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"SOCIAL...MENTE", IL LIBRO DELL'ASCOLANO LANFRANCO NORCINI PALA

"SOCIAL...MENTE", IL LIBRO DELL'ASCOLANO LANFRANCO NORCINI PALA

Social… mente”: un libro per utilizzare i social media e non essere utilizzati.

Nel libro di Lanfranco Norcini Pala, edito dalla San Paolo, i meccanismi della rete ed i rischi nella costruzione delle idee e del consenso nell’ambito dei social media.

Ancora vi stupite se, dopo aver cercato “Sicilia” su Google, sul sito dell’Ansa vi appare una pubblicità di un hotel di Taormina? Credete davvero di aver aggirato l’algoritmo di Facebook e di aver riscoperto i post di vostri amici che non vedevate? Lo sapevate che il termine “meme” deriva dalla zoologia? E’ vero che il 65% degli italiani non riesce a distinguere una fake news? Il vostro giornale preferito è il "Daily Me"? Preferite costruire le vostre opinioni nelle praterie o nei recinti?

La risposta a queste domande, per utilizzare e non essere utilizzati dai social media, si può trovare nel volume “Social… mente” di Lanfranco Norcini Pala (edizioni San Paolo), da pochi giorni in libreria.

La rete è oggi un enorme e potente sistema di raccolta di dati, utilizzati per profilare gli utenti, esaminare le loro scelte di consumo, costruire proposte personalizzate, indirizzare verso prodotti o servizi a loro specificamente destinati.

Questo mercato si alimenta anche con i nostri “acconsento” e “I agree” sulle pagine web che visitiamo, con i nostri account Facebook, Twitter, Instagram, con le nostre app sullo smartphone, i nostri acquisti su Amazon, i nostri spostamenti registrati da Google Maps, le nostre prenotazioni alberghiere su Booking, le serie tv che vediamo su Netflix oltre che con le nostre transazioni con le carte di credito, le nostre tessere fedeltà dei supermercati ecc.

I social media, oltre ad essere veicoli di raccolta dei dati, sono anche i luoghi in cui questi vengono utilizzati più profondamente. L’intelligenza artificiale di Amazon delle 100 marche di sneakers disponibili ne propone prima all’utente solo 10; in media ogni post di un utente su Facebook viene mostrato solo al 20% degli amici iscritti.

Ma gli algoritmi che regolano i meccanismi di funzionamento delle principali piattaforme sulla base delle informazioni raccolte, determinano in maniera significativa anche i rapporti tra utenti all’interno delle comunità virtuali e dunque anche i processi di costruzione e condivisione delle idee.

L’io-utente diventa il centro di riferimento di un intero sistema di realtà, in cui si muovono solo i suoi interessi, le sue idee, le sue preferenze, i suoi valori.

Lungi dal rappresentare strumenti di confronto e di crescita, dunque, i social media finiscono per confinare gli utenti in recinti definiti da una regola confermativa: vere e proprie bolle in cui circola solo ciò che è conforme alla propria visione.

Se da un lato il linguaggio già essenziale dei social media si semplifica ulteriormente fino a ridursi allo slogan, decade in maniera irreversibile il confronto tra idee diverse. Ecco perché quando l’uomo con il ragionamento incontra l’uomo con lo slogan, quello con il ragionamento è un uomo morto.

In questo terreno di coltura crescono rapidamente e facilmente le degenerazioni della rete: fenomeni di post-verità, fake news, hate speech e, in generale, i contesti e le attività strutturate di disinformazione, spesso a fini di costruzione del consenso.

Una risposta dell’utente che non vuole essere prigioniero della rete è possibile e Norcini Pala nel suo libro la propone: approcciare il digitale con un pensiero analogico, disvelare i meccanismi di funzionamento dei social media, recuperare la dimensione del confronto e del dialogo tra gli utenti.


  • Lanfranco Norcini Pala


    Nato e residente ad Ascoli Piceno, giornalista dal 1983, si occupa da sempre di comunicazione.

    Per 17 anni ha curato la comunicazione delle Acli nazionali e per 15 anni è stato direttore del mensile “Azione Sociale”.

    E’ stato direttore del mensile “Volontariato Marche” e nel comitato editoriale del settimanale “Vita”.

    Per oltre dieci anni ha fatto parte del Comitato per la stampa italiana all’estero presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

    Nell’anno 2009 ha vinto il Premio Aretè per la comunicazione responsabile con la campagna “Pubblicità regresso”.

    Nel 2010 ha vinto il concorso redazionale “Premio Sovvenire” Fisc - Cei 8x1000 con il servizio giornalistico “Sentirsi a casa”.

    Oggi dirige il sito farebene.info e sviluppa programmi di educazione alla rete


        

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