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AUTOTRASPORTI, GALANTI: "SUL CAMION SVENTOLA BANDIERA BIANCA!"

AUTOTRASPORTI, GALANTI: "SUL CAMION SVENTOLA BANDIERA BIANCA!"

Parliamo oggi dell’inconcepibile caso (uno dei tanti fattori cronici e irrisolti) dei nostri autotrasportatori costretti a sostenere costi incredibili solo perchè (concausa) hanno scelto di combattere l’inquinamento sostituendo, con enormi sacrifici, i vecchi mezzi con quelli  meno inquinanti.

Si tratta di una punizione che la categoria non merita di pagare un prezzo, per esempio,  del metano più del doppio senza un adeguamento dei prezzi del servizio, certamente rimane difficile da digerire e gestire. Parlare degli aumenti inconcepibili anche del gasolio è cosa altrettanto non accettabile, ma quasi  scontata.

Oggi, considerando solo gli aumenti del carburante per autotrazione (tralascio solo temporaneamente il problema AdBlue che si ha difficoltà a reperirlo e quello che si trova costa tre/quattro volte di più) , un camion a gasolio, subisce un aumento di costi di circa 20.000 euro annui in più rispetto ai precedenti e per quanto riguarda i camion alimentati a metano il cui costo di acquisto del mezzo è già maggiore di oltre il 20 per cento, si arriva a molto di pù rispetto al costo  kg  dello scorso anno, solo per farli camminare su strada.

Ora senza scomodare gli esperti matematici, ma utilizzando una calcolatrice semplicissima…. proviamo a fare i cosiddetti conti della “serva”: un singolo camion che viaggia, considerando 10 mesi di lavoro  e che ha una capienza del serbatoio di circa 850 lt, solitamente deve fare due pieni a settimana e rispetto ai prezzi di carburante dello stesso periodo dello scorso anno, considerando almeno 80 rifornimenti nel corso dell’anno, ha un aumento totale di circa 250 euro a pieno che moltiplicato per 80 porta un aumento di solo gasolio di circa 20.000 euro che non sono assolutamente riconosciuti dalla committenza e non solo.

Si consideri anche che un mezzo pesante ha un consumo medio km di 3,2…..e che mediamente incassa più o meno 1,20/1,30 al km, i conti di fanno presto a fare.

A causa dei rincari tre, quattro  mezzi su dieci, sono fermi sui piazzali anche per la carenza di autisti. Questo dovrebbe far riflettere perché in Italia quasi tutte le merci viaggiano su gomma e se non girano sulle strade i camion, prima o poi, ci saranno problemi anche di approvvigionamento dei viveri per la  sopravvivenza.

Tutto aumenta, tutto rende difficile, ma di soluzioni non se ne vedono all’orizzonte.

Fino a quando si riuscirà a sostenere una calma, credo apparente, non ci è dato da preventivare.

A questo si aggiunge anche il fatto che le provvidenze promesse per aiutare il cambio di “stagione”, sono state limate in modo evidente. La categoria è allo sfinimento!

Tutti abbiamo sentito e visto, le proteste degli autotrasportatori in Canada, nei confronti dei quali si vieta di dar da mangiare a chi sta manifestando e sulle cui motivazioni non intendo assolutamente entrare nel merito, ma se costoro solo per l’abolizione del Green Pass e delle restrizioni, sono fermi da quasi due settimane, non voglio neppure immaginare, su problematiche di casa nostra ben più gravi , cosa potrebbe accadere se il settore si vedrà costretto ad un “fermo tecnico” per manifesta impossibilità a sostenere i costi attuali e cercare di andare avanti comunque, come sempre,  con senso di  responsabilità e  coscienti del disastro che incombe con velocità da record.

Tale silenzio assordante da parte di chi dovrebbe prospettare delle soluzioni, non fa altro che alimentare proteste e manifestazioni “fai da te”.

Girano sui social in questi giorni  autoconvocazioni su tutto il territorio di aggregazioni di autotrasportatori senza  autori identificabili.

Ebbene condivido le motivazioni perché oggettive, ma non le forme.

L’autotrasporto in Italia soffre di decenni di promesse mai concretizzate e quello che inquieta di più  è che di tanto in tanto qualcuno, forse, ma molto forse titolato, minaccia proteste, sapendo che la solfa del grido “al lupo al lupo” si ripete come nei corsi e ricorsi della storia. Non intendiamo far salire sul carro delle proteste coloro che, a prescindere dalle sporadiche apparizioni, cercano probabilmente solo visibilità.

La soluzione? Quando una persona sta male, va dal medico e solo lui può prescrivere cure e visite specialistiche. Noi possiamo solo evidenziare i problemi, le preoccupazioni e le difficoltà, ma  spetta ad altri prescrivere terapie, ed oggi, stante la situazione, servono cure specialistiche non antidolorifici.

Non abbiamo, come si usa dire con una battuta  intenzione  di “sparare alla croce rossa”, ma vorremmo evitare di andare in rianimazione, e nello stesso tempo siamo coscienti che da qui a breve saremo costretti.
        

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