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CCIAA, L'EXPORT DEL PICENO IN CALO DEL 6.4% NEI PRIMI TRE MESI DEL 2017

CCIAA, L'EXPORT DEL PICENO IN CALO DEL 6.4% NEI PRIMI TRE MESI DEL 2017

Export Ascoli Piceno: dato in frenata (-6,4%) nel primo trimestre


Sabatini: “Crescono pelletteria, chimica-plastica e agro-alimentare”


Crescono le esportazioni del settore della pelletteria (91,7 mln. e +3,5%), della chimicaplastica


(23,7 mln. e +35,8%) e dell’agro-alimentare (14,4 mln. e +22,9%), mentre è il dato


del farmaceutico (-11,1%, con 422,2 mln.) a frenare il dato dell’export della provincia di Ascoli


Piceno nel primo trimestre dell’anno. E’ quanto emerge dai dati Istat (-6,4%, con un fatturato


complessivo di 673,8 milioni) elaborati dalla Camera di commercio. Secondo il presidente


dell’ente camerale, Gino Sabatini, le performance di tre tra i settori importanti per l’economia


della provincia “sono segnali di una timidissima ripresa, che deve trovare una maggiore


continuità nei prossimi mesi, anche grazie a progetti e finanziamenti a sostegno della


ricostruzione post terremoto”. “in particolare – aggiunge – il risultato delle calzature, con quasi


75 milioni (+3,7%), ci fa essere moderatamente ottimisti”.


La frenata del fatturato rispetto al primo trimestre dello scorso anno, inoltre, non cancella “la


forte vocazione all’export delle nostre azioni”: in valore assoluto, Ascoli Piceno è la provincia


che, nelle Marche, ha realizzato il fatturato maggiore dopo Ancona (919,9 mln.) e davanti a


Pesaro Urbino (673,8 mln.), Macerata (424,3 mln.) e Fermo (333,6 mln.). “Ovviamente – fa


notare Sabatini – il settore farmaceutico, con 422,2 milioni, ha un peso determinante sul totale


del fatturato delle nostre aziende, ma al tempo stesso va colto il trend: la crisi è ancora dentro


le nostre fabbriche, ma esportare aiuta a non restare prigionieri del mono-mercato italiano,


che non decolla”. A questo proposito, il presidente dell’ente camerale, spinge le aziende più


piccole “a ricercare forme di aggregazione, anche provvisoria, per superare la zavorra della


dimensione che non consente di presentarsi all’estero con le carte in regola per competere” e,


in alternativa, chiede “agli imprenditori di guardare alle tecnologie digitali per sfruttare le


potenzialità della rete”.


Tornando ai dati del terzo trimestre di quest’anno, sul risultato finale pesa il ‘fattore Russia’,


con “la svalutazione del rublo e il crollo del prezzo del petrolio, che si aggiungono alle contro


sanzioni che Putin ha deciso contro le aziende dell’Ue”. Un vulnus che anche le aziende


ascolane pagano a carissimo prezzo. Per la pelletteria, Mosca è diventato il quarto mercato di


sbocco (4,8 mln. e -16,3%), mentre è solo l’undicesimo per l’agroalimentare (8,7 mln. e -


10,8%), mentre il farmaceutico ha esportato da gennaio a marzo di quest’anno poco meno di


un milione. “Una situazione insostenibile – sostiene Sabatini -, che richiede un intervento forte


della Regione Marche verso il governo italiano: un’azione congiunta e non più rinviabile, che


dovrebbe essere realizzata insieme alle altre Regioni italiane”.


C’è un altro “timido segnale di ripresa” offerto dall’export del primo trimestre: il settore


dell’automotive ha portato a 2,6 mln. il proprio fatturato, con un incremento del 71,3%, “valori


assoluti ancora minimi – chiude Sabatini -, ma essenziali per dare solidità alla nostra voglia di


ripresa”.


        

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