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SCUOLA DI FORNARA, A MESCHIA LA FESTA DEL CARBONAIO

SCUOLA DI FORNARA, A MESCHIA LA FESTA DEL CARBONAIO

LA #5 SCUOLA DI FORNARA. Per il quinto anno, dal 1 al 4 settembre 2021 a Fornara di Acquasanta, torna la V° Scuola organizzata dal gruppo di ricerca Emidio di Treviri sulle questioni irrisolte del post-terremoto.

Anche quest’anno decine di ricercatori e professionisti da tutta italia raggiungeranno il piceno per la Scuola di Fornara: un momento di autoformazione e approfondimento per chi lavora, fa ricerca e militanza sui temi della montagna appenninica, con un denso programma di interventi, ospiti accademici e protagonisti dal territorio terremotato.

Nonostante il carattere autorganizzato e autogestito del progetto, lontano da università e centri accademici, continua il processo di condivisione della conoscenza che ha caratterizzato, fin dalla sua nascita, il lavoro del gruppo di ricerca che ha appena dato alle stampa l’ultima fatica editoriale “Sulle tracce dell’Appennino che cambia - voci dalla ricerca sul post-terremoto 2016-2017”.

Tra le attività aperte al pubblico la festa del carbonaio di Meschia (l’1 settembre dalle 16) e l’incontro sullo stato dell’arte della ricostruzione con il Commissario Legnini (il 4 settembre a Tronzano di Mozzano alle 17.30). Per gli oltre cinquanta iscritti la scuola ospiterà seminari, masterclass, passeggiate, proiezioni, approfondimenti, spettacoli, socialità e incontri pubblici, attraversando 5 diverse località nel cratere della montagna picena tra cui Fornara di Acquasanta, Meschia di Roccafluvione, Forca di Montegallo, Tronzano di Mozzano e Forcella.

Per avere informazioni dettagliate sul programma e sulle attività degli eventi consultare la pagina dedicata http://www.emidioditreviri.org/scuola-5/ oppure inviare una mail all’indirizzo emidioditreviri@gmail.com.

abstract:

Gli ultimi scampoli della civiltà rurale si perdono tra le politiche agro-industriali europee, la finanziarizzazione del vivente, etc. Così si rafforzano i miti resilienti dei nuovi ritornanti ‘smart’, del turismo-panacea, perfettamente compatibili con il vecchio e nuovo sviluppo: quello del cemento.

Da un lato si rafforzano le vecchie asimmetrie sulle direttrici dello sfruttamento: fuori/dentro, natura/lavoro, profitti/diritti. Dall’altro si rimbianca il foglio per nascondere le increspature di un passato che, nonostante tutto, stenta a scivolare via. Le persistenze contadine diventano echi lontani; più avvincenti le fascinazioni per il piano liscio su cui re-immaginare ogni volta un progetto diverso. Ma senza fare i conti con ciò che non è andato, si prepara un futuro di disuguaglianze e incompatibilità ecosistemiche.

I luoghi terremotati sono un laboratorio dei nuovi flussi di parole, di procedure e di risorse. Rappresentano una posizione privilegiata per ascoltare il futuro, parlare la lingua dei piani, dei progetti, dei bandi. Ma il futuro non è scritto e le parole ancora tutte da inventare.

Gruppo di Ricerca 'Emidio di Treviri'
        

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