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FALLIMENTI, I COMMERCIALISTI: "PAROLE RASSICURANTI MA SI ASPETTANO I FATTI"

FALLIMENTI, I COMMERCIALISTI: "PAROLE RASSICURANTI MA SI ASPETTANO I FATTI"

La posizione del Presidente dell'Ordine dei Commercialisti  di Ascoli, Carlo Cantalamessa, in piena sintonia con il Presidente dell'Unione Regionale, Stefano Coppola. "I COMMERCIALISTI PICENI portano ancora all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni oltre che della politica il gravissimo problema che con la riforma della legge fallimentare SI METTEREBBE MANO ALLA GEOGRAFIA DEI TRIBUNALI. Si ridurrebbero a due i Tribunali specializzati nella materia (Macerata ed Ancona).

IL TRIBUNALE FALLIMENTARE DI ASCOLI VERREBBE ACCORPATO A QUELLO DI MACERATA.

IL PRESIDENTE CANTALAMESSA, con il massimo rispetto dei rispettivi ruoli, ricorda che fin dall’Ottobre scorso, ha scritto a tutti i parlamentari marchigiani, ai vertici politici della regione, ai sindaci del territorio, METTENDOLI IN GUARDA SUL GRAVE PROBLEMA..

I Commercialisti Piceni hanno coinvolto nella battaglia PER LA SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO (già impoverito dallo svilimento di diversi importanti presidi) ALTRI ORDINI PROFESSIONALI. L’ordine degli Avvocati del presidente Pietropaolo e quello dei Geometri si sono fatti sentire con dichiarazioni pubbliche. Assindustria locale ha preso una forte e decisa posizione. Da ultimo si registra un Ordine del Giorno del Consiglio Comunale di Ascoli e quello dell’Onorevole Pd di Pesaro Alessia Morani.

Sul tema del ritardo della politica è intervenuto anche il Presidente regionale dei Commercialisti, dott. Stefano Coppola. I Commercialisti delle Marche sono tutti uniti dimostrando una forte coesione e determinazione anche alla salvaguardia dei Tribunali locali.

“Le dichiarazioni dell’onorevole Alessia Morani- dice il Presidente Regionale Coppola- sono rassicuranti, ma allo stesso tempo ci lasciano un po’ perplessi. Il nostro timore è che siano arrivate in ritardo. La riforma sulla legge fallimentare che prevede il trasferimento delle sezioni fallimentari dei Tribunali di Pesaro e Urbino ad Ancona, e di quelle di Ascoli Piceno e Fermo a Macerata, con tutte le gravi conseguenze che ne derivano, è ormai pronta. Sono due mesi che solleviamo il problema. Abbiamo lanciato appelli a tutti i parlamentari marchigiani di ogni schieramento. Ma la politica si è svegliata solo ora. Ora che le Camere sono sciolte. Rassicurano che gli accorpamenti non ci saranno? Ci sembra difficile che possa essere così. Staremo a vedere”. Così il presidente dell’Unione regionale dei dottori commercialisti e dell’Ordine dei commercialisti di Ancona, Stefano Coppola, interviene all’indomani delle dichiarazioni del vice presidente del gruppo Pd alla Camera, Alessia Morani, la quale l’altro ieri ha assicurato che non ci sarà alcun accorpamento delle sezioni fallimentari di Pesaro e Urbino con il Tribunale di Ancona, e di Ascoli Piceno e Fermo, con quello di Macerata. “Il Ministro Andrea Orlando – aveva precisato Morani - ci ha rassicurato sul fatto che le sedi giudiziarie rimarranno quelle attuali”. “Speriamo vivamente che non siano dichiarazioni che preludono all’apertura della campagna elettorale per le prossime elezioni – continua Stefano Coppola - anche perché la riforma presenta altri rischi oltre a quello del trasferimento delle sezioni fallimentari. Rischi su cui però tutti tacciono”. Uno di questi è l’innalzamento dei requisiti per la gestione delle procedure di allerta e concorsuali. “Una misura che taglia fuori i giovani – spiega – perché richiede che il professionista abbia gestito almeno tre procedure in continuità. Quella che doveva rappresentare una prospettiva di lavoro, di fatto è una chiusura. Ma non è tutto”. La designazione di questi incarichi spetterà in parte alle Camere di commercio e alle associazioni di categoria. “Come noto – prosegue - queste ultime sono spesso collegate ad aree politiche ben definite, con il potenziale rischio di condizionamento delle nomine in funzione dell’orientamento politico o, comunque, delle relazioni che i soggetti designati possono vantare con i predetti enti”. Poi, c’è il vulnus delle procedure d’allerta sulle insolvenze aziendali. “Il punto critico è che queste procedure d’allerta non sono demandate ai professionisti che capiscono la realtà oggettiva in cui si trova l’azienda – illustra Coppola - ma sono agganciate a dei criteri che operano automaticamente e di stampo prettamente dirigistico, che rischiano di burocratizzare la fase di avvio dove invece solo la professionalità, la riservatezza e la prudenza valutativa, possono salvare l’azienda. In certe situazioni una parola o una informazione di troppo possono causare danni irreparabili. Questa è una previsione normativa che sembra denotare, purtroppo, un grave scollamento dalla realtà da parte di chi l’ha pensata”.

I COMMERCIALISTI, CATEGORIA DETERMINATE PER L’APPLICAZIONE DELLA NUOVA LEGGE FALLIMENTARE, DICHIARA CANTALAMESSA, DEBBONO ESSERE ASCOLTATI PER UNA MIGLIORE APPLICAZIONE DELLO STRUMENTO GIURIDICO A FAVORE DELLE IMPRESE. QUESTA RIFORMA NON DEVE ESSERE, IN SINTESI, PENALIZZANTE PER IL SISTEMA IMPRESE ITALIANO MA DEVE AIUTARE ALLA RIPRESA ECONOMICA ED ALLA SALVAGUARDIA DI VALORI UMANI E PATRIMONIALI.

CI BATTEREMO ANCHE, CONCLUDE CANTALAMESSA, CHE LA GIUSTIZIA SIA VICINA AI CITTADINI, CHE SIA FACILMENTE FRUIBILE E MENO COSTOSA.

Il Consiglio dell'Ordine di Ascoli Piceno pertanto chiede con forza che i rappresentanti del territorio, le istituzioni e le forze politiche tutte, si uniscano allo scopo di fermare o emendare il DECRETO DI PROSSIMA EMANAZIONE".
        

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