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ANGELINI DISTRIBUZIONE, 17 LICENZIAMENTI

ANGELINI DISTRIBUZIONE, 17 LICENZIAMENTI

ADS ANGELINI DISTRIBUZIONE E 17 LICENZIAMENTI

E’ SALTATO L’INCONTRO TRA REGIONE E MONDADORI; TUTTO RINVIATO A FINE MESE

OO.SS. SUL PIEDE DI GUERRA ; IL PICENO NON UN DISOCCUPATO IN PIU’

 

E’ saltato l’incontro in Ancona della Mondadori con la Regione fissato per Venerdì 7/08/2015; la Mondadori ha telefonato all’Assessorato al Lavoro Regionale comunicando la indisponibilità per motivi di ferie e confermando la propria disponibilità ad un incontro con l’Assessore Regionale Al Lavoro terminata la pausa estiva; tutto rimandato all’ultima settimana di Agosto.

La Arnoldo Mondadori editore SPA, formalmente la PRESS – DI SRL , leggi Mondadori, rappresenta per la ADS ANGELINI DISTRIBUZIONE il 35% del proprio fatturato; la disdetta dei rapporti commerciali della Mondadori è stato il punto di origine da cui è scaturita la decisione della Angelini Distribuzione di chiudere l’azienda, licenziare 17 lavoratori, colpendo drammaticamente con l’indotto 42 unità lavorative.

La Regione Marche è chiamata pertanto, in prima persona, a tessere rapporti con la Arnoldo Mondadori perché riveda la sua disdetta nei confronti della Angelini Distribuzione o si impegni ad evitare cadute traumatiche occupazionali sul territorio.

Il ruolo della Regione è fondamentale; non siamo in presenza di una fabbrica che chiude perché non fa più il prodotto; ma siamo in presenza di un passaggio della distribuzione di carta stampata da una Società ad un’altra; l’attività lavorativa rimane.

I lavoratori non possono essere lasciati con il cerino in mano a bruciarsi; le case editrici e le aziende di distribuzione fanno il loro gioco mentre ai lavoratori arrivano licenziamenti; no le cose non possono stare così. Se la Regione c’è che batta un colpo.

Per le OO.SS. ed i lavoratori che si stanno battendo per salvaguardare il lavoro ed evitare il saccheggiamento del territorio, con l’Angelini Distribuzione la partita è ancora aperta; la strada maestra rimane la revoca della procedura di mobilità e l’avvio dei contratti di solidarietà difensivi; una moratoria di un anno, lavorando di meno, ma lavorando tutti e poi decidere in riferimento agli orizzonti futuri.

Il Piceno non può avere un disoccupato in più; oggi l’imperativo sindacale è fermare la disoccupazione.

 

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