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AMANDOLA, TORNA LA “CAMMINATA FILOSOFICA”

AMANDOLA, TORNA LA “CAMMINATA FILOSOFICA”

FILOFEST 2020-2021. TORNA LA “CAMMINATA FILOSOFICA” LUNGO IL LAGO DI S. RUFFINO E IN MEZZO ALLA NATURA. CON LA GUIDA DEL PROF. SERGIO LABATE DOCENTE DI FILOSOFIA TEORETICA ALL’UNIVERSITÀ DI MACERATA. MUSICA E LETTURE DURANTE IL PERCORSO. APERITIVO FINALE NEL PARCO DEI CERVI. SABATO 4 SETTEMBRE.

Un evento che ha rappresentato la novità più originale del Filofest, festival di filosofia, cultura e relazione, fin dalla sua nascita, che nel tempo è diventato un elemento simbolico e rappresentativo del progetto culturale. Dopo alcune edizioni in cui era stata accantonata per dare maggiore respiro territoriale al festival, torna la “Camminata Filosofica” al tramonto, intorno al lago di S. Ruffino e nel cuore della natura incontaminata circostante, organizzata da Wega in collaborazione con Regione Marche, città di Amandola, azienda agricola Fontegranne. Appuntamento sabato 4 settembre dalle 18.00, con partenza dall’osteria del lago. A fare da guida e mentore sarà il prof. Sergio Labate, docente di filosofia teoretica all’università di Macerata. Si rifletterà e si confronteranno stimoli e commenti partendo dal tema “La natura e lo scambio, l’animale che sono”. Durante il percorso ci saranno delle soste, con delle letture tenute da Paolo Usmiani e accompagnamento musicale al violino di Federico Frollà. Si potranno anche ammirare degli allestimenti di arte naturale di Beatrice Cucchi e Milen Aneva. Nell’ultima sosta, nel Parco dei Cervi, prima del ritorno, sarà offerto un piccolo aperitivo in collaborazione con Fontegranne. Accesso libero e prenotazioni al 3393508761. Un evento che segna anche un periodo di passaggio per il festival, che vedrà prossimamente un ridisegno del format e di organizzazione. Intanto continueranno, nei prossimi mesi gli appuntamenti di “Un calice di Filosofia”, incontri con il filosofo nelle migliori aziende vinicole delle Marche. La camminata filosofica compie dieci anni, come il Filofest. In questa edizione vuole ancor più rappresentare un ritorno alle origini del festival, un recupero degli aspetti essenziali e autentici della vita, della sobrietà, della riflessione, dell’attenzione all’essere umano e alla sua interiorità, della semplicità intelligente. Dunque un aiuto per risollevarsi da questo periodo faticosissimo del covid, per trovare i semi di una visione diversa e più naturale dell’esistenza, laddove l’essere può conquistare un punto di mediazione e di equilibrio con sé stesso, passando anche attraverso l’abbraccio della natura.
        

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