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COMITATO LIBERI CITTADINI PICENI, "CHI TUTELA I LAVORATORI?" RACCOLTA SOLIDALE IN PIAZZA MATTEOTTI.

COMITATO LIBERI CITTADINI PICENI, "CHI TUTELA I LAVORATORI?" RACCOLTA SOLIDALE IN PIAZZA MATTEOTTI.

Chi tutela oggi i lavoratori, dopo il tradimento dei sindacati confederati e la torsione politica del
nostro governo? Nel totale vuoto delle istituzioni, i cittadini si elevano in autotutela.

Sonia Arina, portavoce del COMITATO LIBERI CITTADINI PICENI e del Movimento
#NOGREENPASS #NONTOCCATEIMINORI #MARCHE #ABRUZZO#MOLISE informa i cittadini
e le rappresentanze locali che giovedì 10 e venerdì 11, in 
Piazza Matteotti, ad Ascoli
Piceno, i Liberi Cittadini Piceni, consapevoli della drammatica compressione dei
diritti fondamentali che la nostra Repubblica sta subendo ad opera di un governo non più
rappresentativo del popolo, ma completamente piegato agli interessi del capitale finanziario, hanno tenuto


una conferenza stampa per interrogarsi sul tema della tutela dei diritti del lavoro.
Spiega la portavoce: Nella costante perdita di diritti che hanno contraddistinto gli ultimi anni,
culminati con interventi legislativi quali la legge Fornero e la riforma di Renzi, i Sindacati sono
sempre stati dalla parte del capitale. Non abbiamo visto mobilitazioni ma neppure semplici
dichiarazioni dei sindacati confederati, a difesa dei lavoratori, e contro le azioni lesive dei diritti dei
lavoro da parte dello Stato italiano. Una virata intrapresa già alla fine degli anni 90, durante il
governo Prodi, con il pacchetto Treu, che, incidentalmente, insieme alla riforma dei contratti di
lavoro in direzione di una maggiore flessibilità, introduceva anche privilegi economici per i dirigenti
sindacali.

Ovviamente mi riferisco ai Sindacati storici, la CGIL, la CISL, la UIL. Questa forma di collaborazione
tra sindacato ed esecutivo, è evidente ancora oggi, laddove, in nome della emergenza sanitaria, si è
accettato di comprimere i diritti dei lavoratori fino alla condizione estrema della sospensione del
reddito dal proprio lavoro, per tutti quei cittadini che hanno scelto liberamente di non sottoporsi ad
un trattamento sanitario sperimentale.

I Sindacati hanno accettato negli anni la perdita di fondamentali diritti dei lavoratori facendo
passare ogni compressione degli stessi come una conquista, o come un dovere sociale.

Il meccanismo è stato semplice, i Governi di volta in volta hanno messo tre o quattro temi
sul piatto. Il Sindacato salvava un diritto perdendone due, così poteva poi raccontare di
avere tutelato i diritti.

In poco tempo ci siamo trovati a spazzare via le tutele previste nello Statuto dei Lavoratori;
assistere al superamento dell’art. 18 senza alcuna reazione né azione di tutela.

Siamo giunti oggi al culmine della collaborazione, con l'accettazione della possibilità di
sospendere lavoro e retribuzione a tutte le categorie dei lavoratori, in applicazione di norme
discriminatorie e sanzionatorie, in assenza di comportamenti sanziona bilico previsti dai
contratti.

Riteniamo che sia una condizione allarmante equiparare l'applicazione di una sanzione
estrema, prevista in caso gravi scorrettezze disciplinari, all'esercizio di una libera scelta, intima
e personale consentita dalla legge.


Si sconfina da uno Stato di diritto verso uno Stato di controllo.
E vogliamo sottolineare inoltre che le politiche applicate per la gestione di un'emergenza sanitaria,
che paradossalmente hanno tutte mirato ad una limitazione delle attività economiche, hanno
creato prevedibili gravi conseguenze sul reddito e sul tessuto sociale, fino al punto che abbiamo
oggi famiglie in condizioni di indigenza, le quali non riescono a procurarsi il pranzo e la cena.

La risposta dello Stato all'indigenza economica è stata comunque insufficiente, E vogliamo quindi
richiamare l'attenzione dei cittadini sulla necessità di costruire, oggi, rapporti solidali e circuiti di
prossimità.

Conclude la portavoce: “Vorremmo porre alcune domande alle rappresentanze dei sindacati
confederati, che hanno permesso la distruzione dei diritti del lavoro conquistati in decenni di lotte
accese che hanno visto studenti e lavoratori solidali, e vorremmo sentire delle risposte.

I requisiti necessari ad ottenere il Super Green Pass sono previsti dalla contrattazione collettiva?
Sono requisiti che valgono per tutti i lavoratori?

La conseguenza sanzionatoria della sospensione senza compenso risponde ai criteri
di ragionevolezza e proporzionalità, considerando che neanche una sospensione disciplinare fa
perdere lo stipendio? Ed è corretto che il mancato possesso del Super Green Pass conduca alla
perdita del reddito, se deriva dall’assenza di una malattia o da una condotta indipendente dal
concreto svolgimento del rapporto lavorativo?

La verifica del Super Green Pass inoltre è demandata dal D.L. n.1/2022 al datore di lavoro; quindi,
la legge assegna al datore una forma neanche mascherata di sorveglianza dei dati sanitari dei
propri dipendenti, che potrà condurre a successive e future discriminazioni, nel sonno di un
Garante della Privacy.

La portavoce conclude: “Alziamo il capo e ricordiamoci che condizionare il lavoro, nella sua
dimensione di diritto, ad un pass concesso dal governo, risulta essere in diretto contrasto con i
primi quattro decisivi articoli della Carta Costituzionale della nostra Repubblica, che proprio sul
lavoro dichiara solennemente di fondarsi. Ed ha un sapore antidemocratico di oscura memoria. I
cittadini quindi ritengono che, laddove la tutela dello Stato non è più garantita, sia necessario
costituire dei presidi di autotutela.


        

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