Don Vinicio Albanesi: «Con il suo progetto sociale, Francesco Cicchi ha cambiato la vita di molte persone»
Ama Festival 2025 si è svolto lo scorso fine settimana a Castel di Lama: un’edizione intensa e partecipata, dedicata alla memoria del fondatore della Cooperativa Ama Aquilone
«Quando l’ho conosciuto aveva vent’anni. Ha fatto tutto questo con costanza, creatività, scegliendo la strada delle relazioni, senza catene né costrizioni. Si è impegnato in un progetto sociale che ha cambiato la vita di molte persone». Con queste parole, don Vinicio Albanesi presidente storico della comunità di Capodarco di Fermo, ha ricordato con commozione, affetto e profonda ammirazione Francesco Cicchi, presidente e fondatore della Cooperativa Ama Aquilone, a cui è stata dedicata l’edizione 2025 di Ama Festival, che si è svolta lo scorso fine settimana, a Castel di Lama.
L’evento si è aperto proprio con un momento in ricordo di Cicchi, durante il quale sono intervenuti anche Marco Perosa, Giuseppina Sospetti, collaboratrice storica fin dagli anni Ottanta, e il dottor Gianni Giuli, direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Ast di Macerata. Il loro tributo ha restituito al pubblico la figura di un uomo che ha saputo unire visione e umanità, costruendo nel tempo una realtà capace di accogliere, curare e accompagnare al cambiamento. Non sono mancati i saluti istituzionali, affidati al senatore Guido Castelli, al presidente della Fondazione Carisap, Maurizio Frascarelli e al presidente dell’Ast, Antonello Maraldo, che hanno sottolineato l’importanza del lavoro svolto dalla Cooperativa sul territorio e il valore sociale del Festival.
L’edizione 2025, intitolata “Ultreia – Continuate il viaggio”, ha voluto rappresentare un invito a non fermarsi, a superare i propri limiti e a proseguire insieme, condividendo il cammino della cura e della rinascita. Il titolo, che richiama l’antico saluto dei pellegrini sul Cammino di Santiago, ha fatto da filo conduttore a due giornate intense e partecipate. Uno dei momenti più sentiti è stata la Cerimonia delle Dimissioni, quando alcuni ospiti della Comunità Terapeutica Casa Ama hanno celebrato la conclusione del proprio percorso terapeutico. Un rito sobrio e toccante, che ha reso visibile il senso più profondo del Festival. «Il festival è nato per celebrare la fine di un percorso terapeutico – ha spiegato Mariapaola Modestini, presidente della Cooperativa – ma anche per condividere con la comunità il significato di questo viaggio. “Ultreia” è il nostro modo di dire che ogni cammino ha valore, anche quelli più faticosi e silenziosi».
Tra gli ospiti più attesi, Miriam Giovanzana, giornalista e direttrice editoriale di Terre di mezzo, ha offerto domenica pomeriggio una riflessione sul valore del camminare come esperienza trasformativa e occasione di incontro. L’intervento è stato introdotto dal giornalista Giuseppe Frangi.
La giornata si è chiusa con lo spettacolo “È stato un tempo il mondo” con Ginevra Di Marco, il poeta Franco Arminio, e i musicisti Francesco Magnelli e Andrea Salvadori, che hanno portato in scena un intreccio poetico e musicale tra memoria, resistenza e festa. Durante la giornata di domenica sono stati presenti anche Emergency e UNICEF, con stand informativi a sostegno delle popolazioni colpite dalla guerra. L’area ristoro, curata dalla Bio Fattoria Sociale Ama Terra, ha offerto uno spazio di condivisione e inclusione, accompagnata da un’area bookshop.