Dal paziente e sentito lavoro di raccolta del figlio Tiberio è nato un libro in ricordo del padre che lascia il segno: Gabriele Mazzuca "Lù maistre de Capedepià, poesie in vernacolo ed altro…". La vita di Gabriele è da raccontare. Classe 1921, nel 1959 viene assegnato alla scuola elementare di Capodipiano, frazione di Venarotta, dove rimarrà per due decenni prima di tornare ad Ascoli ad insegnare presso l'elementare Sant'Agostino fino al 1997, anno della pensione. Ma Gabriele Mazzuca non è stato solo maestro di stimata e riconosciuta professionalità. E' stato anche autore di apprezzate poesie in dialetto ascolano, premiato al concorso "Emidio Cagnucci".
In periodo carnacialesco come questo Gabriele Mazzuca avrebbe rispolverato i versi una sua poesia del febbraio 1959, "Lu tagghiaraviuole", dedicata a quel piccolo attrezzo usato dalle massaie per ritagliare i ravioli con il classico taglio a zig zag:
Quanne carnevale s'avvecina
la femmina 'cchiappa subbete 'na allina,
dentre a la pigna la mette a lessà
perché la pasta è ora de preparà;
ratta lu pa' e sbatte l'ova,
ce mette carne e brode e può fa la prova;
e pe' prefume e pe' falla piu' bella
ce mette lu zefframe e la cannella.
Tanto umano quanto versatile, dunque. Se ne è andato nel 2016, con rammarico dei tanti che lo avevano conosciuto. Per celebrare il centenario dalla nascita ecco il libro "Lù maistre de Capedepià" che servirà ad un'iniziativa benefica, aiutare l'Istituto Oncologico Marchigiano (Iom): con una donazione di 10 euro si potrà ritirare il libro presso l'Arcolaio, merceria sita in pieno centro di Ascoli, in via Ceci 8.