che c’è molto da rivedere sull’apparato sicurezza, colpito sistematicamente nelle varie finanziarie da tagli lineari e, che per i quali non sono a pagare solo gli operatori ma la brava gente in genere.
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