La Ciip Spa è la società che gestisce il Servizio Idrico Integrato del territorio dell’ATO 5 Marche sud
La Ciip Spa è la società che gestisce il Servizio Idrico Integrato del territorio dell’ATO 5 Marche sud, in virtù della convenzione di affidamento del servizio approvata con delibera dell’Assemblea dell’Ente d’Ambito n. 18 del 28/11/2007 e successivi aggiornamenti, per il periodo 2018-2047, secondo la modalità cosiddetta in House.
CIIP spa è una società per azioni a capitale interamente pubblico, controllata da 59 Comuni delle province di Ascoli Piceno e Fermo. È il Gestore del Servizio Idrico Integrato (SII) e si occupa del ciclo completo dell’acqua nel territorio dei Comuni soci, dalla captazione alla depurazione, passando per l’adduzione, la distribuzione e il mantenimento di collettori e fognature.
ELENCO COMUNI SOCI: Ascoli Piceno, San
Benedetto del Tronto, Fermo, Acquasanta Terme, Acquaviva Picena, Altidona,
Amandola, Appignano del Tronto, Arquata del Tronto, Belmonte Piceno,
Campofilone, Carassai, Castel di Lama, Castignano, Castorano, Colli del Tronto,
Comunanza, Cossignano, Cupra Marittima, Folignano, Force, Grottammare,
Grottazzolina, Lapedona, Maltignano, Massignano, Monsampietro Morico,
Monsampolo del Tronto, Montalto delle Marche, Monte Giberto, Monte Rinaldo,
Monte Vidon Combatte, Montedinove, Montefalcone Appennino, Montefiore dell'Aso,
Montefortino, Montegallo, Monteleone di Fermo, Montelparo, Montemonaco,
Monteprandone, Monterubbiano, Montottone, Moresco, Offida, Ortezzano, Palmiano,
Pedaso, Petritoli, Ponzano di Fermo, Porto San Giorgio, Ripatransone,
Roccafluvione, Rotella, Santa Vittoria In Matenano, Servigliano, Smerillo,
Spinetoli, Venarotta.
Il territorio dei 59 Comuni gestiti da CIIP SpA è ulteriormente suddiviso in quattro zone operative:
· Centro Zona di Ascoli Piceno che comprende i Comuni di:
Acquasanta Terme, Appignano del Tronto, Arquata del Tronto, Ascoli Piceno, Castel di Lama, Castignano, Castorano, Colli del Tronto, Folignano, Maltignano, Offida, Roccafluvione, Rotella, Spinetoli e Venarotta oltre ad altre piccole porzioni di territorio di alcuni Comuni limitrofi.
· Centro Zona San Benedetto del Tronto che comprende i Comuni di:
Acquaviva Picena, Carassai, Cossignano, Cupra Marittima, Grottammare, Massignano, Monsampolo del Tronto, Montalto Marche, Montedinove, Montefiore dell’Aso, Monteprandone, Ripatransone, San Benedetto del Tronto.
· Centro Zona di Fermo che comprende i Comuni di:
Fermo, Porto San Giorgio, Lapedona, Altidona, Campofilone; Pedaso, Ponzano di Fermo, Montegiberto, Petritoli, M. Vidon Combatte, Monte Ottone, Ortezzano, Monte Rinaldo, Belmonte, M. San Pietro Morico, Monteleone di Fermo, Montelparo, S. Vittoria in Matenano, Monterubbiano, Grottazzolina, Moresco, Servigliano.
· Centro Zona di Comunanza che comprende i Comuni di:
Amandola, Comunanza, Force, Montefalcone, Smerillo, Montefortino, Montemonaco, Roccafluvione, Palmiano, Rotella, Montegallo.
La rete della Ciip, costruita in oltre 100 anni di storia, si sviluppa per 6.363 Km, suddivisi in 3.509 Km per la distribuzione, 1.156 Km per l’adduzione e 1.698 per gli allacci. Essa è costituita dall’Acquedotto Pescara d’Arquata, dall’Acquedotto Monti Sibillini e dall’Acquedotto del Vettore, ai quali si aggiunge, in caso di emergenza idrica, l’impianto di soccorso che attinge acqua dal subalveo del fiume Tenna a Nord di Porto San Giorgio, l’impianto di soccorso di Fosso dei Galli a servizio del comune di San Benedetto e l’impianto di soccorso di Castel Trosino alle porte di Ascoli Piceno.
Sinteticamente si riporta un sinottico.
Popolazione servita: circa 290.000 Residenti ed oltre 120.000 abitanti fluttuanti
Totale utenze: 178.260, definendo con utenza il numero contatori a monte dei contratti di servizio
Superficie: 1.813 kmq
3 Acquedotti principali: Pescara, Sibillini e Vettore
Dimensioni della rete idrica: 6.363 km
Dimensioni rete fognaria: 2.335 km
Numero dipendenti al 31/12/2022: 256
Certificazioni europee: La CIIP spa entra a far parte del ristretto gruppo delle aziende del Servizio Idrico Integrato certificate secondo il seguente elenco:
UNI EN ISO 9001:2015 - Sistemi di gestione per la qualità;
UNI EN ISO 14001:2015 - Sistemi di gestione ambientale;
UNI ISO 45001:2018 - Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro.
Il sistema acquedottistico, costituito nel suo insieme dalle opere di captazione e dalle reti di distribuzione, ha subito un profondo cambiamento negli ultimi anni, stravolgendo il sistema che storicamente, dal 1982, ha garantito il servizio idropotabile nell’ex intera provincia di Ascoli Piceno.
2.1 LA RETE ACQUEDOTTISTICA - LE
FONTI PRIMARIE
Il territorio dell’ATO 5 Marche Sud, costituito da tutta la Provincia di Ascoli Piceno e dalla quasi totalità della Provincia di Fermo, è servito da tre sistemi acquedottistici principali denominati:
- Acquedotto del Pescara, che serve principalmente la provincia di Ascoli Piceno, completato nel 1955 e alimentato dalle captazioni di Capodacqua e Pescara del Tronto, situate nel comune di Arquata del Tronto, con un prelievo autorizzato di 630 l/s e, a decorrere dagli anni ’90, alimentato anche dalla sorgente di Forca Canapine;
- Acquedotto dei Sibillini che serve principalmente la porzione di territorio che si estende per lo più a nord della valle dell’Aso, completato nel 1980 e alimentato dalla captazione di Foce di Montemonaco, con un prelievo autorizzato di 526 l/s;
- Acquedotto del Vettore che serve principalmente alcuni comuni montani alle pendici dei Monti Sibillini completato nel 1957 e alimentato dalla sorgente di Sasso Spaccato, sita nel comune di Montegallo, con un prelievo autorizzato di circa 63 l/s.
Figura 2 – Sistemi acquedottistici gestiti dalla C.I.I.P.
S.p.a.
Le predette linee acquedottistiche sono alimentate
dalle seguenti sorgenti:
LINEA ACQUEDOTTISTICA PESCARA D’ARQUATA
• Sorgente
di Capodacqua, da annoverare fra le grandi derivazioni idriche, captazione
a gravità, localizzata a Capodacqua d’Arquata, portata autorizzata 430 l/s,
opera di captazione con galleria drenante intestata nell’acquifero costituito
dal complesso calcareo (formazioni del Calcare Massiccio e della Corniola). Le
acque della sorgente di Capodacqua, mediante una stazione di sollevamento, sono
addotte a quota 891 m s.l.m. per essere immesse nella vasca di carico di
Pescara d’Arquata dalla quale poi si dipana la linea dell’Acquedotto del Pescara
con andamento a gravità che si snoda lungo tutta la vallata del fiume Tronto, a
sud fino all’insediamento urbano di San Benedetto del Tronto, a nord fino ai
comuni di Fermo e Porto San Giorgio; negli ultimi anni il gruppo sorgentizio si
è arricchito di n°7 pozzi di captazione profondi, per una gestione più
razionalizzata del prelievo.
• Sorgente
di Pescara del Tronto, da annoverare fra le grandi derivazioni idriche,
captazione a gravità a quota di circa 891 metri s.l.m. tramite gallerie
drenanti scavate nella Scaglia Rosata e disposte in senso longitudinale e
trasversale. L’opera di captazione è collegata all’esterno mediante una
galleria. Il completamento dell’opera di captazione e acquedottistica è
avvenuto nel 1954. Portata autorizzata 200 l/s. Il tamponamento esercitato
dalla fascia cataclastica del sovrascorrimento dei Monti Sibillini, nell’area
della sorgente Pescara d’Arquata, ha dato origine alla scaturigine, mettendo in
contatto tettonico la Scaglia Rosata (complesso calcareo marnoso) con la Scaglia
Cinerea (complesso marnoso-calcareo marnoso) caratterizzata da una permeabilità
molto bassa.
• Sorgente
di Forca Canapine, da annoverare fra le piccole derivazioni idriche, sita
in corrispondenza della galleria stradale per Norcia, con una portata autorizzata
di 70 l/s di cui 47 l/s a servizio del territorio marchigiano, con immissione
della risorsa idrica sulla linea acquedottistica all’altezza dell’abitato di
Capodacqua.
• Sorgente
di Fosso Rio di Capodacqua, da annoverare fra le piccole derivazioni
idriche, captazione a gravità localizzata lungo l’omonimo fosso, portata
autorizzata di 10 l/s, con immissione della risorsa idrica sulla linea
acquedottistica all’altezza dell’abitato di Capodacqua.
LINEA ACQUEDOTTISTICA DEI SIBILLINI
• Sorgente
di Foce di Montemonaco, da annoverare fra le grandi derivazioni idriche,
captazione a gravità, localizzata in località Foce di Montemonaco a quota 910
metri s.l.m., portata autorizzata pari a 526 l/s, captazione intestata
nell’acquifero del calcare massiccio, opera di captazione con gallerie drenanti
terminata negli anni ’80. L’acquedotto si snoda a gravità servendo gran parte
dei comuni della provincia di Fermo nonché gli insediamenti costieri di Porto
San Giorgio, Cupra Marittima, Grottammare e San Benedetto del Tronto.
LINEA
ACQUEDOTTISTICA DEL VETTORE
• Sorgente
di Sasso Spaccato, da annoverare fra le piccole derivazioni idriche, sita
in comune di Montegallo, che alimenta prevalentemente alcuni comuni montani
situati alle pendici dei Monti Sibillini (i comuni dell’ex Consorzio Idrico del
Vettore quali Montegallo, Montemonaco, Comunanza, Amandola, Force,
Montefortino, ecc. ecc.) con una portata assentita di circa 63 l/s.
Le portate di concessione (valori nominali non reali)
dei gruppi sorgentizi precedentemente elencati sono riportate nella seguente
tabella riassuntiva.
GRUPPO SORGENTIZIO |
PORTATA DI CONCESSIONE (l/s) |
Foce di Montemonaco – Sibillini |
526 |
Pescara del Tronto |
200 |
Capodacqua + Pozzi |
429,8 |
Sasso Spaccato |
62,7 |
Forca Canapine |
47 |
Fosso Rio di Capodacqua |
10 |
TOTALE |
1275,5 |
Tabella 9 – Portate di concessione gruppi sorgentizi
montani
Gli anni 2016 –
2021 sono stati segnati dai tragici eventi del sisma che ha interessato ben 33
Comuni sui 59 serviti con gravi conseguenze sull’emungimento dalle principali
sorgenti di approvvigionamento idrico e relative linee adduttrici. Tale
criticità ha avuto un ulteriore aggravamento in ragione della crisi idrica
conseguente alla siccità che si è ininterrottamente protratta sino ad oggi e
che è la più grave degli ultimi trent’anni. La crisi idrica ha fatto registrare
un calo della risorse idropotabili delle principali sorgenti con punte di oltre
il 58% dell’assentito (-735 l/s su 1.275
l/s), interessando in particolar modo la Sorgente di Foce di Montemonaco
che ha visto ridurre la sua portata complessiva dagli oltre 600 l/s ai circa
120 erogati nel 2022 oltre alla scomparsa di alcune sorgenti quali Forca
Canapine, che adduceva oltre 45 l/s al sistema di Capodacqua o Fosso Rio per
oltre 10 l/s.
All’approvvigionamento
dalle sopra citate sorgenti maggiori, si aggiungono diverse sorgenti minori a
servizio delle piccole frazioni montane. Lo schema acquedottistico, inoltre, è
alimentato anche da impianti di soccorso che il Gestore utilizza per
fronteggiare i picchi di consumo che si hanno nel periodo estivo o durante i
mesi di magra degli anni particolarmente siccitosi. In conseguenza degli eventi
sismici del 24/08/2016 e successivi, i cui effetti hanno modificato il regime
di rilascio dei bacini sotterranei di alimentazione dei gruppi sorgentizi
montani, gli impianti di soccorso hanno assunto un ruolo primario per
compensare il grave deficit tra risorsa idrica disponibile e fabbisogno
idropotabile dei territori serviti. Gli impianti di soccorso principali di cui
il Gestore dispone sono:
• Impianto di Santa Caterina, realizzato
negli anni ‘70, è ubicato lungo il paleo-alveo in sinistra idrografica del
Fiume Tenna, in località Tenna del Molino nel Comune di Sant’Elpidio a Mare
(FM), ed è a servizio dei centri abitati di Fermo e Porto San Giorgio, per un
totale di circa 53.000 abitanti serviti. La portata di concessione è stabilita
in 22,7 l/s, passati attualmente, dapprima in virtù dei provvedimenti del
Comitato Provinciale di Protezione Civile, in seguito formalizzati con regolare
concessione fino ad un quantitativo di 80 l/s.
• Impianto di Fosso dei Galli, a servizio
di parte della zona Sud di San Benedetto del Tronto - Zona Porto d’Ascoli e
della Località Centobuchi di Monteprandone. La risorsa viene emunta dal campo
pozzi collocato in prossimità dell’argine sinistro del Fiume Tronto e
successivamente trattata presso l’impianto di potabilizzazione omonimo. La
portata di concessione, una volta effettuato il trattamento, consente di
erogare una portata massima di 80 l/s.
• Impianto di Castel Trosino, progettato
per servire un totale di circa 50.000 abitanti è entrato in funzione nel 2019.
Ubicato nella zona Sud-Est di Castel Trosino, frazione del Comune di Ascoli
Piceno, a circa 4 km dal centro della città, si inserisce nell’Acquedotto
Pescara d’Arquata ed è a servizio dei centri abitati di Ascoli Piceno,
Folignano, Maltignano nonché della zona industriale del capoluogo stesso.
L’impianto preleva a scopo potabile risorse idriche sotterranee dall’acquifero
della dorsale carbonatica della Montagna dei Fiori. La portata assentita è pari
a 150 l/s di cui 80 l/s in utilizzo ordinario.
·
Impianto di
soccorso a Petritoli, costituito da tre pozzi posizionati sulla sponda
destra del fiume Aso, da una vasca di carico e dal relativo impianto di
sollevamento, il tutto per una portata massima di emungimento pari a 30 l/s.
Nel 2020 l’impianto è stato dotato di un sistema di filtrazione a carboni
attivi al fine di migliorare la caratteristiche qualitative della risorsa
idrica captata.
Rispetto alla
configurazione pre-sisma tali azioni hanno permesso di recuperare circa 287 l/s a fronte di oltre 700 l/s di
riduzione con un gap strutturale di oltre 450 l/s.
Alle predette
Fonti si aggiungono alcune cosiddette “interconnessioni acquedottistiche” ossia
collegamenti con altri gestori che forniscono acqua in zone limitrofe per
motivi territoriali o di disponibilità e le sorgenti minori che alimentano le
piccole frazioni che non sono raggiunte dall’acquedotto principale, in special
modo nelle zone montane.
Le interconnessioni non sempre sono attive e sono le seguenti:
- Interconnessione Tennacola zona Campiglione di Fermo per circa 5 l/s
- Interconnessione Tennacola Zona Lido Tre Archi per circa 10 l/s
- Interconnessione Tennacola Zona Amandola per circa 5 l/s
- Interconnessione Ruzzo zona S. Giacomo di Ascoli Piceno per circa 2 l/s
- Interconnessione
Acquedotto Tre Valli Umbre – Zona Forca Canapine di Arquata per circa 5 l/s
Oltre ai
suddetti interventi adottati per fronteggiare la carenza idrica, la Ciip ha presentato
al Ministero, in relazione ai fondi del PNRR, il progetto di un potabilizzatore in zona Comunanza, a
sostegno della linea dei Sibillini, in grado di trattare una portata massima di
400 l/s, con la possibilità di ricevere acqua da 2 approvvigionamenti
distinti, di seguito descritti:
- Prelievo lago di Gerosa:
Il Lago di Gerosa, con
una capacità di invaso ante sisma di circa 14.000.000 di mc (attualmente tale
capacità è stata ridotta per problematiche amministrative) potrebbe garantire
una portata da potabilizzare di 150-200 l/s; l’invaso è gestito dal consorzio
di Bonifica delle Marche, con il quale dopo aver condiviso la soluzione tecnica
per il prelievo, occorrerà stipulare apposita convenzione per il prelievo.
L’intervento è in fase di progettazione definitiva nell’ambito dell’intervento
complessivo di Interconnessione acquedottistica delle ATO 3, 4 e 5 “Anello dei
Sibillini”, e finanziato a fondo perduto con le risorse del PNRR.
- Prelievo fiume Tenna:
Il Fiume Tenna, al confine tra i comuni di Montefortino ed Amandola, fuori dal territorio del Parco dei Sibillini ha una portata stimata anche in periodi di massima magra di circa 600 l/s , in gran parte poi prelevati dall’ENEL per fini idroelettrici. E’ quindi possibile effettuare, a monte, un prelievo di una portata da potabilizzare di 150-200 l/s , che andrà poi reimmessa nell’acquedotto dei Sibillini presso Croce di Casale mediante una condotta di circa 9 km dopo aver subito un blando trattamento di potabilizzazione presso il medesimo impianto che tratterà le acque provenienti da Gerosa. L’intervento è in fase di progettazione definitiva nell’ambito dell’intervento complessivo di Interconnessione acquedottistica delle ATO 3, 4 e 5 “Anello dei Sibillini”, e finanziato a fondo perduto con le risorse del PNRR.
I suddetti progetti sono stati finanziati ed avviati, la loro entrata in
esercizio si prevede con orizzonte 2026, con il limite che il prelievo massimo
potrà essere consentito solo per brevi periodi di punta ed in condizioni di
criticità, mentre il prelievo medio annua si attesterà a circa 100 l/s.
- PRELIEVO E POTABILIZZATORE ALTO TRONTO (COLLE D’ARQUATA O TRISUNGO)
Tale progetto, ancora embrionale, per il quale si sta redigendo il Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DOC FAP), prevede la “Realizzazione dello schema di approvvigionamento straordinario e suppletivo del bacino dell’alto corso del Fiume Tronto – Immissione in rete previa potabilizzazione delle risorse idriche”, ovvero mira alla rivalutazione e revisione dell’attuale sistema idrico di approvvigionamento per la parte di distretto legata all’alta valle del Fiume Tronto, in una fascia a monte degli attuali schemi concessori, in modo da far fronte alle contrazioni di disponibilità idrica presenti anche sull’Acquedotto del Pescara: fra le possibili fonti alternative di alimentazione da falda superficiale, la soluzione tecnica di maggior interesse e di immediata attuabilità atterrebbe alla linea Colle d’Arquata-Grisciano al confine fra le Regioni Marche e Lazio.