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DELIO ROSSI: " SE SEGNA SOLO BAJIC C'E' QUALCOSA CHE NON VA"

DELIO ROSSI: " SE SEGNA SOLO BAJIC C'E' QUALCOSA CHE NON VA"

Delio Rossi ha parlato alla vigilia di Ascoli-Cosenza attraverso l'ufficio stampa della società bianconera.

Rossi, un primo bilancio? 

"Purtroppo stiamo giocando ogni tre giorni, da quando sono arrivato ho passato il tempo a conoscere i giocatori. Calcisticamente sapevo già chi fossero ma conoscerli veramente significa lavorarci assieme e vederli in partita perché il campo è un giudice che non mente. Siamo ancora in una situazione di allestimento e non in una fase definitiva. I ragazzi ce la stanno mettendo tutta, mi dispiace che qualche risultato non abbia rispecchiato quello che avremmo meritato. Vorrei che non perdessimo la fiducia, noi dobbiamo guardare non alla singola gara, vinta, persa o pareggiata, ma all’obiettivo finale, cioè tirare fuori l’Ascoli da questa situazione. Non è facile fare mini bilanci perché, come ho detto il giorno della presentazione, posso incidere solo col lavoro.  Questo significa che paradossalmente il metro di valutazione in questo momento me lo stanno dando le partite e non gli allenamenti, come accade in una settimana normale”.

Quella con la Cremonese può essere considerata la partita della svolta e della ripartenza?

“Per me la partita della svolta è sempre quella successiva. Dobbiamo valutare quanto fatto di buono e lavorare cercando di migliorarci sui tanti errori che abbiamo commesso. Stiamo lavorando, la squadra mi sembra leggermente migliorata, ma bisogna ancora aspettare, è troppo presto”.

E' Bajic l’attaccante che l’Ascoli stava cercando?

“Bajic si sta mettendo al servizio degli altri, non lo conoscevo e mi piace il suo modo di giocare. Molti pensano che un attaccante che lavora per la squadra non faccia gol e che stare là davanti possa portare più benefici. Anzi, che ti faccia arrivare più fresco davanti alla porta avversaria. Secondo me, invece, rischi di non pigliarla mai e Bajic sta dimostrando d’essere importante per l’Ascoli, al di là dei 4 gol. Mi auguro che già da domani continui a segnare e che faccia gol anche qualcun altro altrimenti c’è qualcosa che non funziona”.

Kragl ancora alle prese coi problemi alla schiena?

“Purtroppo su certi ruoli siamo un po’ corti e giocando ogni tre giorni c’è il rischio di infortuni. Kragl da quando sono arrivato non sta bene e dobbiamo risolvere la situazione in modo che io possa valutarlo nella sua interezza. Non puoi valutare un giocatore che non sta bene, non è giusto nè corretto”.

Sta pensando al turn over in vista delle tante gare ravvicinate?

“Non avendo molto tempo sono reattivo a tutti i segnali che ricevo dall’allenamento, mi riferisco anche a chi sta giocando meno. Il turn over dipende da quanto questi ultimi si faranno trovare pronti e da quanto gli altri riusciranno a reggere il ritmo di una partita ogni tre giorni. Cosa non facile, soprattutto per chi non è abituato.  Coi ragazzi parlo ogni giorno, spiegherò in ritiro come dobbiamo giocare. Ma più delle parole contano i fatti, perché io magari posso parlare benissimo ma la mia squadra fa ridere e quindi rimane aria fritta".

Domani sarà ricordato Rozzi a 26 anni dalla scomparsa e l’Ascoli l'omaggerà scendendo in campo coi calzettoni rossi. Che ricordo ha del Presidentissimo?

“Il ricordo di un personaggio - perché non stiamo parlando di una persona, ma di un personaggio -  che ha fatto la storia. Bisogna avere rispetto per chi ha fatto la storia e lui l’ha fatta nella sua città. Non è facile mettere la faccia nella propria città quando poi vai a comprare il pane, vai dal tabaccaio, perché quando vinci va tutto bene, ma quando perdi… E per tanti anni Rozzi ha fatto conoscere l’Ascoli in tutta Italia e anche in giro per l’Europa. Io mi ritengo un giovane anziano e un anziano giovane quindi per me il calcio non è quello delle pay tv, quello spezzettato o quello delle gare a mezzogiorno. Per me il calcio, forse sarò un romantico, era quello che in tutte le categorie si giocava alle due e mezzo:  sono rimasto a quel tipo di calcio lì e persone come Rozzi me lo ricordano. Che poi sono le persone come Rozzi che rimangono nella storia, quelli che non hanno quella statura lì ne restano fuori".
        

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