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MONACHELLO: "HO FAME E VOGLIA DI LOTTARE. DIFENDERO' SEMPRE QUESTA MAGLIA"

MONACHELLO: "HO FAME E VOGLIA DI LOTTARE. DIFENDERO' SEMPRE QUESTA MAGLIA"

“Avevo la possibilità di scegliere e l’ho fatto: Ascoli è una piazza seria, che può dare tanto. Ha tutte le componenti per fare bene anche in prospettiva”. Dalle prime parole di Gaetano Monachello si capisce subito che l’attaccante non considera la sua avventura in bianconero di passaggio. “Ho fame e voglia di lottare. Io sono siciliano e la maglia per me è come la fidanzata o la famiglia: la difenderò sempre. Per questo darò tutto per l’Ascoli che già mi voleva un anno fa. Sono in debito con questa società e felice ed orgoglioso di essere qui. La mia carriera stava per prendere il volo poi a Bari -racconta Monachello-  ho avuto il problema delle ernie e ho perso pure l’Europeo con l’Under 21 che mi ero guadagnato. Grazie a Dio le cose passano e si può fare anche meglio. Appena arrivato qui sono rimasto colpito dall’ambiente e dall’organizzazione. Quando il primo giorno esci dallo spogliatoio e hai già la voglia di tornarci come è successo a me è segno buono”. Monachello quasi si commuove quando spiega perché ha scelto la maglia numero 45: “E’ una storia che mi lega a mio nonno, che si chiamava come me ed era nato il 4.5.45. E’ stato lui a regalarmi la prima scarpetta, numero 22, dicendomi che sarei dovuto arrivare in serie A. Ho anche un tatuaggio con questo numero e la scarpetta”. Per il neo bianconero la salvezza è un traguardo sicuramente fattibile: “Soprattutto quando ho visto la voglia del mister e dello staff di centrare questo obiettivo, la cura dei dettagli che ci mettono. E poi la disponibilità dei compagni. Non ho visto gruppetti come succede in altre squadre in cui è difficile inserirsi ma uno solo, unito. Da Buzzegoli a Lanni sono stati tutti molto disponibili. La classifica è corta ma ci vogliono sempre umiltà e testa giusta”. Poi il Cittadella: “A Palermo ci ha battuto per 3-0. E’ una squadra super organizzata e bisognerà stare attenti. Se sono pronto? Mi sono sempre allenato, deciderà il mister”. Poi Monachello si racconta un po’, davanti al padre presente in sala: “La famiglia mi ha sempre aiutato, è venuta a vivere con me a Milano quando ho iniziato. E anche ieri mio padre si è fatto dieci ore di macchina per venirmi a prendere e portarmi qui. Abbiamo già trovato casa in centro e mi aiuterà a sistemarla. Le mie tante esperienze all’estero? Da ognuna ho preso qualcosa e mi ha fatto crescere. Soprattutto ho imparato l’inglese perché dovunque andavo ero sempre l’unico italiano… Un idolo? Quando ero piccolo mi piaceva Ronaldo, era il più forte di tutti, ma abbiamo caratteristiche molto diverse”.

 
        

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