Cinquantatremila scosse di terremoto dopo quel 24 agosto, il re si scopre nudo.
La ricostruzione è al palo. Le visite degli amministratori regionali di ogni ordine e grado hanno prodotto solo parole d’ordine con verbi declinati all’infinito.
Intanto le casette slittano, forse, al prossimo inverno; le stalle tra breve non serviranno più per carenza di animali da ricoverare; gli sfollati negli alberghi della costa stanno ricevendo l’invito a trovarsi nuove sistemazioni.
E ancora. Le verifiche si è calcolato che non finiranno prima del 2018.
E su questo scenario già di per sé da incubo si è abbattuto un nuovo, devastante, terremoto.
Il nuovo sisma ha un nome e cognome: Vasco Errani. Il commissario, a cui va riconosciuta comunque, una buona dose di onestà intellettuale, in un incontro a porte chiuse con i rappresentanti regionali e con i sindaci dei comuni marchigiani interessati dal sisma, ha decretato il fallimento della gestione dell’emergenza messa a punto dall’ex presidente del Consiglio Renzi, ed ha puntato l’indice contro chi fin da settembre non aveva capito che il territorio marchigiano, colpito dal sisma era particolarmente vasto e con grandissime difficoltà infrastrutturali e di collegamento, e come da audio consultabile nel sito di Panorama, ha detto, in maniera inequivocabile, che la ricostruzione è ferma e non certo per colpa sua, non si sa se e quando potrà ripartire, e che la Regione in particolare deve assumersi le proprie responsabilità.
È assurdo, e il sottoscritto lo ripete da mesi, pensare che per cominciare a fornire le casette occorra aspettare di conoscere l’esatto fabbisogno definitivo delle stesse.
E se, come ormai appare certo, i sopralluoghi finiranno a fine anno, nel frattempo che si fa??
Certo per chi vive da sei mesi con l’incubo di nuove scosse, per chi ha vissuto nevicate artiche, per chi ha visto crollare il lavoro di una vita eppure non vuole arrendersi, sentire il commissario Errani puntare l’indice contro chi poteva fare e non ha fatto è stato sicuramente uno shock.
Ma, in fondo, Errani ha detto l’assoluta verità. Ed ha scoperto il coperchio di una politica regionale di piccolo, piccolissimo, cabotaggio.
Una politica brava a chiedere ma non a rimboccarsi le maniche.
Ne sanno qualcosa i tanti marchigiani che si sono rivolti e si rivolgono alla Regione Marche per chiedere informazioni e sono stati e vengono sballottati da un ufficio all’altro.
Si dirà che sono decine di migliaia i sopralluoghi ancora da fare ma nel momento in cui il rappresentante governativo denuncia ritardi e inadempienze nella gestione dell’emergenza, cosa intende fare la Regione? Che intende fare Ceriscioli? Continuerà a dire che non lascerà solo il popolo terremotato? E come?
Inutilmente abbiamo chiesto nei mesi scorsi che la Regione si attivasse in maniera energica e decisa per dare risposte ai terremotati delegando i sindaci, ma nulla.
Silenzio. Silenzio operoso si dirà. Forse, ma talmente silenzioso che nessuno se ne è accorto. Ed ora tutti i nodi vengono al pettine.
Il renzianissimo Ceriscioli che farà? Protesterà con Gentiloni? Scriverà al buon Matteo in attesa che torni ad essere segretario del PD e capo del Governo?
O metterà mano ad interventi concreti ed immediati, come sempre ho chiesto in Consiglio, per dare risposte, prima del prossimo inverno, a quanti tremano alla sola idea di dover trascorrere ancora mesi di freddo in caravan o in roulotte?
Se le risposte sono state quelle avute finora che il Buon Dio ce la mandi buona ma … hai visto mai un soprassalto di dignità? Hai visto mai?
Ing. Piero Celani Consigliere Regionale Forza Italia
Vice Presidente Commissione Sviluppo Economico Assemblea Legislativa delle Marche
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