Bene gli interventi per la decontribuzione, preoccupano le restrizioni alle compensazioni fiscali e le difficoltà di accesso alle agevolazioni
Il sentiero di politica fiscale delineato dal disegno di legge di bilancio 2026-2028 si inquadra in un contesto caratterizzato da una elevata incertezza, su cui dominano l’impatto delle politiche protezionistiche statunitensi e le tensioni geopolitiche, condizioni che mantengono sottotono il trend della crescita in Eurozona e frenano l’export.
Per la CNA di Ascoli Piceno, sulla scia del lavoro svolto e delle osservazioni presentate dall’associazione a livello nazionale, se da un lato la manovra mantiene la barra dritta sulla sostenibilità dei conti pubblici perseguendo con coerenza gli obiettivi di riduzione del deficit e del debito, dall’altro appare invece incerta nell’allocazione delle risorse destinate alla crescita e al sostegno degli investimenti, che sembra tener poco conto della realtà di un tessuto produttivo composto per il 98% da micro, piccole e medie imprese.
Sebbene la prudenza in finanza pubblica acquisisca un valore rilevante per fronteggiare nuove eventuali turbolenze finanziarie, la valutazione illustrata dall’associazione in audizione alle Commissioni bilancio del Senato e della Camera evidenzia come un impiego più efficiente delle risorse possa consentire di accompagnare il tessuto produttivo su percorsi virtuosi, superando un contesto internazionale caratterizzato da incertezza e instabilità.
In particolare, tra gli aspetti positivi della manovra l’associazione apprezza l’intervento sull’Irpef, gli incentivi alle assunzioni e le misure di detassazione e decontribuzione del lavoro, ma con riserve sull’imposta al 5% per gli incrementi da rinnovi contrattuali sottoscritti nel 2025 e 2026, in quanto introduce una disparità di trattamento al di là della modesta entità della misura. Giudizio positivo sul rifinanziamento della Zes Unica, sebbene resti incomprensibile l’esclusione degli investimenti inferiori a 200.000 euro, che di fatto tagliano fuori il sistema delle micro e piccole imprese. Bene anche il rifinanziamento della Nuova Sabatini e il rinvio dell’entrata in vigore della sugar e plastic tax. Sul fronte delle agevolazioni fiscali, la CNA di Ascoli Piceno giudica in modo positivo la conferma della detrazione al 50% per la riqualificazione degli immobili, sottolineando l’esigenza di dare stabilità almeno triennale alla misura.
Tuttavia, ad oggi il quadro appare negativo su diversi fronti. Sui sostegni alla crescita e agli investimenti la manovra mira a razionalizzare il sistema delle agevolazioni, senza però riuscire a risolvere le difficoltà di accesso per micro e piccole imprese. In particolare, il ritorno al super-ammortamento al posto del credito d’imposta riduce di circa il 40% la platea di imprese artigiane che possono beneficiare dello strumento, differisce i vantaggi e si caratterizza per una notevole complessità burocratica. Negativo, inoltre, il giudizio sulla restrizione al sistema delle compensazioni fiscali, che mette in difficoltà finanziaria le tante piccole imprese che hanno maturato crediti fiscali investendo in innovazione o concedendo, legittimamente, lo sconto in fattura per interventi edilizi. Preoccupano, infine, l’incremento dell’accisa sul gasolio, che colpisce soprattutto i veicoli fino a 7,5 tonnellate, la riduzione del fondo per il cinema e l’audiovisivo e l’assenza di interventi per fronteggiare il caro energia e favorire il passaggio generazionale.
CNA auspica inoltre che il ddl bilancio istituisca il fondo per facilitare l’accesso al credito di micro e piccole imprese artigiane e valorizzi il ruolo dei confidi, realtà estremamente preziosa per garantire liquidità alle imprese.
«Riconosciamo l’impegno del Governo nel mantenere la sostenibilità dei conti pubblici, ma riteniamo necessario orientare la manovra verso la crescita e il sostegno agli investimenti produttivi - dichiarano Francesco Balloni e Arianna Trillini, direttore e presidente della CNA di Ascoli Piceno - Le decisioni in materia di politica economica dovrebbero essere calibrata tenendo maggiormente conto delle esigenze delle micro e piccole imprese, cuore pulsante dell’economia locale e nazionale. Occorre riservare una maggiore attenzione a chi produce e investe nei territori, perché è qui che si gioca la vera partita dello sviluppo e dell’occupazione».