Secondo appuntamento con l'omaggio a Čechov del regista ascolano
, esito laboratoriale frutto di un percorso pedagogico che il regista ha affrontato con gli allievi del Progetto Garden, il gruppo di studio più avanzato della scuola di recitazione Laboratorio Teatro C.A.S.T.
Una storia comune - studio su "Platonov" di Anton Čechov è un lavoro scaturito da un percorso pedagogico che ho proposto ai miei allievi più maturi. Platonov fu scritto intorno al 1881 da un Čechov poco più che ventenne. È un'opera ibrida, in cui convivono due modelli di teatro differenti:quello sensazionalistico di stampo ottocentesco, e quello d'atmosfera -rarefatto e sospeso - di cui lo stesso Čechov fu iniziatore e maestro indiscusso. La vicenda è ricca di intrecci, di sottotrame, e abbonda di episodi roboanti e rocamboleschi. Tuttavia, analizzando i passaggi più intimi elerelazioni che legano i personaggi principali, si possono scorgere le temperature emotive, le tematiche e gli stilemi che l'autore svilupperà nella produzionesuccessiva. Nel progettare la messa in scena, ho scelto di concentrarmi propriosugli aspetti maggiormente riconducibili al Čechov della maturità, riducendo la trama a pochelinee essenziali ed esaltando il realismo psicologico della vicenda. Il dualismo strutturale dell'opera non è stato del tutto abbandonato, ma è statospostato sulle modalità recitative. Com'è noto, a partire da Il Gabbiano messoin scena nel 1901 dal Teatro d'Arte di Mosca, i drammi cechoviani contribuironoad avviare un processo di ricerca sull'arte dell'attore che sfociò nella consacrazione del naturalismo e nel conseguente declino dei modellimattatoriali allora in voga. Muovendo da questa considerazione, abbiamorealizzato un allestimento che procede lungo una duplice strada: le scened'insieme sono proposte in uno stile antinaturalistico, carico e fortemente stilizzato, mentre le scene a due o atre - vero motore di questa riscrittura -si avvalgono di una recitazione spontanea e priva di orpelli. Si crea in tal modo un forte contrasto che evidenzia le dinamiche interiori, i moti dell'animo e le lacerazioni esistenziali che vivono le figure del dramma. Questo nostroPlatonov è dunque uno studio, un'operazione volta a evidenziare ciò che nell'opera originale appare come uno specchio del futuro teatro cechoviano e del destino a esso riservato. Perno dell'operazione è il lavoro dell'attore. Ho cercato di creare uno spettacolo in cui potessero emergere con evidenza le personalità degli allievi. La scenografia è stata ridotta all'osso, proprio perconcentrare l'attenzione sull'azione scenica. Mi piace sottolineare che Unastoria comune - studio su "Platonov" di Anton Čechov nasce daun'intensa prassi laboratoriale, da un concreto lavoro di decostruzione e ricostruzione del testo letterario. Negli interstizi generati dal processo dianalisi e smontaggio, gli interpreti hanno potuto impiantare materiale proveniente dalla loro esperienza personale, dalla loro immaginazione, dalla loro intuizione. Successivamente, nel lavoro di montaggio e di strutturazione della messa in scena, questo materiale è stato accantonato, ma è possibile avvertirne chiaramente la traccia nella freschezza del gioco attoriale: il tessuto verbale dell'opera appare come vivificato, il testo risuona di unaconsapevolezza profonda, le situazioni respirano liberamente e in manierafluida, avvolgendo il pubblico nella magia di un Čechov inedito e tutto dagustare.
Sul palco Oriana Ortenzi, Matteo Vitale, Chiara Giorgi, Matteo Petrucci, Eloisa Pierantozzi, Andrea Scipi, Davide Carosi, Roberta Procaccini, Alessandro Corradetti
regia Alessandro Marinelli
scene e luci Pietro Cardarelli
aiuto regia Valter Finocchi e Romana Romandini