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ROBERTO GALANTI PMIA, L'AUTOTRASPORTO COME "CARO ESTINTO"

ROBERTO GALANTI PMIA, L'AUTOTRASPORTO COME "CARO ESTINTO"

Non vorremmo ricordare l’autotrasporto come il “caro estinto”, ma  ad oggi, i presupposti ci sono tutti. Oltre ai problemi ormai cronici ed irrisolti, incombono sul settore due (forse tre) grosse tegole: la carenza di autisti, di cui ci siamo già occupati, e l’eccessivo costo dei prodotti energetici ed il green pass di cui ci occuperemo  a breve.

Oggi, considerando solo gli aumenti del carburante per autotrazione, un camion a  gasolio, subisce un aumento di costi di circa 10.000 euro annui in più rispetto ai precedenti e per quanto riguarda i camion alimentati a metano il cui costo di acquisto del mezzo è già maggiore di circa il 20 per cento, si arriva a circa 20.000 euro in più l’anno solo per farli camminare su strada.

Al volo, mi verrebbe di suggerire una riduzione delle imposte, ma, non egoisticamente, sarebbe opportuno che la committenza, che utilizza i trasportatori, metta mano alle casse adeguando i prezzi rispetto  alle lievitazioni del costo carburante. Ancora un suggerimento al Governo…..si aumenti vistosamente lo sconto del pedaggio autostradale a chi impiega carburanti a basso impatto ambientale. Chi ben comincia è a metà dell’opera. Coraggio allora!!!!

Per fare un esempio con riferimento alla giusta politica green che ha spinto molte ditte a cambiare mezzi da alimentazione da gasolio a Gnl (Gas Naturale Liquefatto), fino ad alcuni mesi fa il costo era di 0,98 euro kilo, oggi si arriva fino a 2,40 euro per la stessa quantità. Un camion a metano deve sopportare miracolosamente un rincaro del carburante di oltre il 92% che lo porta a record storici ed insostenibili.  Molte imprese che hanno effettuato investimenti consistenti in tecnologia ambientalmente non inquinante, ora si ritrovano a dover combattere  costi operativi obiettivamente non più sostenibili”.

La difficoltà a rimanere sul mercato potrebbe provocare, come ho già detto in precedenza, un fermo tecnico dei mezzi con disagi enormi per la collettività. Capisco che oggi, in termini generali, tante sono le difficoltà e, ma è umano guardare a quelle più specifiche e che riguardano una categoria come quella dell’autotrasporto. La riduzione della forzata  circolazione provocherebbe un evidente ritardo delle consegne delle materie prime con un impatto nei cicli produttivi. Un breve accenno alla carenza di autisti: il possesso delle patenti per guidare i camion non significa essere camionisti, ma è necessario anche programmare una formazione specifica ed effettiva sul campo.
        

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