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LO SCIPPO: I FALLIMENTI DI ASCOLI A MACERATA E NON PIU' AD ANCONA

LO SCIPPO: I FALLIMENTI DI ASCOLI A MACERATA E NON PIU' AD ANCONA

Un altro scippo sta per essere perpetrato alla città di Ascoli: la perdita della sezione fallimentare del Tribunale. La riforma sembrava indirizzarla verso la gestione del Tribunale delle Imprese di Ancona e invece, a sorpresa,  il decreto attuativo stabilirebbe che i fallimenti ascolani dovranno essere gestiti dal Tribunale di Macerata (assieme anche a quelli di Fermo). La sezione fallimentare del Tribunale di Pesaro verrebbe invece soppressa a vantaggio di Ancona. Provincia, Comune e locale Ordine dei Commercialisti hanno da tempo espresso la loro contrarietà che sembra però non trovare luogo ai livelli che contano. In extremis si potrebbe spingere il governo ad una deroga post sisma come accade da anni ad esempio per i Tribunali di Avezzano, Sulmona e Lanciano tenuti in vita in conseguenza del sisma che colpì l'Aquila.

In caso contrario tutto il Piceno, non solo Ascoli, verrebbe impoverito ulteriormente. Tralasciando i conseguenti e immediati problemi logistici per gli operatori del settore che per ogni questione dovrebbero recarsi altrove ne deriverebbero poi tutta una serie di iatture. A cascata il Tribunale di Ascoli, non avendo più procedimenti né giudici delegati, perderebbe poi tutte le naturali attività successive. Che non sono di poco conto investendo gli avvocati per le cause conseguenti e non certo infrequenti nell’ambito trattato, gli altri ordini professionali (Ingegneri, Architetti, Geometri tanto per fare solo qualche nome) che verrebbero privati delle consulenze tecniche necessarie con conseguente impoverimento anche degli uffici statali del territorio. In pratica tutta un microcosmo economico, che poi tanto microcosmo non è, trasferito altrove a discapito di un territorio già colpito dalla crisi prima e dal sisma poi.
        

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