Gestire le bollette durante la crisi causata dal Coronavirus. Consigli utili per imprenditori e professionisti.
Per affrontare al meglio la ripartenza, abbiamo deciso di approfondire il tema della crisi economica causata dal Coronavirus con l’Amministratore della SATO Luce e Gas, Giorgio Tomassetti.
I fornitori di energia e gas svolgono servizi essenziali. Come avete garantito il servizio durante il periodo di quarantena?
Mentre molti chiudevano le proprie attività, noi ci siamo dovuti organizzare per garantire la continuità. Durante la quarantena abbiamo chiuso gli uffici al pubblico ma abbiamo garantito comunque tutti i servizi essenziali da remoto, direttamente dalla nostra sede di Ascoli Piceno. Eravamo già molto attivi da remoto prima del Covid, ma durante la quarantena abbiamo potenziato gli strumenti che i nostri clienti possono usare per gestire le proprie utenze da casa.
Come hanno reagito gli utenti? Sono riusciti a gestire le proprie forniture da remoto?
All’inizio eravamo preoccupati per i nostri utenti “meno giovani” ma come molta soddisfazione siamo riusciti ad aiutare anche loro. Alcuni ci hanno inviato la loro prima “email” o hanno fatto il loro primo pagamento con carta di credito da remoto. Questo ci ha fatto molto piacere.
E adesso? Siete aperti al pubblico?
Sì, dal mese di maggio, dopo aver adottato tutte le possibili misure preventive, abbiamo aperto nuovamente i nostri sportelli al pubblico.
Come sappiamo, il Coronavirus ha costretto molte attività alla chiusura. Qual è il problema più sentito dagli imprenditori e dai professionisti in questo momento?
Sicuramente il problema più grande è la mancanza di flussi di cassa positivi, ovvero entrate. Il Covid ha colpito tutti noi in modo violento e inaspettato. Aziende grandi, medie e piccole, dall’oggi al domani, sono state costrette a chiudere le loro attività. Per molti imprenditori questo ha significato una perdita completa di entrate finanziarie. Sappiamo che mantenere un buon livello di liquidità è a volte complesso in tempi normali per molti imprenditori e professionisti; farlo in condizioni di chiusura completa e senza aiuti da parte dello Stato, per alcuni è stato semplicemente impossibile.
Come mai durante la crisi Covid sono continuate ad arrivare bollette, anche alle attività chiuse?
Premesso che il nostro è un settore regolato e che le regole generali sono stabilite dall’Autorità, per rispondere a questa domanda è importante capire da un lato la logica di calcolo delle bollette e dall’altra, la dipendenza che lo Stato ha rispetto alle entrate (tasse) derivanti dalle bollette.
Per quanto riguarda la logica di calcolo, è importante capire che le bollette fanno sempre riferimento al passato. Esempio: una bolletta che scade a marzo, nella migliore delle ipotesi riguarda consumi di gennaio. Quindi se il mio locale era chiuso a marzo, per vedere una bolletta più bassa devo attendere un paio di mesi, tra emissione e scadenza.
Con riferimento invece al fatto che lo Stato senza le tasse sulle bollette avrebbe un enorme problema finanziario, è importante capire che buona parte dei soldi che paghiamo con le bollette finiscono allo Stato. Basti pensare agli oneri di sistema, alle accise, all’IVA, al Canone, ecc… Come fornitori il problema è ancora più sentito perché siamo poi noi quelli che anticipano i soldi di queste tasse allo Stato.
A cosa ha rinunciato lo Stato in questo periodo di crisi? Dire “a nulla” non è poi così sbagliato. A meno di sorprese normative, a cui siamo abituati, probabilmente rinunceranno a soli 600 milioni di Euro di entrate da oneri di sistema (che andranno spalmati su tutta Italia, ovvero pochi euro che finiranno a qualche impresa con determinati requisiti tecnici…). Su questi “aiuti”, non essendo disponibile una norma attuativa di dettaglio, al momento non possiamo fornire maggiori informazioni. In ogni caso, sempre meglio di niente direbbe qualcuno.
Cosa può fare un imprenditore o professionista che a causa del Covid non riesce a pagare le bollette?
Quello che dovrebbe fare è attivarsi quanto prima e chiedere al proprio fornitore di energia e/o gas una rateizzazione o un piano di rientro. Avrebbe dovuto farlo subito, non appena arrivate le bollette, ma se non lo ha ancora fatto, il consiglio è di attivarsi immediatamente. Tuttavia, una precisazione. Così come è avvenuto con il sisma, anche in questo caso ci saranno alcuni “furbetti del Covid”, ovvero soggetti che erano morosi prima del Covid e che stanno sfruttando il Covid per cercare di continuare a non pagare. Per questo motivo alla SATO cerchiamo di verificare sempre la bontà della richieste che riceviamo. In caso di richieste di rateizzazione, dopo aver accertato l’effettiva situazione di difficoltà causata dal Covid, a meno di situazioni estreme, concediamo dilazioni e rateizzazioni. Per esempio, se hai un’attività e prima del Covid pagavi sempre entro la scadenza ed ora non riesci a pagare le bollette, appare chiaro il motivo del problema.
Cosa non dovrebbe invece fare un imprenditore o un professionista in difficoltà a causa del Covid?
Sconsiglio agli utenti di attendere il giorno prima della scadenza di una fattura o di un sollecito per chiedere aiuto. Anche se è una conversazione difficile, va affrontata tempestivamente, prima che sia troppo tardi. Se un utente ha quindi un problema finanziario causato dal Covid (di nuovo non stiamo parlando di problemi finanziari pregressi e/o “furbetti”) e, in buona fede, necessita di aiuto per tornare alla normalità, ci siamo. Altro errore è non fare nulla sperando in un miracolo. Gli imprenditori e i professionisti dovrebbero aver capito ormai che lo Stato (purtroppo) non c’è, se non quando ci sono tasse da pagare. Credere quindi che gli annunci dei politici si traducano in aiuti concreti è un errore imprenditoriale e strategico che può costare caro. Forse un domani le cose cambieranno, ma oggi è così, e gli imprenditori hanno bisogno di aiuti oggi, non domani. Infine, il peggior errore da evitare è chiedere un piano di rientro, ottenerlo e poi non rispettarlo. Questo errore riduce enormemente la vostra capacità di trattativa futura con il vostro fornitore.
A cosa va incontro l’utente che non si attiva per trovare una soluzione finanziaria con il proprio fornitore?
L’utente che in buona fede non si attiva per trovare una soluzione sostenibile con il proprio fornitore rischia di non riuscire ad ottenere un piano di rientro, ovvero rischia di non riuscire a bloccare le procedure di distacco in tempo utile.
Ci sono settori che stanno facendo più fatica di altri?
Dato che i nostri clienti sono attivi in molti settori economici ci siamo posti questa domanda anche noi. In termini generali, non abbiamo trovato moltissime differenze tra settore a settore. Tutti i settori sono stati impattati negativamente da questa crisi perché il tessuto economico è interconnesso. Chi è rimasto chiuso non ha generato entrate per pagare quelli che sono rimasti aperti. Quello che ha fatto la differenza in questo periodo è, a nostro giudizio, il livello e la qualità dell’organizzazione aziendale. Ovvero, le aziende più strutturate, sia se sono state aperte o chiuse, hanno effettuato tutti i pagamenti regolarmente. Questa crisi ha invece amplificato i problemi di cassa di chi non disponeva, prima della crisi, di una gestione efficiente dei flussi di cassa.
A volte dalla crisi nascono opportunità. Vedete opportunità da questa crisi?
Per gli utenti il grande vantaggio può essere la riduzione dei costi dell’energia e del gas. Il Covid ha infatti fatto crollare i costi delle materie prime (gas ed energia). Nel nostro caso, nel corso dei prossimi mesi, abbiamo già previsto una riduzione delle tariffe per tutti i nostri clienti. Se lo Stato deciderà di non aumentare le tasse in bolletta, ci aspettiamo quindi di emettere bollette più leggere nei prossimi mesi.
Per quanto riguarda invece SATO Luce e Gas, il nostro obiettivo rimane lo stesso, ovvero crescere in modo sano e organico. Siamo un’azienda giovane e dinamica e cresciamo di anno in anno grazie al supporto dei nostri utenti. Nel mondo post-coronavirus, SATO è in grado di fornire un servizio diretto e di qualità utilizzando molti canali, da quelli fisici (esempio: gli uffici sul territorio) a quelli digitali. Siamo sicuri che gli utenti apprezzeranno molto questo mix di competenze.
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