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FUORI DAI DENTI, L'OPINIONE DI ROBERTO GALANTI SUI "FLUSSI"

FUORI DAI DENTI, L'OPINIONE DI ROBERTO GALANTI SUI "FLUSSI"

FLUSSI? di Roberto GALANTI


<È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di oggi il DPCM 2020 con cui sono state fissate le quote dei lavoratori stranieri che per l'anno 2020 possono fare ingresso in Italia per lavorare.


Come negli anni precedenti, il Decreto fissa una quota massima di ingressi pari a 30.850 unità, 


6.000 di queste QUOTE, novità di quest'anno,vengono riservate alle assunzioni nei settori dell'autotrasporto di cose per conto di terzi, dell'edilizia e turistico-alberghiero per cittadini dei Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi di cooperazione in materia migratoria.


In particolare dei suddetti 6.000 ingressi, 4.500 sono riservati ai lavoratori cittadini di Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia - Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d'Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina.


Sui questo argomento si sono espressi pareri di autisti e rappresentanti di categoria dell’autotrasporto. Alcuni autisti criticano il decreto perché non contempla la professionalità effettiva. Non è sufficiente avere la patente di guida, è necessario verificare se i nuovi transumanti sono a conoscenza delle normative italiane in materia di trasporto,e ,condizione minima, la conoscenza parlata e scritta della lingua Italiana.


Qualcun altro sostiene che la carenza di autisti ( in Italia da qui a poco tempo ne serviranno circa 20.000) è il risultato della negligenza degli anni passati. Invece dì di investire nel settore per renderlo migliore ed appetibile ai più giovani, si è scelto il principio dello sfruttamento della manodopera  basso costo.


Essere coscienti che a breve ci sarà la necessità di avere un numero elevato di autisti non può significare pescare nel “mucchio”. Oggi l’attività di autista è differente da quella di decenni fa;  non è sufficiente salire a bordo, accendere il camion e partire. La nuova tecnologia anche dei mezzi e la professionalità richiesta sono elementi necessari per svolgere  il lavoro in modo corretto. Un altro aspetto è quello secondo cui per guidare un camion bisogna avere, tra le tante, anche la carta di qualificazione del conducente (CQC) che, secondo la norma dovrebbe essere conseguita entro un anno dall’ingresso (quindi per un anno cosa ne facciamo del parcheggio autisti extracomunitari se non si possono utilizzare?).


E’ necessario creare le condizioni perché questi giovani aspiranti autisti non abbiano a sostenere dei costi eccessivi per le formalità.


La formazione obbligatoria prevista secondo le leggi italiane deve essere fatta veramente ed in modo serio. Oggi in Italia (per i nostri giovani  per iniziare la professione hanno un costo che si aggira intorno ai 6/7 mila euro. Domanda: un extracomunitario che entrerà con il decreto flussi, se deve attendere mesi prima di mettersi alla guida stante l’obbligo di alcuni documenti, come fa a sostenere le spese? Come riuscirà a fare la formazione obbligatoria e necessaria per l’autotrasporto se (come prevedo) ha carenze nel capire la lingua italiana?  La presenza sul territorio Italiano prevede tra l’altro il possesso del permesso di soggiorno e deve comunque avere un domicilio (o residenza) in un’abitazione e non sul mezzo, come spesso accade per qualche azienda che addirittura fa pagare l’affitto della cabina (detratto dallo stipendio e in nero)


Ipotizzare la decisione (per altro consolidata) di evitare la esterovestizione con il decreto flussi, quando moltissime aziende hanno gia messo in opera le azioni con evidente sfruttamento della manodopera estera, ritengo sia un’autentica  follia.


Chi ha permesso o alimentato, senza necessari controlli, la fuga nei paradisi di molte nostre imprese, è responsabile, in buona parte, del disastro trasporto. Il decreto flusso non può essere vista, anche se non si legge in chiaro, ma si ipotizza, una sorta di sanatoria.


Senza entrare troppo nel merito delle valutazioni sul decreto flussi, è necessario sicuramente di restituire la dignità ad un settore e per esso anche ai propri autisti.


Non importiamo manodopera della quale non si conosce nulla o quasi, ma, in un contesto più globale, garantendo le giuste  redditività alle imprese, probabilmente si potrà tornare con contratti mirati, ad invogliare i nostri giovani a  recuperare una  classe autisti che si è sempre contraddistinta in qualità e professionalità non solo in Italia ed in Europa, ma dovunque>.

        

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