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PMIA, GALANTI: "AUTOTRASPORTO E RISTORI..."

PMIA, GALANTI: "AUTOTRASPORTO E RISTORI..."

Robero GALANTI: <Oggi assistiamo ad un “teatrino” (che qualche politico di rilevo ha definito come una rappresentazione pessima) davvero unico nel suo genere dove si dice e si fa  tutto ed il contrario di tutto.

La fantasia certo non manca per trovare una denominazione a chi, nel pieno rispetto della transumanza, cambierà di nuovo casacca.

Non entro nel merito della ricerca, ma credo, da semplice osservatore, che, nella normalità, nessuno si tiene in casa l’amante;  piuttosto cerca di controllare ed evita chi ha tradito. Quindi non definiteli “costruttori” e neppure “figliol prodigo”, ma transumanti.

Ora carissimi politici (tutti) cercate di evitare la proliferazione di atti  a difesa del “poltronificio” (unica attività florente  e mai in crisi) e attivatevi per  trovare la cura e non un antidolorifico che allevia solo temporaneamente il dolore.

Per tornare ai problemi della categoria dell’autotrasporto, dopo varie segnalazioni di nostri associati, ritengo utile condividere  con voi carissimi colleghi e colleghe una lettera che un imprenditore del trasporto del Lazio mi ha inviato e che rappresenta uno spaccato del settore trasporti in Italia.>

“Carissimo segretario,

Vorrei porre l'attenzione sul problema degli stanziamenti a fondo perduto (nel mio caso parlo della Regione Lazio) ma il riferimento è su quelli governativi su scala nazionale, per segnalarti  che,  elargire fondi esclusivamente a determinate categorie le quali sono necessariamente traposto-dipendenti, senza tener conto dell'effettivo calo del nostro fatturato, non è giusto.

Sono titolare di un'azienda di trasporti che lavora per conto di una grande Spa che vende e fa trasportare  prodotti food e non food per la ristorazione.

Nel mio caso, ma si tratta di un format identico a quello di tanti miei colleghi, "servo" soprattutto Ristoranti ed Hotel, per i quali, come per la mia categoria, il calo di fatturato è evidente e preoccupante.

Per nulla togliere ai colleghi con i quali condividiamo e cerchiamo di combattere insieme contro problemi di natura storica comune (esiguità dei prezzi di  pagamento per i servizi, tempi lunghi e tanto altro), ma ritengo che per quanto riguarda lo “spaccato” della tipologia particolare della mia attività, seppure nel trasporto, non è possibile equipararci, ad aziende di trasporto che, per esempio, lavorano con i supermercati (mai chiusi durante tutta la pandemia). Come è possibile escluderci dai ristori in base al codice Ateco?

A febbraio 2020 avevo 16 dipendenti, ora, a malincuore solo 12; dei 10 mezzi che ho, lavoriamo mediamente con 5. Le nostre tariffe sono proporzionate ai Kg trasportati e, da marzo 2020,  i nostri viaggi sono pagati per il 90% con delle tariffe minime (che non sonoi i costi minimi di cui si parla da anni), che, in base alla tipologia dei mezzi, non consentono neanche la copertura dei costi fissi, figuriamoci se consentono di avere un minimo giusto guadagno!

Sottolineo e sollecito, quindi, la necessità di prevedere aiuti alle aziende di trasporto, dando ristori a fondo perduto in base all'effettiva perdita di fatturato. A tal fine ritengo infatti che per l'Agenzia delle Entrate, cui confluiscono tutte le fatture elettroniche, sia estremamente facile poter confrontare i fatturati ridotti del 2020 e 2021, con quelli dell'anno 2019, o magari riconoscere i fondi perduti sulla base di autodichiarazioni di riduzione di fatturato rispetto al 2019, procedendo poi con verifiche a campione.

Basarsi, come avviene, invece, solo sui codici Ateco è penalizzante, in quanto alcune categorie come la nostra, sono ingiustificatamente escluse, nonostante forniscano servizi alle attività per le quali i vari tanti DPCM hanno imposto la chiusura o la riduzione dell'orario di apertura.

Sono certo del tuo solito  interessamento e spero sinceramente di aver fornito uno spunto di riflessione su una cosa molto semplice, ma, a quanto pare, ignorata da tutti coloro che hanno potere decisionale in tema di ristori specie in questi tempi di pandemia."

Se i ristoranti, gli hotel, i B&B, i bar e tutte le attività connesse sono chiusi, non è difficile capire che nel sistema, gli autotrasportatori che hanno investito per un servizio dedicato, sono forzatamente penalizzati e che hanno la necessità di poter concretamente ricevere ristori adeguati. Forse la classe politica e per essa i dicasteri competenti non si rendono conto che bisogna passare dalle chiacchiere ai fatti.

Il livello di sopportazione e pazienza hanno superato di molto il limite di guardia.

Occhio!!!!!!
        

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