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ASCOLI DISPERATO MA HA ANCORA QUATTRO ASSI IN CUI CREDERE

ASCOLI DISPERATO MA HA ANCORA QUATTRO ASSI IN CUI CREDERE

Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: se l’Ascoli giocherà il finale di campionato come contro il Foggia o il Parma allora è il caso di mettersi subito l’animo in pace. La retrocessione non sarebbe solo dietro l’angolo, di più. Se invece tornasse ad essere solo quello di una settimana fa allora qualche “speranzella” sarebbe lecito coltivarla, a prescindere dai risultati di oggi. Sei partite ancora da disputare, quattro scontri diretti con Entella, Avellino, Pescara al penultimo turno e mettiamoci pure il Brescia all’ultimo (con la speranza però alle ultime due giornate di trovare avversari già salvi): sono questi i salvagente a cui l’Ascoli potrebbe ancora aggrapparsi quanto meno per arrivare ai play out, quattro assi in cui credere e da calare. Chiaro che, trattandosi di scontri diretti, gli avversari avranno esigenze esattamente opposte e quindi sarà dura, ma per salvarsi l’Ascoli non ha altra strada e la squadra dovrà davvero tirare fuori gli attributi. Vecchi e pure giovani perché dopo un campionato intero qualcosa avranno pure imparato. Anche Cosmi dovrà metterci del suo. Parlando dopo ogni sconfitta di assenze, problemi e inesperienza non aiuta ad uscirne. Invece tanti allenamenti a porte chiuse avrebbero dovuto portare a qualcosa di nuovo: uno schema studiato, una punizione particolare. Cose che non si sono viste (basti ricordare come Clemenza ha calciato la punizione nel finale…). E poi sarebbe anche il caso, in una squadra che non brilla per grande spirito di lotta, di rimettere Addae in un ruolo che non lo riduca a comparsa. Il Parma ieri arrivava davanti alla difesa liscio come bere un bicchiere d’acqua, senza nessuno che lo contrastasse come forse avrebbe potuto fare il ghanese in posizione più centrale…
        

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