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ABASCAL PAGA I TANTI ERRORI COMMESSI

ABASCAL PAGA I TANTI ERRORI COMMESSI

Due partite in casa, altrettante sconfitte: un gol fatto, quattro subiti. Dall'ultima posizione utile per evitare i play out al rischio (concreto) di retrocessione diretta con il Cosenza ormai sotto solo di cinque lunghezze e con i bianconeri che dovranno andare in Calabria. Abascal non ha però compiuto solo errori di gioventù dovuti ai suoi trent'anni o poco più. Ne ha collezionati troppi: di formazione, di gestione della gara e delle sostituzioni, di comunicazione. Con la Cremonese l'esclusione iniziale di Scamacca che una squadra come l'Ascoli attuale proprio non può permettersi, la sostituzione punitiva di Gravillon (che nell'intervallo di ieri nemmeno sembrava volesse scendere in campo per il classico torello convinto solo alla fine da Novi), il mantenere in campo Petrucci ed Eramo inguardabili, le dichiarazioni post gara da allenatore affermato non in erba. Un po' meglio, ma non di tanto, contro il Perugia: togliere Troiano che barcamenava la squadra non è stata una grande idea. E si è subito visto. Per non parlare poi di un Ascoli che ha giocato praticamente in dieci per tutta la gara con un Brlek inesistente senza che l'allenatore se ne accorgesse. E poi ancora un Ninkovic emarginato sulla fascia e, come al solito, non certo contento dell'avvicendamento. Si poteva dare un'altra possibilità a Venezia al tecnico spagnolo? Diventerà forse un grande allenatore, le doti ci sono, ma non è quello che serve adesso all'Ascoli. Per Abascal meglio qualche altro di gavetta, magari con la Primavera bianconera, per poi ricandidarsi a livelli più alti. Altrimenti amici come e più di prima.
        

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