Negli “Orti degli Anziani”, i primi cavolfiori arancioni Giorgio Ruffini, Lions San Benedetto del Tronto: “Vorremmo realizzare una piccola sede, sarebbe un importante elemento di socializzazione”
L’Italia è uno dei centri di differenziazione
mondiale più importante per il cavolfiore e la sede di Monsampolo del Tronto
del CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia
Agraria, ente pubblico vigilato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità
Alimentare e delle Foreste) è uno dei centri d’eccellenza: qui è stato
sviluppato il cavolfiore
romanesco arancione che, donato lo scorso anno da HM CLAUSE ai
coltivatori degli “Orti degli Anziani” di San Benedetto del Tronto, ha dato
pochi giorni fa il via al primo raccolto.
Giorgio Ruffini, responsabile del progetto
Lions di San Benedetto del Tronto "Orti per gli Anziani" sin dalla
sua nascita si è dichiarato “molto felice del fatto che negli orti dei nostri
anziani siano nati i primi cavolfiori romaneschi arancioni, per il valore
simbolico che questo rappresenta per i nostri coltivatori e per l’indubbia
qualità di questo tipo di cavolfiore”.
Sugli sviluppi futuri degli
“Orti degli Anziani” ha affermato che “si tratta di un progetto che, pian piano,
vogliamo far crescere sin dal 2014, quando individuammo con l'Amministrazione
comunale i 5.000 metri quadrati utili a realizzare i 30 orti e ci occupammo di
reperire i fondi per gli scavi del pozzo artesiano necessario all'irrigazione.
Incontriamo gli assegnatari a cadenza annuale e speriamo che il Comune di San
Benedetto del Tronto ci aiuti a reperire i fondi necessari per costruire una
piccola sede dove ripararsi da caldo e freddo, perché il nostro service è anche
un grande esempio di socializzazione tra anziani".
Lo sviluppo del cavolfiore
romanesco arancione è dunque un’eccellenza del territorio Piceno.
“Quarant’anni fa – ricorda Nazzareno
Acciarri, ex direttore della sede di Monsampolo del Tronto del CREA –
centro di orticoltura e florovivaismo – in Canada un cavolfiore arancione
nacque, casualmente, in un campo di cavolfiori bianchi, ma questa nuova varietà
non venne studiata bene, all’epoca. Noi, a Monsampolo, abbiamo incrociato
questa variante con numerosi tipi di cavolfiore e, nel romanesco, abbiamo
individuato la tipologia di cavolfiore giusta per sviluppare la variante
arancione.
“Se consideriamo gli
aspetti di natura organolettica - prosegue Alessandro Natalini,
ricercatore del CREA di Monsampolo del Tronto – il gusto del romanesco arancione
denota una maggior dolcezza, sia nel prodotto fresco che in quello cotto. Il
colore è dato dal betacarotene che è un antiossidante e precursore della
vitamina A, il retinolo: questa
caratteristica rende il cavolfiore romanesco arancione unico e particolarmente
salubre fra gli ortaggi freschi disponibili nel periodo invernale. Stiamo
lavorando per ampliare il periodo di raccolta di questo cavolfiore con la
costituzione di più varietà a diversa precocità”.
Il cavolfiore romanesco arancione, sviluppato nelle Marche, è stato poi commercializzato dalla filiale italiana della multinazionale HM Clause, con un accordo con il Crea stipulato nel 1998: “Si tratta di una novità – ha detto Giampaolo Crescenzi, responsabile tecnico Clause - che nasce nel nostro territorio, ma è un’eccellenza mondiale da valorizzare. Quando il Lions ci ha proposto di far coltivare il cavolfiore romanesco arancione negli Orti degli Anziani, ci è parsa un’ottima idea”.