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TROTTA: "MEDICI, INFERMIERI, VOLONTARI. SONO LORO GLI EROI"

TROTTA: "MEDICI, INFERMIERI, VOLONTARI. SONO LORO GLI EROI"

Il ventisettenne attaccante dell'Ascoli Marcello Trotta ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Ecco i passi salienti.

"Sono ad Ascoli con la mia ragazza Rossella, chiusi in casa da tre settimane ed usciamo a turno per fare la spesa. Sentiamo i cari più volte al giorno, vivono tutti in provincia di Caserta, le videochiamate sono il nostro modo per vederci a distanza. La mattina -racconta Trotta- ci svegliamo verso le 9,30. Qualche volta cuciniamo insieme pizza, carbonara, pasta al forno e se ho qualche difficoltà interviene lei. Poi guardiamo un po' di tv, alle 17 facciamo allenamento insieme, esercizi di corpo libero e pesi con i faldoni d'acqua. Mi manca la vita di spogliatoio, le chiacchiere che facevamo, oltre ovviamente il giocare. Ci sentiamo sul gruppo whatsapp, ci inviamo foto e video, per ora nessuno dà segni di cedimento, ma non è una situazione facile soprattutto per chi è da solo lontano dalla famiglia. La cosa più giusta per me sarebbe portare a termine i campionati, anche se questo dovesse significare giocare nei mesi estivi. Chiaramente ci sarà sempre chi la penserà in maniera diversa. Anche a porte chiuse? Il calcio senza i tifosi è strano, ma se sarà necessario fare questo sacrificio vorrà dire che lo faremmo nel nome della salute di tutti. Secondo me dovrebbero riaprire gli stadi ai tifosi quando ci sarà la sicurezza sanitaria, se decideranno di giocare a porte aperte vorrebbe dire il ritorno alla normalità. In queste settimane tutta l'Italia ha paura, non solo i giocatori. Valori in campo in caso di ripartenza? Secondo me si resetterebbe tutto. Sarebbe un ripartire da zero anche se la rosa del Benevento è sempre quella... L'Ascoli al momento dell'interruzione non era nel  periodo migliore, Sappiamo di dover cambiare rotta. Taglio stipendi? Nel nostro caso credo che ci sarà un incontro con la società. Immagino una riduzione soprattutto se non si dovessero finire i campionati. Da parte mia c'è la piena disponibilità a dare una mano: il calcio per me è innanzitutto passione, poi lavoro. E' riduttivo guardare a noi giocatori rispetto a tutti i medici e gli infermieri che in queste settimane hanno fatto del proprio lavoro una vera missione, senza contare i volontari che mettono da parte se stessi per gli altri. Sono loro gli eroi".
        

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