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Pedro Mendes: "Mi sento un ascolano, qui si ama il calcio"

Pedro Mendes: "Mi sento un ascolano, qui si ama il calcio"

Il mio sogno è quello di giocare in Champions League. Con la Nazionale, invece, il maggior numero di competizioni possibili

Lisbona e Ascoli non sono mai state così vicine. Due città, due culture distanti 2.610,3 km tenute insieme da Pedro Mendes: "Qui vivo bene. Mi sento uno di loro, un ascolano", racconta a gianlucadimarzio.com. La chiacchierata con il portoghese inizia proprio così. Intrinseca di armonia e spontaneità, due qualità che delineano al meglio il carattere dell'attaccante. "Le persone di Ascoli si vogliono bene e amano il calcio -racconta il bianconero- ,è una piazza unita. Sono felice per questo mio inizio di stagione, ora vogliamo migliorare la classifica. L'anno scorso è stato difficile, giocavo poco e in un ruolo diverso dal mio. Ho percepito la difficoltà del campionato, davvero tosto. Chi non guarda la Serie B magari non lo sa, ma è un torneo complicato. Ora lo sto conoscendo meglio. Quante reti intendo realizzare? L'obiettivo è almeno la doppia cifra. Sono una punta, devo fare sempre gol. Penso ad una partita alla volta, non guardo mai troppo lontano. Ora sono a cinque gol, arriviamo a sei e poi vediamo. Prima della partita penso sempre a come festeggiare. Ne parlo con la mia fidanzata e, in quel caso, pochi giorni prima mi chiese 'Se fai gol come esulti?' e io risposi 'Con il 'Siuu' di Cristiano Ronaldo. Dopo il gol contro la Ternana ho esultato così, è stato bellissimo sentire l'urlo dei tifosi. Per me Cristiano Ronaldo rappresenta il massimo. L'esordio con lo Sporting Lisbona contro il Psv Eindhoven in Europa League? Giorno bellissimo. Sono sceso in campo con i grandi e due minuti dopo ho segnato. Ho avuto tanta fiducia in me, soprattutto se penso che in squadra c'erano giocatori come Bruno Fernandes e Bolasie. Lo Sporting è un club molto grande, con calciatori e allenatori di livello. Dopo quel gol non ho giocato molto, ci sono calciatori molto forti ed è difficile per un giovane trovare spazio. Ho aspettato la mia opportunità e mi sono fatto trovare pronto Rafael Leão? Abbiamo giocato e vissuto insieme nell'Accademia ai tempi dello Sporting. Conosciamo le rispettive famiglie, quando è andato al Milan è passato da casa per regalarmi la sua maglia. Se ci sentiamo ancora? Assolutamente, mi ha fatto i complimenti dopo la doppietta contro la Ternana e mi ha detto di continuare così. Quando giocava punta, Rafa era sempre con le spalle alla porta. Capitava che giocassimo insieme in attacco. Ma il vero salto di qualità l'ha fatto quando l'hanno spostato sull'esterno, credo che tra due anni possa essere uno dei migliori al mondo. Il mio sogno è quello di giocare in Champions League. Con la Nazionale, invece, il maggior numero di competizioni possibili".